In un anno più di 700 persone hanno visitato Corten House. E condiviso con i padroni di casa — una giovane coppia con bambini — l’atmosfera di grande comfort e vivibilità che si respira in questa villa monofamiliare ai sobborghi di Anversa, nel Belgio settentrionale.

L’iniziativa è nata dal talentuoso ed emergente studio belga DMOA Architecten: i due soci-fondatori, Matthias Mattelaer e Benjamin Denef (entrambi under 40) e i loro collaboratori (tutti rigorosamente under 30), hanno voluto dimostrare come si può felicemente rivoluzionare il tradizionale modello d’abitazione fiamminga.

Come? Sensibilizzando la comunità locale sulle straordinarie opportunità  offerte dall’architettura contemporanea, a partire dall’uso dei materiali. Il concept del progetto, infatti, è interamente basato sull’uso di lamelle in acciaio corten, che creano una sorta di guscio protettivo, aperto o chiuso all’esterno a seconda delle esigenze.

“Abbiamo cercato e voluto un materiale che riuscisse a dare un carattere forte all’intero progetto”, chiarisce l’architetto Mattelaer. “Ma che fosse ibrido: capace cioè di portare luce all’interno, aprendo viste sul paesaggio, contemporaneamente in grado di ‘marcare’ i confini della casa”.

L’idea è stata quella di variare la densità della struttura lamellare a seconda della funzione domestica che accoglie: così la ‘recinzione’ si chiude in modo rigido negli spazi più privati ma crea dei varchi quando si tratta di condividere la bellezza del paesaggio; e, ancora, infittisce gli elementi per schermare la piscina  nel rispetto della privacy ma li dirada quando il giardino si confonde nel paesaggio, lasciando crescere la vegetazione in modo del tutto spontaneo.

Grazie a una speciale lavorazione, le lamelle in corten vengono usate  con più funzioni: ora rivestimento di facciata, ora cancello (per l’accesso al garage); ora recinzione del giardino e, infine, anche come pavimentazione in una sua area.

Il risultato è un’uniformità visiva e cromatica di grande impatto: la particolare tonalità aranciata del materiale ossidato, infatti, fa sì che le lamelle catturino, riflettendola, la luce del sole, regalando durante tutta l’arco della giornata caldi bagliori e giochi di ombre sulla facciata della casa.

Di sera, poi, la luce artificiale accentua ulteriormente il ‘calore’ della ruggine, perché la scelta dei corpi illuminanti e il loro posizionamento nascono da scelte progettuali in linea con la particolarità del materiale e con quelle sensazioni di benessere e di intimità che si respirano in tutta la casa.

Testo di Laura Ragazzola – Foto di Luc Roymans/Chillimedia/Photofoyer

 

Mijn huis Mijn Architect 2014 in ‘the corten house’ from DMOA architecten on Vimeo.