Dalla Svizzera alla Germania, le innovative architetture per l’healthcare (benessere-salute e assistenza medica) firmate da Matteo Thun & Partners. Immerse nella natura incontaminata rispettano il paradigma del chilometro zero, zero CO2, zero rifiuti
Progetti di Matteo Thun / Matteo Thun & Partners
Foto courtesy Matteo Thun & Partners – Testo di Antonella Boisi
Che nell’ambito dell’ospitalità lo studio Matteo Thun + Partners proponesse concept architettonici e di interior design ‘chiavi in mano’, studiati “per garantire durabilità estetica e funzionale e comunicare un ideale di healthy living” – come hanno sempre sostenuto – l’avevamo già constatato in diverse occasioni.
Quando Interni ha pubblicato, per esempio, il Vigilius Mountain Resort e, più recentemente, il JW Marriott Venice Resort & SPA (Interni n.651, maggio 2015). Ma, questo concetto si percepisce in modo ancora più radicale nei progetti legati all’healthcare costruiti intorno “all’idea di un paziente-ospite, il cui benessere è favorito dalla buona sintonia con il contesto”.
In queste pagine presentiamo The Waldhotel Health & Medical Excellence a Bürgenstock, sul lago di Lucerna in Svizzera, in parte concluso, e una preview di lavori ancora in fieri, quali The Hospital Campus e Rehab a Eisenberg in Turingia (Germania Orientale) e gli stabilimenti termali a Bad Wiessee sulle sponde del lago Tegernsee in Baviera.
Con una riflessione dell’architetto alto-atesino che ha fondato il gruppo Memphis con Ettore Sottsass a Milano nel 1981 e poi la Matteo Thun + Partners nel 2001, di base a Milano, Monaco, Shanghai.
Architetto Thun, quali sono le coordinate che hanno guidato queste recenti realizzazioni pluri- stellate?
“La prima, fondamentale, rimanda al fatto che spazio fisico e benessere sono strettamente interconnessi. Ancora di più, quando l’ospite è un paziente che va accompagnato in un percorso psico-fisico di remise en forme. Ecco perché ogni dettaglio di questi luoghi nasce dalla ricerca di un’armonia olistica con il loro genius-loci.
Autenticità, calore, decelerazione, servizi personalizzati, tecnologie di alto livello, arredi ergonomici ad hoc, ne sono le parole-chiave. Mentre l’espressione linguistica è sempre una sottrazione che non ‘crea rifiuti’ e che riconosce l’importanza di integrare, con un basso impatto ecologico, gli edifici ai propri contesti di riferimento. La sostenibilità ambientale di un progetto infatti non riguarda soltanto la sua efficienza energetica, ma anche il suo valore estetico”.
Come si applica dunque nel Waldhotel Health, la sua nota filosofia del km zero (zero chilometri, zero CO2, zero rifiuti)?
“Premesso che la sostenibilità per un’architettura è la conditio sine qua non, imprescindibile, nel Waldhotel, un edificio di 9 piani e 161 camere e suites, si realizza innanzitutto nei materiali scelti. A partire dalle facciate che, ispirate dalla tradizione costruttiva alpina Walser, adottano il sistema Gabion delle reti metalliche riempite con pietre recuperate dallo scavo del monte Bürgenstock. Il risultato è una fusione totalizzante con il contesto.
Le pareti conservano la pietra originale; il tetto piano green, isolato in modo naturale, consente un’integrazione perfetta con il paesaggio; mentre tre tagli orizzontali, grazie alla loro forma, creano altrettanti canyon aperti adibiti a giardini e orti di erbe aromatiche di supporto alla cucina del ristorante. Per la struttura esterna a terrazze dell’edificio è stato poi utilizzato del legno di larice locale che garantisce un sistema di ombreggiatura e protezione ai pergolati dagli agenti atmosferici. L’efficienza energetica dell’hotel è ottimizzata dall’orientamento delle stanze tutte esposte a sud e dall’utilizzo dell’acqua del lago di Lucerna per il riscaldamento e il raffreddamento. Quest’ultima è impiegata anche per i sistemi di irrigazione e per le piscine interne ed esterne che formano l’area benessere. Completata dallo spazio sauna e dal centro-fitness dotato di attrezzature sportive all’avanguardia per gli atleti-ospiti”.
Il godimento visivo e funzionale della natura è stato il punto di partenza del progetto, volto a sottolineare la ricerca di simbiosi con il paesaggio…
“Certo. Il calore del legno di quercia e di teak, il rigore della pietra, il colore del bronzo, la natura alpina inquadrata da vetrate a tutta altezza e riprodotta sui tessuti di rivestimento (di colore verde, rosso-viola, terra) o sulle carte da parati dai decorativi patterns botanici si ripropongono in ogni spazio interno privato e collettivo. Come filo conduttore di uno stile di vita salutare. Non dimentichiamo che il Waldhotel è parte del più articolato complesso Bürgenstock Resort Lake Lucerne: un hotel 5 stelle con facilities (anche termali) al servizio della salute”.
Nei suoi 4.200 metri quadrati dedicati ai servizi medici, come si articola la proposta d’ospitalità?
“All’inizio del soggiorno, gli ospiti ricevono da un team di medici, terapisti e specialisti una valutazione del loro stato di salute in modo che possano ottimizzare i trattamenti disponibili, riabilitativi o preventivi. La dimensione olistica della salute integra l’alimentazione (una cucina gourmet con percorsi anche didattici), esercizio fisico adeguato e relax. Una biblioteca e quattro sale-conferenze disegnano altri paesaggi di silenzio, acqua, verde e luce che aiutano a ricaricare le batterie”.
In questo quadro di ricerca che cosa propongono invece di caratterizzante e peculiare le realizzazioni ancora in divenire?
“A Eisenberg, in Turingia, stiamo progettando l’architettura e gli interni dell’Hospital Campus e Rehab, il più grande e importante ospedale universitario ortopedico in Europa. Realizziamo delle strutture in legno, che seguono la nostra filosofia dei tre zero, con fornitori e maestranze locali. Il centro del campus dell’ospedale sarà una generosa piazza di luce naturale – un luminoso marketplace con zone lounge, un bar e una terrazza per rilassarsi. Le camere doppie dei pazienti avranno il proprio giardino d’inverno (veranda) e una ponderata privacy.
L’ottica è sempre quella di riportare il paziente al centro dell’attenzione. Ricordiamo infatti che i termini inglesi ‘ospedale’ e ‘ospitalità’ derivano dalla stessa radice latina: hospes, l’ospite. Un’architettura sostenibile, efficiente e rispettosa delle persone influenza il nostro benessere, sia nel caso di un albergo che di un ospedale.
Gli stabilimenti termali a Bad Wiessee, nel sud della Germania, presentano invece una configurazione che nasce dagli stimoli suggeriti dal loro habitat naturale. Le fonti offrono una composizione di iodio e zolfo molto rara ed efficace nel trattare una serie di disturbi. Gli spazi saranno dunque caratterizzati da diverse cabine di trattamento, sia per terapie mediche che per quelle di benessere.
Il design integra la flora esistente e la presenza naturale dell’acqua nei patii privati degli spazi, rendendo così possibile una comunicazione diretta e vitale con il paesaggio, senza interferire con la privacy dei pazienti”.