Famolo strano: questo potrebbe essere l’hashtag – principe di The Haas Brothers, al secolo Simon (pittore) e Nikolai (musicista) Haas, gemelli texani (Austin, 1984) figli d’arte (la madre è una cantante d’opera, il padre uno scultore, il fratello maggiore un attore), ormai piccoli divi residenti nella Los Angeles dei grandi divi, grazie alle loro strampalate creazioni, che definire design è un filo azzardato e definire arte è un po’ audace.
In ogni caso, il tandem professionale degli Haas – fondato a L.A.nel 2010 – ha un notevole successo sia di stampa che di mercato, evidentemente collezionistico-elitario, grazie ai suoi lavori iper–artigianali d’impollinazione incrociata tra discipline: moda, cinema, musica, design e arte.
Attualmente gli Haas stanno esplorando temi estetico-formali correlati alla natura (in particolare, agli animali), alla fantascienza, alla sessualità, alla psichedelia e alla teoria dei colori (chissà se Goethe si rivolterà nella tomba).
Due anni fa, nel 2015, hanno messo insieme il loro progetto forse più impegnativo, imbarcandosi in una riuscita avventura con le donne artigiane di Cape Town, Sudafrica, da cui è scaturita l’irresistibile collezione d’intricati oggetti sculturali Afreaks!, pezzi unici raffuguranti animali fantastici, in toto realizzati a mano con miliardi di minuscole perline di vetro colorato, peculiari dell’artigianato sudafricano.
Ora stanno invece a palazzo Benzon di Venezia, per la 57ª Biennale arti visive, insieme alla galleria newyorkese R & Company, che, grazie alla collaborazione con Amini Carpets, presenta Woven Forms, collezione di 25 tappeti, in edizione limitata e numerata, realizzati a mano da artigiani del Nepal su disegno di artisti e designer internazionali.
Tra questi, gli Haas Brothers che fanno però la parte del leone aggiudicandosi ben cinque tappeti zoomorfi, che rappresentano il manto di cinque animali estinti, alcuni anche battezzati con titoli non-sense quali La Brea Brad Pitt, parafrasi di La Brea Tar Pits & Museum, il nome del popolare sito all’aperto e museo di storia naturale losangelino. Insomma, uno zoo nuovo ma paleolitico, che pare quasi emulare i personaggi di Lewis Carroll: dalla Lepre marzolina alla Falsa tartaruga…
Testo di Olivia Cremascoli