Sono ‘gli’ Arquitectonica (Bernardo Fort-Brescia e sua moglie Laurinda Spear) a conquistare oggi il titolo di archistar di Miami, Florida: lo studio, infatti, firma il più grande progetto a destinazione mista (il Brickell City Center) al momento in corso a Miami insieme a molte altre opere – alberghi, torri residenziali, uffici, persino una sorta di ‘high line’ che corre sulla terraferma lungo tutta la baia – destinate a cambiare il volto di Miami.
Che gli Arquitectonica conoscono benissimo, perché lì sono nati e cresciuti: proprio nella città della Florida, Bernardo Fort-Brescia, Laurinda Spear e un gruppo di giovani architetti ‘sperimentatori’, fondarono nel 1977 lo studio che oggi, con quasi 800 collaboratori in 10 sedi sparse per il mondo, vanta un respiro internazionale per committenze pubbliche e private. Che realizza in tutti i 5 continenti. Ecco che cosa ci ha raccontato Bernardo Fort-Brescia.
Architetto, Icon Bay è l’ultimo edificio, in ordine di tempo, che con i suoi 152 metri cambia lo skyline della città. Perché disegna grattacieli?
Deve pensare che Miami è situato tra l’Oceano Atlantico e le Everglades, un’area di grande importanza naturalistica. Se vogliamo evitare lo sviluppo di insediamenti in questa zona e conservarne il valore ambientale, una urbanizzazione concentrata è l’unica soluzione: costruire in altezza significa usare meno terreno e creare una densità abitativa che, in ultima analisi, facilita gli spostamenti di grandi masse di persone, consentendo, in molti casi, di recarsi da casa all’ufficio a piedi o in bicicletta.
Quando gli edifici si sviluppano in altezza, i sistemi di vicinato e il quartiere ‘copiano’ la dimensione verticale. Così le unità abitative hanno luce e aria in grande quantità e, nel caso di Miami, godono di viste molto ampie su una città dove terra e acqua si compenetrano come in nessun luogo al mondo che io conosca. È attraverso questa verticalizzazione che ci stiamo trasformando da una distesa di insediamenti di tipo suburbano a una vera città.
In questi anni, anche Milano ha riscoperto il gusto per l’architettura verticale, come dimostrano i due grattacieli, Solaria e Aria, che il suo studio ha progettato per la nuova area residenziale di Porta Nuova. Che cosa cambia quando lei disegna una torre in una città europea come Milano, rispetto a quando lo fa in contesti molto diversi, come Miami oppure Shanghai?
Ogni luogo ha una sua cultura dell’abitare. Ci sono valori che si collegano al modo in cui una casa ‘funziona’. Quando abbiamo iniziato a lavorare a Milano, abbiamo visitato molti appartamenti in città e abbiamo colto il valore che voi milanesi attribuite alla luce naturale e alla ventilazione in tutti gli spazi, compresi la cucina e il bagno.
Abbiamo anche notato un’attenzione particolare verso la ventilazione incrociata, che si crea cioè da aperture su fronti diversi, e verso le variazioni della direzione della luce in diversi momenti del giorno. Questo ci ha guidato a progettare degli edifici che volevamo si sviluppassero nel cielo. Siamo riusciti a realizzare questo obiettivo in Solaria, attraverso un volume caratterizzato da tre corpi, ognuno con tre fronti finestrati (il quarto, in comune, contiene il sistema distributivo, scale e ascensori); invece, in Aria, il secondo grattacielo, attraverso due soli corpi, con una struttura analoga.
La quantità di luce è davvero magica. E la magia continua quando si scorgono il Duomo e le Alpi da un punto di osservazione che nessuna casa prima di queste aveva mai consentito. C’è una caratteristica che unisce Miami e Milano: l’amore per le ampie terrazze e la vita all’aria aperta. E c’è anche uno scambio di esperienze che alimenta la creatività. Noi, per esempio, stiamo portando l’idea di ventilazione incrociata a Miami, e proprio IconBay è un esempio di questo rivoluzionario modello di architettura sostenibile, in cui si riduce la dipendenza dai sistemi di condizionamento dell’aria.
Quali sono a suo giudizio le caratteristiche più originali di IconBay?
In primo luogo, tutte le unità abitative di IconBay si sviluppano su due e in alcuni casi anche su tre fronti dell’edificio. Per un europeo, questo può apparire normale ma non lo è in America. Come ho detto, la ventilazione incrociata è qualcosa di scontato in Europa, ma da noi è un approccio nuovo.
Inoltre, abbiamo progettato terrazze ad angolo, simili alla prua di una nave, in modo tale che dal punto più avanzato si possa godere di una vista eccezionale in tre diverse direzioni. Queste terrazze, peraltro, disegnano in facciata una sorta di scultura che, per effetto dell’orientamento del sole, crea un gioco di luci e ombre molto particolare.
Il modo in cui le terrazze sono raggruppate, inoltre, produce anch’esso un particolare effetto visivo su scala più ampia, che si percepisce anche a grande distanza osservando l’edificio da Biscayne Bay. Aggiungo che l’edificio è, per così dire, ‘sospeso’ sopra un parco che si sviluppa lungo la baia. I suoi ‘piloti’ creano un monumentale passaggio che consente alla brezza di spirare dalla città alla baia. L’intera area è stata ridisegnata collegando i percorsi pedonali e le piste ciclabili provenienti da Nord e da Sud lungo Biscayne Bay.
Insomma, non è solo un edificio, ma anche un progetto di pianificazione e trasformazione del territorio che intende proporre un nuovo assetto di tutto il fronte sulla bellissima baia. Per renderla accessibile a tutti.
di Laura Ragazzola – Foto di Robin Hill