Sono tanti i luoghi a cui Ico Migliore e Mara Servetto, coppia nella vita e nel lavoro, hanno dato vita (o rinnovato) con la leggerezza del design e la freschezza del pensiero: dal Chopin Muzeum di Varsavia (pluripremiato) al Museo Egizio di Torino, rinfrescato per immagine e allestimenti espositivi, dalla nuova ‘casa’ che accoglierà la collezione del Compasso d’Oro ADI a Milano, (il via ai lavori, forse, nel 2016) alle stanze del bellissimo Palazzo Ducale a Vigevano (aprirà le porte al pubblico a dicembre) dove si potrà scoprire la vita (e i segreti) del grande Leonardo.
Sino all’ultimo progetto: il nuovo Mondadori Megastore di via San Pietro all’Orto, recentemente aperto a Milano. Ne abbiamo parlato con Ico Migliore.
Il suo studio si occupa di musei, mostre, allestimenti, installazioni…
… e anche di librerie. Confesso, però, che è la prima volta che progettiamo uno spazio tutto dedicato alla vendita di libri. Spesso ci siamo occupati di bookshop ma sempre all’interno di realtà museali oppure come corner in showroom.
E come si è trovato?
Benissimo. Soprattutto perché il nostro ‘committente’, il Gruppo Mondadori appunto, è un editore ricco di storia ma contemporaneamente proiettato verso il futuro, deciso a valorizzare il prodotto-libro in modo nuovo, rinnovando il concetto tradizionale di libreria. Ed è quello che abbiamo fatto.
In che modo?
Creando un luogo ospitale per stare e ritornare, dove orientarsi facilmente, seguendo ritmi e modalità che mutano a seconda delle esigenze. Dove soprattutto il libro diventa il vero protagonista della scena, da toccare, sfogliare, guardare, leggere… magari prendendo un caffé ai tavolini della nuova area-ristoro o sostando sulle mensole-panche che si allungano vicino al nastro delle finestre.
Un luogo d’incontro dunque. Ma quali i tratti distintivi del progetto?
Le parole d’ordine sono: flessibilità, leggerezza e luminosità. Siamo partiti dall’idea di sviluppare un concept capace di adattarsi ai libri ma anche alla vendita di prodotti tecnologici, gadget e cartoleria. Abbiamo poi lavorato nel segno della leggerezza, scegliendo lamiere forate per disegnare i ‘ring’ espositivi, e membrane leggere, prese in prestito alle barche a vela, per rivestire i soffitti, rischiarandoli.
Anche il colore gioca un ruolo importante per dare freschezza all’ambiente: il candore del bianco va da sfondo al rosso Mondadori, scelto per enfatizzare il volume scultoreo della scala, mentre il verde rassicura. Infine la luce, che viene scomposta in piani differenti per creare massimo comfort visivo: luce indiretta, grazie ai grandi velari che vestono il soffitto, e luce diretta, a led, perfettamente integrata e sottesa ai vari elementi espositivi.
Anche la grafica aiuta il visitatore?
Certo, il progetto ingloba gli ‘spazi’ con il ‘racconto’. Un sistema articolato di grafica segnaletica accompagna, infatti, il visitatore in percorsi di ricerca e di esplorazione visibili e ben organizzati. Anche nel segno della tradizione e della storia di un editore che ha più di cento anni.
Testo di Laura Ragazzola