Coyoacán è un luogo famoso non solo per avere alcune strade che risalgono a mezzo millennio fa con edifici del XVI secolo perfettamente conservati, o perché il conquistatore Hernán Cortés qui possedeva una sua Hacienda, ma anche per il fatto che questo piccolo paese divenne nel corso del XX secolo luogo di residenza di molti artisti e intellettuali come Diego Rivera e Frida Kahlo; nonché luogo di esilio di Lev Trockij che qui venne assassinato.
Una storia urbana quella di Coyoacán densa di figure, memorie, fatti, e che, non ancora oggetto del fenomeno di gentrificazione, ha spinto Pedro Reyes e Carla Fernández a cercare uno spazio dove vivere e che, allo stesso tempo, permettesse l’attività artistica e di sperimentazione di Reyes. Questa richiedeva un laboratorio dove poter fabbricare le proprie installazioni, le grandi sculture di pietra, metallo e legno, parte del suo percorso di ricerca.
Nella zona più antica, caratterizzata dalle preesistenze architettoniche del XVI secolo, Reyes e Fernández scovarono, con non poco stupore, un piccolo edificio industriale costruito nella seconda metà degli anni ’80, dal sapore brutalista e in cemento faccia a vista.
Questa architettura funzionale, libera da partizioni e passibile di personalizzazioni e cambiamenti, è stata oggetto di un progetto di riforma diluito nel tempo e condotto giorno dopo giorno a fianco dei muratori, operando di volta in volta scelte legate alla soluzione più convincente, anche nell’uso sperimentale dei materiali locali. Inizialmente si è demolito e ricostruito metà dell’edificio con un nuovo fronte aperto verso il giardino in cui, mantenendo lo spirito raw e materico della soluzione originaria, si evidenziano i due livelli ricavati in parte dell’interno.
Qui i libri diventano una presenza importante della casa; Pedro e Carla acquistano circa cento volumi al mese e i libri sono il loro principale strumento di ricerca. Così un’intera parete longitudinale è stata trasformata in una libreria strutturale, sempre di cemento faccia a vista, organizzata su due livelli con un ballatoio dello stesso materiale raggiungibile dalla nuova scala interna dai gradini a sbalzo che si sviluppa dal soggiorno.
Nello stesso ambiente, una pavimentazione di ardesia disegna una piattaforma centrale a gradoni che articola in chiave architettonica e volumetrica lo spazio complessivo. Lo spazio giorno è proiettato verso la zona di lavoro dell’artista separata da una scala-belvedere domestico in blocchetti di cemento lisciati e illuminata dall’alto grazie al tetto vetrato scandito da travetti di cemento trasversali che fungono da efficace brise-soleil orizzontale.
La scala-scultura di separazione tra soggiorno e atelier è risolta come un volume isolato e compiuto cadenzato dal ritmo dei blocchetti di cemento che disegnano la figura complessiva; dallo sviluppo dei gradini della doppia rampa alla sommità frastagliata del profilo verso il tetto che cinge lo spazio sospeso.
Il ballatoio che si affaccia sul soggiorno, prospiciente a quello della parete-libreria, presenta un ampio foro rettangolare, con bordo interno colorato di giallo, cui corrisponde nel livello sottostante una vasca di ardesia che accoglie un rigoglioso angolo giardino, organizzando alle sue spalle la cucina-pranzo con tavolo e lampada a soffitto su disegno e di cemento. La zona notte è composta di quattro camere da letto, tre per la famiglia e una per gli ospiti.
Particolare attenzione è stata riservata al disegno del bagno illuminato dall’alto grazie a un lucernario verticale celato dal gioco delle diverse altezze del soffitto. Con vasca e rubinetti di pietra, lavabo-scultura di cemento modellato, questo ambiente intende dare l’impressione di entrare in una sorta di grotta architettonica o in una caverna di un prossimo futuro, configurandosi anch’esso come una scultura abitabile, parte delle opere che popolano questa versatile e accogliente casa-atelier.
Pedro Reyes e Carla Fernández
Pedro Reyes (nato nel 1972 a Città del Messico) è un artista messicano. Scultura, architettura, video, performance e partecipazione sono i suoi strumenti espressivi. Dopo aver studiato architettura, Reyes ha fondato “Torre de los Vientos”, uno spazio di progetto sperimentale a Città del Messico che ha operato dal 1996 al 2002. Insieme a Joseph Grima è stato co-fondatore di “The Urban Genome Project”.
Carla Fernández Tena (classe 1973), conosciuta come Carla Fernández, è una stilista messicana di Saltillo, Coahuila, con sede a Città del Messico. Fernández ha ottenuto il riconoscimento internazionale per il suo approccio teso a documentare e preservare il ricco patrimonio tessile delle comunità indigene del Messico, trasformando tecniche e motivi del passato in abbigliamento astratto contemporaneo, dimostrazione che la tradizione è tutt’altro che statica.
Foto di Edmund Sumner- Testo di Matteo Vercelloni