Da un anno e mezzo non si fa che disquisire su come sia cambiato il modo di abitare, ma quanto è cambiato il modo di ospitare? Cos’è il lusso oggi? Ha ancora senso parlare di lusso quando è diventato un termine abusato, logoro, che vuol dire tutto e niente?
Proprio le restrizioni in materia di spostamenti ci hanno fatto capire, o meglio, sentire, l’importanza – e la gioia – del viaggio, inteso come Grand Tour d’antica memoria ma anche come semplice gita fuoriporta. Il lusso – da sempre – sta nei servizi offerti, nell’attenzione esclusiva – intesa come personale – riservata. Forse ora è solo più evidente e tangibile: sono i dettagli a spiccare, quelli decorativi e quelli esperienziali.
Sì perché ora quelli che vengono proposti, persino svelati, sono itinerari sconosciuti ai più, fuori dai flussi turistici più battuti. A maggior ragione se ci si trova a Venezia, dove lo studio di Patricia Urquiola ha curato il progetto di interior design di Ca’ di Dio, il nuovo hotel cinque stelle della collezione VRetreats situato nella zona dell’Arsenale, elegantemente distante da Piazza San Marco.
Le due anime di Ca’ di Dio
Situato lungo la Riva degli Schiavoni, vicino all’Arsenale, antico complesso di cantieri navali e officine, oggi fulcro delle Biennali d’arte e architettura, Ca’ di Dio, sottoposto a un ingente progetto di restauro e riqualificazione, presenta una nuova veste nella quale confluiscono le sue due anime: il rigore dell’intervento nel Cinquecento dell’architetto Jacopo Sansovino sul nucleo originale del Duecento, quando il complesso ospitava i pellegrini in viaggio prima e per donne in difficoltà poi, e la raffinatezza tradizionale di una dimora veneziana con un’attenzione al dettaglio impeccabile.
Dalle linee razionali e pulite, la facciata in pietra d’Istria, ridipinta in una sobria ed elegante tonalità neutra che cambia gradazione al mutare della luce durante il giorno, introduce a un edificio punteggiato da 442 finestre che mantiene la configurazione originaria strutturata in cellule abitative. Nel totale rispetto della preesistenza, “il progetto di interior design accompagna, gli arredi si adagiano” spiega Patricia Urquiola.
L’essenza della venezianità
La connessione al tessuto della città, ai suoi fasti, stucchi e decori e al contempo al suo heritage, quello del saper fare e delle maestranze celebri in tutto il mondo, emerge nella trama delle stoffe, nei vetri di Murano, nelle boiserie tessili, nelle finiture morbide e nelle cromie acquatiche che enfatizzano un’eleganza sontuosa, declinata secondo la (riconoscibilissima) cifra stilistica contemporanea della progettista spagnola. Quella che viene restituita è l’essenza della venezianità: il General Manager di Ca’ di Dio Christophe Mercier la definisce “Venessentia”. Quello che si vuole narrare è un racconto diverso di Venezia. Austero (e quindi) autentico.
Una dimora veneziana con porte d’acqua, corti e altane
Nasce così un hotel ‘severo’, dalla sobrietà potente, esteso su 4.000 mq disposti su 3 piani, che è al tempo stesso una dimora veneziana con tre corti adibite a giardini configurate come le case tradizionali e due altane, tipiche ‘terrazze’ veneziane a forma di torretta poste al disopra dei tetti, con vista privilegiata sulla laguna e in particolare sull'Isola di San Giorgio Maggiore. Un hotel che vanta un attracco diretto delle imbarcazioni sul Rio Ca’ di Dio, per un’ingresso d’altri tempi, e si dispiega in ambienti riservati e accoglienti, intimi e avvolgenti, lontano dalle zone turistiche più affollate, dove respirare l’anima creativa e culturale di Venezia. Dalle porte d’acqua passando attraverso le corti-giardino fino alle altane: c’è tutta le venezianità nel rigore di Ca’ di Dio.
