Il progetto Boffi Code, abaco di finiture e materiali attingendo ai quali ciascuno può creare la propria cucina ideale, si arricchisce di un nuovo modello firmato Zaha Hadid Design. Ne abbiamo parlato con Maha Kutay, director di ZHD, e con Roberto Gavazzi, ceo di Boffi.

Come è avvenuto l’incontro tra lo studio ZHD (Zaha Hadid Design) e Boffi?
Roberto Gavazzi: Due anni fa è stato definito il progetto di un building molto importante, a New York, interamente firmato da Zaha Hadid. Essendo responsabile anche di tutti gli interni, è stata lei stessa a scegliere Boffi per le cucine, come è stata lei a iniziare a disegnare il modello (poi completato dallo studio ZHD) che adesso abbiamo presentato e che è entrato a far parte della famiglia Boffi Code. Il building newyorkese e la cucina sono tra gli ultimi progetti firmati da Zaha Hadid prima della sua scomparsa.

Descrivete gli elementi salienti della cucina sviluppata per Boffi: quali i criteri progettuali attorno a cui ruota il modello e quali i suoi principali plus.
Maha Kutay: Il design della cucina è connotato dall’inconfondibile linguaggio architettonico di Zaha Hadid. Il nostro obiettivo era quello di creare un modello freestanding a isola, che potesse essere collocato idealmente in qualsiasi zona della casa, proprio come un elemento d’arredo indipendente e dalla forte personalità. Per la sua progettazione, siamo partiti dalla considerazione che il nostro modo di vivere la casa, negli ultimi anni, si è modificato radicalmente; gli ambienti sono diventati più fluidi e questo permette un uso più razionale degli spazi.
Roberto Gavazzi: Si tratta di un modello dalle forme molto ergonomiche, sinuose e arrotondate; un’isola monoblocco scultorea, che restituisce una sensazione di preziosità e di unicità, e che è ominicomprensiva perché ingloba le aree cottura e lavaggio, e si completa con una zona attorno a cui sedersi.

Le cucine Boffi si distinguono per parametri quali la centralità del design, la cura artigianale nella loro realizzazione e l’estrema possibilità di personalizzazione che offrono. Anche la cucina firmata Zaha Hadid Design risponde a queste caratteristiche?
Maha Kutay: Sì, senza dubbio; abbiamo lavorato tenendo conto delle caratteristiche che hanno fatto di Boffi un’azienda riconosciuta a livello internazionale. Il nostro modello è disponibile in due dimensioni e in differenti finiture e materiali, che si adattano con coerenza a qualsiasi spazio domestico.
Roberto Gavazzi: Certamente. Di base la cucina, proprio per la sua estetica arrotondata, monolitica e senza soluzione di continuità, è realizzata in Corian ed è quasi interamente bianca, come a enfatizzarne la purezza formale, tranne per una parte realizzata in legno sotto la zona snack, voluta proprio da Zaha Hadid per creare una ‘macchia’ scura che spezzasse l’uniformità del bianco. Poi, a conferma della versatilità e della possibilità di personalizzazione garantite dal progetto Boffi Code, sarà possibile scegliere diversi materiali; il piano, per esempio, potrà essere anche in pietra, e anche le ante potranno essere realizzate in finiture diverse.

Dopo il futuristico modello Z.Island, nato dalla collaborazione con Ernestomeda e DuPont, questa è la seconda volta che lo studio Zaha Hadid Design si confronta con la progettazione di una cucina. Quali le differenze con quel progetto e in che modo, invece, la nuova cucina si integra e dialoga con le collezioni Boffi già a catalogo?
Maha Kutay: Come studio, abbiamo un ampio repertorio di progetti e siamo sempre interessati a espanderlo. C’è una grande differenza nel processo con cui ciascuno di questi lavori viene sviluppato: ogni disegno deve rispettare direttive ben precise e inserirsi in un contesto preesistente in maniera sempre univoca. Nello sviluppo della cucina, di sicuro la collezione Boffi ha rappresentato per noi un punto di riferimento prioritario, ma poi quella che abbiamo proposto è la nostra idea. Lavorare con Boffi è stata un’esperienza gratificante: è bello lavorare con clienti così appassionati al design e per nulla inclini al compromesso, specie quando si parla di qualità e artigianalità.

La cucina è stata pensata con un occhio di riguardo verso determinati mercati o può essere integrata in qualsiasi contesto arredativo?
Roberto Gavazzi: Abbiamo pensato a questo come a un prodotto molto internazionale, come facciamo peraltro con qualsiasi altro elemento delle collezioni Boffi. Ovviamente, alle spalle c’è una connotazione di gusto tipicamente italiana, che poi è la caratteristica grazie a cui lo studio ZHD ha pensato a noi per le cucine del suo building. Ma la nuova cucina vuole veicolare un’estetica internazionale, e poi porta in dote un segno architettonico, quello di Zaha Hadid, notissimo e amato in tutto il mondo.

Foto di Tommaso Sartori – Testo di Andrea Pirruccio

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Nata da un'idea di Zaha Hadid e completata dallo studio Zaha Hadid Design, la nuova cucina del concept Boffi Code richiama l'inconfondibile linguaggio dell'architetto anglo-iracheno: linee sinuose e arrotondate e studiate alternanze di vuoti e pieni.
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Realizzata come un'isola monoblocco scultorea in Corian, la cucina è disponibile in due misure e diversi materiali e finiture, tra cui la pietra naturale e il legno.
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