La scena è quella di un caratteristico spazio industriale, animato da operai, macchine, materiali, vapori e scintille, che ancora esprimono un saper fare radicato nella tradizione e in una cultura artigianale tutta italiana.

Come nella scena di una rappresentazione teatrale, i prodotti/protagonisti compaiono volta per volta con ruoli e abiti diversi: accatastati e impilati in forma di semilavorati o allineati in una veste ormai finita – come quando ‘sfilano’ appesi a soffitto durante le ultime fasi di lavorazione – raccontano tutti assieme una storia manifatturiera piena di fascino, che prende le mosse dalla materia prima più dura, il metallo, e si conclude con una ricca collezione di arredi per esterni firmata dai più noti designer contemporanei.

Siamo a Marsciano, nel cuore dell’Umbria, in una valle vicino a Perugia dove, dal 1951, sorge lo stabilimento di Emu, che oggi è un marchio di riferimento mondiale nel settore dell’outdoor. In un’area di 70.000 metri quadri, di cui quasi 50.000 coperti, ogni anno vengono prodotti oltre 400 mila pezzi e trasformate 2300 tonnellate di materie prime: innanzitutto acciaio, che da sempre rappresenta il core business di Emu, ma anche l’alluminio, introdotto di recente.

Ciò che ha permesso all’azienda di focalizzare, negli anni ’60, la sua produzione nell’arredo per esterni è stata l’adozione di una tecnologia innovativa di protezione del ferro, capace di conferire ai prodotti un’elevatissima resistenza agli agenti esterni. Da allora Emu ha continuato a investire, a sviluppare nuove tecniche manifatturiere e a introdurre nuovi impianti.

Come quello di cataforesi adottato da oltre un decennio, che oggi rappresenta il punto di forza del marchio umbro. Grazie a questa expertise, e alla decisione di puntare sul design contemporaneo quando tutto il settore outdoor era ancora legato a stilemi classici, l’azienda oggi è in grado di offrire un catalogo molto trasversale, capace di rispondere alle esigenze di un ampio mercato composto da 80 Paesi e circa mille rivenditori.

Arik Levy, Christophe Pillet, Paola Navone, Patricia Urquiola, Jean Marie Massaud, Jean Nouvel e Stefan Diez sono i designer che hanno partecipato alla creazione delle collezioni Advanced. Sono quelle che impiegano sempre più spesso l’alluminio, in grado di conferire ai prodotti purezza di linee e leggerezza fisica, che spesso viene abbinato a materiali innovativi.

È il caso della nuova seduta Ciak disegnata da Stefan Diez, che nasce dall’esigenza di introdurre la tipologia della regista pieghevole e di farlo con i migliori contenuti di design. Realizzata in alluminio estruso, la sedia si caratterizza per l’innesto di componenti in inox (snodi, sottopiedi, viti, traversa posteriore) che rendono tangibile il grande lavoro di ricerca compiuto dal designer sui dettagli. Il bracciolo in faggio verniciato tono su tono e la seduta e lo schienale in tessuto tecnico da esterno aggiungono una nota di contaminazione stilistica, reinterpretando di fatto una tipologia di prodotto molto tradizionale.

Destinata invece al mercato residenziale e al progetto hospitality, Kira di Christophe Pillet è una famiglia di prodotti “ispirata a un cocktail estivo”, un’altra proposta di Emu per il 2016. La struttura in tubolare in alluminio è abbinata, anche in questo caso, a un tessuto tecnico dalla texture naturale, molto morbida e piacevole al tatto, che dona trasparenza e leggerezza agli arredi. Kira si compone di poltrona, seduta lounge con poggiapiedi e tavoli, dotati di piano in gres porcellanato, a cui quest’anno si aggiunge un lettino e un divanetto a due posti.

Se in passato l’azienda dedicava la sua ricerca all’ottimizzazione del processo produttivo e delle performance del metallo, adesso i suoi sforzi si concentrano anche su nuovi materiali da accoppiare alle strutture portanti in acciaio e alluminio, al fine di garantire innovazione, comfort, attenzione all’ambiente e qualità dei prodotti. A testimoniare l’attenzione posta al tema della sicurezza e dell’ecologia, tutti gli arredi Emu sono sottoposti alle procedure di omologazione europee e per il Nord America.

Il controllo inizia al momento dell’ingresso delle materie prime, prosegue con i test dei sottoinsiemi durante la lavorazione, per arrivare al controllo del prodotto assemblato e quindi alla validazione del pezzo verniciato. I laboratori rappresentano di fatto una parte essenziale e integrante dell’iter di realizzazione di ciascun prodotto.

La prima verifica di fattibilità viene eseguita a monte del processo, nei laboratori di prototipazione, dove a mano, con profili di alluminio e acciaio, viene data la prima forma ai progetti. Sugli stessi prototipi vengono effettuati i test preventivi secondo i protocolli internazionali: si passa dalle prove meccaniche, come il test di sbilanciamento – a cui una sedia, per esempio, viene sottoposta 10mila volte consecutive – per arrivare alle prove ai raggi UV e in nebbia salina (il test più lungo: mille ore per ogni prodotto) per garantire la resistenza agli agenti atmosferici

L’obiettivo è verificare che il livello di qualità stabilito venga mantenuto nel tempo, sia per i prodotti pensati per le grandi forniture, che per quelli rivolti al mercato domestico. Se così non fosse, l’azienda non avrebbe potuto raggiungere la leadership nel settore contract e vantare cifre da record.

La sedia Rio, per esempio, dal 1970 è stata prodotta in otto milioni di esemplari, mentre la sedia Ronda, che oggi è tra le più vendute, viene realizzata in meno di quattro minuti per pezzo. Non stupisce, quindi, che il marchio umbro oggi abbia una presenza così capillare: basta guardare da vicino la sedia di un qualsiasi bar di un qualsiasi Paese del mondo, per trovare, con grande probabilità, la firma di Emu.

Testo di Maddalena Padovani – Foto di BMH Studio