Colori, materiali autoctoni e pattern tipici di due regioni del Perù sono riletti in artefatti artigianali che superano la loro connotazione folkloristica. È il progetto Incontro sotto il sole degli dei, promosso dal Ministero del commercio estero e del turismo del Perù e affidato alla supervisione del designer peruviano Ricardo Geldres e del brasiliano Marcelo Rosenbaum.
Quest’ultimo è noto per i progetti di social design condotti con alcune comunità indigene amazzoniche. Rosenbaum è stato tra i primi a impiegare una metodologia che coinvolgesse gli artigiani nel processo produttivo e progettuale, creando piccole imprese autosufficienti e prosperità nel territorio.
I 72 pezzi in mostra, parte di una collezione tessile e artigianale più ampia, tramandano il saper fare di due regioni peruviane, Ayacucho e Lambayeque, nella lavorazione della lana di pecora e del cotone. Gli artigiani selezionati nelle due aree hanno poi usufruito dell’assistenza tecnica dei Centri ministeriali per l’innovazione tecnologica dell’artigianato e del turismo (Cite).
Sono stati coinvolti nel progetto gruppi di artigiani specializzati ma anche organizzazioni non governative. È il caso di un grande tappeto con frutti tridimensionali e fuori scala, che è stato realizzato da una comunità di donne maltrattate.
Rompere gli schemi tradizionali preservando l’identità culturale è in sintesi il lavoro compiuto da Rosenbaum, che spiega: “Abbiamo voluto riconnettere gli artigiani con la tradizione dei loro predecessori per rinsaldare il legame territoriale. A Lambayeque la lavorazione del cotone risale all’epoca Inca, e così l’attività del ricamo, ma queste tecniche non sono mai state combinate.
Motivi grafici tradizionali sono stati presentati in una nuova scala dimensionale e giustapposti a nuovi disegni come lettere o scritte comuni. Oltre al cotone viene utilizzata la iuta, creando arazzi che raccontano la vita nei villaggi. Figure di antiche divinità ed elementi del quotidiano si mischiano in un’esplosione di colori.
Anche Ayacucho ha un’antica tradizione artigianale, reinterpretata mediante il salto di scala dei pattern grafici e il loro utilizzo parziale, decentrato o decontestualizzato in chiave di astrazione. Abbiamo giocato con il simbolo del serpente, tipico della cultura Inca, e con altri animali tipici come i lama, che sono diventati quadri pop alla Warhol”.
Il progetto non si ferma con il FuoriSalone milanese, ma punta al mercato del collezionismo: un’asta al MALI, Museo d’arte di Lima, e altre tappe nel mondo per far leggere la cultura peruviana sotto diverse lenti.
Foto di Emanuele Zamponi – Testo di Valentina Croci