Inaugurato da pochi mesi, il Museo della Merda di Castelbosco (Pc) è un peregrino progetto che unisce arte e tecnologia, che scardina norme culturali e preconcetti. Castelbosco, l’azienda agricola di Gianantonio Locatelli, è dedicata alla produzione di latte per il Grana Padano, ospita 2.500 bovini, che producono quotidianamente 300 quintali di latte e 1.000 di sterco.
Una quantità di merda la cui gestione di Gianantonio Locatelli ha trasformato in un progetto industrial-ecologico d’avanguardia: dallo sterco ricava oggi metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni. L’idea di riutilizzo è sempre stata connaturata con il mondo agricolo, in questo caso il letame si trasforma in altro e produce innovazione; lì la merda è un materiale ‘prezioso’, su cui costruire informazione e intrattenimento culturale.
Nasce perciò una nuova idea di museo, in cui ricerca scientifica, tecnologia, arte e produzione si fondono per stimolare interesse a più livelli: Castelbosco risulta perciò un luogo di stimolo per chi è interessato alla produzione agro-alimentare, alla storia, all’arte o ai temi eco-sostenibili.
Il museo parte all’esterno, nell’azienda agricola, e qui, a supportare il valore del progetto, l’intervento di artisti di fama internazionale quali David Tremlett e Anne e Patrick Poirier stimola riflessioni e amplifica la visione concettuale, metaforica e produttiva che è alla base dell’azienda di Castelbosco.
Il Museo della Merda è insomma un istituto di ricerca e di raccolta di fatti, documenti e informazioni sugli escrementi nella cultura, nella tecnologia, nella scienza, nella storia.
Testo di Olivia Cremascoli