L’iper personalizzazione delle esperienze
Il vero lusso oggi è l’iper personalizzazione: un’accoglienza tanto domestica, avvolgente, persino sfarzosa – proprio come ci si aspetta da una dimora veneziana – quanto discreta e riservata, all’insegna di esperienze private cucite su misura, alla scoperta di itinerari e luoghi caratteristici sconosciuti ai più, alternativi ai flussi turistici più tradizionali e caotici. Quello che Ca’ di Dio propone non è un lusso canonico ed esplicito, ma un lusso (non lusso) intessuto di dettagli, attenzione e cura: gesti di accoglienza.
Il vero lusso sono i segreti
Per conoscere la vera anima di una città bisogna visitarla/esplorarla con chi ci è nato e ne conosce i luoghi più pittoreschi e autentici e gli aspetti più inaspettati e segreti. A Ca’ di Dio i Guest Assistant propongono esperienze e itinerari sartoriali come un giro nelle calli veneziane o un viaggio alla scoperta di Murano, Burano o Torcello.
La magia in ogni angolo di Venezia
Venezia, è cosa nota, è una città magica, affascinante e conturbante, che nasconde angoli di bellezza e mistero in ogni dove. Per chi non volesse camminare a caso tra vicoli stretti, canali e piazze ‘minori’, opzione sempre valida per respirare l’essenza di un luogo, ci sono i Guest Experience Specialist a disposizione degli ospiti per guidarli alla scoperta dei segreti storici, artistici e culturali della città. Perché Venezia sa stupire ed emozionare sempre , in modo incredibilmente intenso – ogni singola volta – anche chi l’ha visitata moltissime volte.
Un’altra sorpresa che Ca’ di Dio dona ai suoi ospiti sono le cartoline con stampate curiose foto vintage che risalgano a un periodo che va dagli anni ’40 ad oggi. Provenienti dall'archivio di negativi fotogiornalistici veneziani di Camera Photo Epoche, mostrano situazioni buffe ma soprattutto una Venezia inedita e sconosciuta ai più, quella priva di stereotipi: lo specchio di una città vera e attiva, viva e propositiva. Da incorniciare.
Il progetto di ristrutturazione
Iniziato nel 2019, il progetto di ristrutturazione, portato avanti durante i mesi della pandemia, non senza difficoltà ma con grande determinazione dal Gruppo Alpitour, che ha investito complessivamente 25 milioni euro, ha compreso l’intero edifico che oggi ospita 66 camere, di cui 57 Junior Suite, due ristoranti, Essential e Vero, un bar, Alchemia, un’area wellness&spa, persino una sala lettura, oltre alle tre caratteristiche corti, due giardini e un orto, e le due altane. L’intervento di riqualificazione ha posto l’accento anche sulla sostenibilità, con investimenti per dotare la struttura di sistemi e infrastrutture in grado di limitare l’impatto ambientale.
I materiali e l’heritage
Alla base del progetto dello studio di Patricia Urquiola l’idea di contrapporre e al contempo combinare la Venezia delle sconte, le calle nascoste fatte di vecchi mattoni, alla Venezia dei palazzi nobiliari di marmi e decori. A marcare il legame con il territorio la scelta dei materiali rappresentativi della città e della sua tradizione, come: vetro, legno, ferro battuto, pietra e marmi. E, imprescindibile, il pavimento alla veneziana. Molti gli elementi architettonici e d’arredo che sono stati recuperati e mantenuti, come le due vere da pozzo nella corte principale, i mattoni posati a spina di pesce che tracciano i percorsi, ma anche un tavolo e persino le maniglie in ferro e vetro fucsia dei bagni comuni.
L’atmosfera degli spazi comuni rivestiti in travertino è resa sobria e morbida dalla scelta degli arredi dalle linee sinuose rivestite da finiture pregiate, tessuti cangianti e nuance tenui accese da tinte più intense, come il pesca che degrada nel rosa cipria, il terracotta nel mattone, il verde bottiglia nel grigio titanio, il blu nell’ottanio fino all’azzurro e tutte le tonalità fluide che rimandano nelle sfumature, alle trasparenze e ai riflessi della laguna. Cromie tattili, contrappunti cromatici, finiture satinate, tonalità opache e malte spatolate, a restituire un’atmosfera sofisticata e vellutata.
