In principio era ago e filo. Prima era corpo, ora è anche casa. Il fenomeno delle home collection delle maison di moda, basato sul presupposto che un’idea di stile possa coerentemente plasmare, sotto l’egida di una griffe globale, anche l’arredamento e l’interior decor di una casa (o di un albergo, un ristorante, un ufficio, uno yacht…..), è ormai maturo.
La maison Fendi è stata pioniera nell’esplorare le potenzialità della contaminazione creativa tra moda e mondo della progettazione, creando con Luxury Living Group, già a fine anni Ottanta, la collezione Fendi Casa. Una proposta di arredamento di alta gamma per zona giorno, notte e outdoor prodotta con materiali, finiture e lavorazioni artigianali, essenza stessa del made in Italy.
Accanto a un repertorio di matrice più classica, la maison nel 2012 avvia un percorso design oriented affidando a Toan Nguyen la creazione della collezione Fendi Casa Contemporary. All’architetto e designer parigino ‘naturalizzato’ milanese, il compito di portare all’essenza i codici estetici e anche simbolici legati al brand, in un linguaggio asciutto, non nostalgico, seguendo un proprio concetto di “lusso contemporaneo totalmente vocato al contenuto, alla durata e all’unicità, piuttosto che a una appariscenza effimera”.
Basta una cucitura enfatizzata. Una bordura (o piping in gergo tecnico, come nell’ultimo divano Sloane) che diventa disegno. Una fibbia (dettaglio iconico di Fendi, ma anche storico tema progettuale del design danese) usata in senso funzionale prima ancora che decorativo (la sedia Blixen, il divano Soho). Una pelle (insieme alla pelliccia altro emblema della maison) che induce la mano a spontanee carezze (perché occhio e mano secondo Nguyen devono essere strettamente in contatto), un gioco architettonico di volumi.
È soprattutto nei dettagli che si esplica la sfida di un lusso non urlato: “Il mio approccio porta alla riduzione per privare l’oggetto del superfluo, non come un dogma o una linea estetica, ma a tutti i livelli, dal processo produttivo alla materia, e alla funzionalità mirata. Non si tratta di un impoverimento ma, anzi, di una maniacale ricerca per il dettaglio e per la qualità, elementi caratteristici di Fendi e sui quali focalizzo la mia attenzione”.
Fa parte del processo creativo la sintesi di istanze apparentemente opposte “ma che in realtà diventano complementari, come la tradizione e la cultura artigianale che incontrano l’innovazione e la tecnologia produttiva”. È probabilmente questo equilibrio a rendere la collezione Fendi Casa Contemporary (non pensata come una raccolta di singoli episodi, ma un coerente ensemble di materiali, colori, segni grafici, virtuosismi realizzativi) capace di dialogare con ogni contesto spaziale. Come gli interni del nuovo Yacht Club di Monaco ospitato in un edificio di Norman Foster, arredati in collaborazione con l’interior designer francese Jacques Grange.
Testo di Katrin Cosseta