Trenta lavori inediti, un casale completamente rinnovato nella campagna olandese e un bambino meraviglioso: sono questi gli ultimi ‘progetti’ di Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk, giovane, ma già super affermata coppia del design olandese.
Che incarna in modo quasi perfetto alcune delle caratteristiche su cui il progetto fiammingo punta da alcuni anni: sperimentazione, molta ricerca e autoimprenditorialità. Un Dna che il duo ha ulteriormente ‘arricchito’ con una capacità di emozionare, uno spirito giocoso autentici e assolutamente personali.
Kiki e Joost ci hanno aperto le porte della loro nuova casa, immersa nel verde a due passi da Eindhoven, vivace cittadina nel Sud dell’Olanda sede di una celeberrima scuola di design, dove entrambi hanno mosso i loro primi passi nel mondo del progetto.
La famiglia che ha bisogno di spazio e la decisione di lasciare la città per vivere in campagna in una ‘fattoria’. Ci volete raccontare questa vostra nuova avventura?
Una sfida, sicuramente. Perché il casale, edificio storico sottoposto a numerosi vincoli artistici, ci ha impegnato in una difficile ristrutturazione, che comunque è stata coerente con il nostro lavoro, dove storia e memoria hanno sempre avuto un ruolo importante.
State dicendo che avete trovato un nuovo sbocco professionale?
Per certi aspetti sì. ‘Fare architettura’, e quindi pensare su scala più ampia, è quello che veramente ci interessa sperimentare in questa fase della nostra vita e attività professionale. Abbiamo anche l’obiettivo di realizzare un nuovo studio nell’arco di un paio d’anni e iniziare a lavorare ad altri progetti di ristrutturazione…
… rinunciando al design?
Certo che no. Si tratta solo di ampliare il nostro raggio di azione. Le nuove collezioni che abbiamo realizzato per la mostra ‘Physical’ durante l’ultimo FuoriSalone (Milano, aprile 2016, ndr) sono state per noi una sperimentazione davvero importante. Cercavamo, infatti, nuove ispirazioni per innescare approcci diversi, e trovare anche committenti differenti. È facile continuare sulla strada nota, ma noi avvertiamo il desiderio di innovare, mantenendo il nostro modo di pensare fresco e giovane.
È per questo che voi date molto importanza all’aspetto fisico, a cominciare dall’uso delle mani per realizzare i vostri lavori. Un ritorno all’infanzia?
Più che altro c’è il desiderio di sentirsi liberi, quasi come dei bambini, per sperimentare senza porsi obiettivi precisi, ben prefissati… Per questo sin dall’inizio della nostra attività abbiamo sempre ritenuto importante il lavoro manuale, capace di far pensare in modo diverso, anche più spontaneo. Ci piace lasciare un’impronta concreta nei nostri progetti e, forse, per contrasto con un mondo che è sempre più virtuale, cerchiamo di dare importanza all’azione fisica, all’uso delle mani:sentirsi in sintonia con le cose che ci circondano ha per noi un valore essenziale.
Quindi, fra mondo virtuale e mondo fisico, privilegiate il secondo?
No, oggi sono entrambi necessari. Ma proprio perché oggi la nostra vita è sempre di più scandita dai tempi dello smart phone, del tablet, del computer, ci piacerebbe che il mondo reale, quello ‘vero’, fosse un luogo più ‘tattile’, fisico.
C’è sempre un aspetto ludico nei vostri lavori: vi piace giocare con i materiali e con le forme. Volete far sognare le persone?
Ci proviamo! Desideriamo trasmettere piacere attraverso i nostri oggetti, aggiungendo un tocco di sorpresa e di personalità.
Come?
Modificando materiali, metodi costruttivi, approcci progettuali. Basta poco: per esempio, cambiando semplicemente il modo di accendere la luce, si può generare una relazione diversa con un oggetto.
Anche la scelta di vivere in campagna è un ritorno a un’esistenza più ‘fisica’, vera e naturale? Non vi manca la città?
La nostra nuova casa ci regala entrambe le opportunità: in dieci minuti raggiungiamo il centro di Eindhoven, una città di dimensioni contenute ma piena di stimoli. Contemporaneamente siamo immersi nella natura, sentiamo cantare gli uccelli e abbiamo dei vicini speciali, che al posto delle auto, hanno in ‘garage’ cavalli, mucche e galline…
La casa si trova a due passi da un’area naturale protetta, nel silenzio più totale. Una condizione che abbiamo cominciato ad amare anche per bilanciare il lavoro spesso rumoroso e febbrile del nostro studio-fucina. D’altra parte, viaggiamo molto sia per lavoro sia per piacere, e quindi non ci manca l’eccitante atmosfera della metropoli. Insomma gli stimoli ci sono ovunque: basta cercarli.
Siete, dunque, contenti della vostra nuova casa?
Non possiamo che rispondere: sì! Ne siamo innamorati, ci sembra un miracolo e ci capita di darci un pizzicotto per vedere se è vero o se è solo un sogno… Quasi come dei bambini.
Foto di Mariëlle Leenders – Testo di Laura Ragazzola