Le aziende di design e la sartorialità
Tantissime le aziende del design coinvolte nel progetto, a partire da Molteni&C Contract Division che ha realizzato su misura tutti gli arredi delle camere e dei living delle suite. Gli ambienti in e outdoor sono arredati con mobili, imbottiti e complementi di Acerbis, Agape Casa, B&B Italia, Cassina, Glas Italia, Kartell, Kettal Moroso, Olivari, Midj, Pulpo, Salviati, Varaschin, Very Wood, elementi di arredobagno di Cielo, Fantini, Duravit, Geberit, fino all’illuminazione firmata Brokis, Flos, Il Fanale, Olivari Oluce. Tema ricorrente: la lanterna, sia con elementi originali di Venini, sia rivisitata con chiave contemporanea.
Anche i soffitti meritano una citazione per la cura riservata: a cassettoni originali o punteggiati da piccole luci in vetro di Murano spiccano per originalità. La scenografica carta da parati che riveste l’ampio soffitto del ristorante Vero, disegnata da Patricia Urquiola ispirandosi ai pesci e agli ortaggi della laguna, è stata realizzata custom da Jannelli&Volpi. I tessuti, le cui trame ricordano le lavorazioni di broccati imperfetti, come se il tempo avesse impresso i suoi segni, sono di Dedar, Kvadrat e Rubelli, i tappeti Warli; le finiture, i marmorini, gli stucchi, le velature e i grasselli nascono dal sapiente lavoro di La Calce del Brenta.
Il vetro di Murano
Simbolo di Venezia, non poteva mancare il vetro di Murano, prodotto dai maestri vetrai nella storica LP Murano Glass Factory, utilizzato per creare vasi, oggetti decorativi, complementi d’arredo e per lo spettacolare chandelier dalle linee dinamiche, nate dall’intersezione di tre volumi leggeri che rispecchiano le forme sinuose delle sedute sottostanti. Tre vele composte da 14.000 cristalli in vetro di Murano galleggiano al centro della lobby a doppia altezza, un luogo speciale e suggestivo: da antica chiesa ora ospita ora un salotto contemporaneo, adibito al passaggio ma al tempo stesso aperto alla convivialità.
Le camere (con vista)
Il rispetto del progetto architettonico capace di preservare la struttura originale dell’antica dimora si riflette nelle stanze mantenute nella loro struttura di celle, una diversa dall'altra, che si dispiegano lungo ampi corridoi dal rigore monacale. Ricavate da antichi alloggi riservati ai pellegrini in viaggio, le camere e le suite sono sono allestite con elementi di design che rimandano alla tradizione veneziana. I mobili dalle linee contemporanee semplici e arrotondate celano dettagli ricercati e funzionali: alcuni sono disegnati dalla stessa Urquiola per celebri aziende di design, altri personalizzati ad hoc per l’hotel, altri ancora sono stati realizzati su disegno da maestranze locali.
A rendere accoglienti gli ambienti le raffinate boiserie tessili che incorniciano e attrezzano in modo distintivo il grande (e comodissimo) letto, le cornici in legno, i marmi opachi, gli specchi anticati, i tessuti e il morbido velluto dalle tonalità vivide che riveste le sedute. Finestre e terrazze incorniciano squarci di laguna: l’aura di Venezia aleggia in una sorta di abbraccio.
Gli hotel per gli amanti della cultura italiana
VRetreats, divisione alberghiera di VOIhotels, brand del Gruppo Alpitour, è la nuova collezione luxury di strutture dalla personalità distintiva e dalla forte vocazione internazionale, dedicata agli amanti dell’arte, della storia e della cultura made in Italy. Nasce per ridisegnare lo stesso concetto di lusso, non più fine a se stesso, ma come chiave di accesso con modalità (tecnologicamente avanzate) non convenzionali alle attrattive del nostro Paese, quelle meno conosciute e (quindi) più preziose.