SPECIALE EXPO

Etica ed estetica danno vita all’anima ‘verde’ di Expo Milano 2015. Dove orti e campi agricoli si allungano ingegnosamente su pareti verticali nel segno di un incontro proficuo fra natura e tecnologia.

Si comincia con i 1.000 metri quadri del ‘Vertical Field’ del Padiglione Israele, progettato dall’architetto David Knafo; poi quello cinese nato dalla collaborazione tra Tsinghua University & Studio Link-Arc; infine, quello del Vietnam progettato dall’architetto vietnamita Vo Trong Nghia.

a cura di Antonella Boisi e Laura Ragazzola

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Israele - Campi di domani. “Nella storia di Expo, l’architettura dei padiglioni ha saputo esplicitare il legame tra innovazione ed estetica. In questo progetto abbiamo voluto evidenziare il suo ruolo nel promuovere i temi della sostenibilità” ha commentato David Knafo. (foto di Saverio Lombardi Vallauri)
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Repubblica Popolare Cinese - Terra di speranza, cibo per la vita. Nato dalla collaborazione tra Tsinghua University & Studio Link-Arc, il padiglione cinese incanta per lo scenografico tetto ondulato che sposa le antiche tradizioni costruttive dell’architettura cinese con soluzioni d’alta tecnologia (foto di Luca Rotondo).
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Repubblica Popolare Cinese - Terra di speranza, cibo per la vita. “L’uomo è parte integrante della natura” ha ricordato durante una recente ‘lecture’ al Politecnico di Milano, l’architetto Yichen Lu, socio fondatore dello Studio Link-Arc con base a New York, spiegando lo spirito che ha ispirato il padiglione Cina, alla sua prima partecipazione a una Esposizione Universale. (foto di Luca Rotondo)
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Repubblica Popolare Cinese - Terra di speranza, cibo per la vita. Equilibrio, armonia, tradizioni ma anche tecnologia e futuro: temi che trovano nella forma architettonica del padiglione piena espressione. All’interno, una piantagione di grano si sposa con una installazione multimediale a led. Hanno collaborato alla realizzazione del padiglione, tra gli altri, iGuzzini, Ilva (foto di Luca Rotondo).
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Vietnam - Acqua e fior di loto. “Il bambù è l’acciaio verde del XXI secolo”. Ne è convinto l’architetto vietnamita Vo Trong Nghia, famoso in Vietnam per le sue straordinarie architetture realizzate con materiali naturali, low cost e a chilometro zero, primo fra tutti il bambù. E quest’ultimo è il materiale principe con il quale sono realizzati i quasi 900 metri quadrati del padiglione (realizzato da Proger), scelta progettuale che crea all’interno un micro-clima fresco e confortevole per i visitatori (foto di Saverio Lombardi Vallauri).
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Vietnam - Acqua e fior di loto. Uno stagno da cui svettano iconici fior di loto fatti di bambù: il padiglione vietnamita, progettato dall’architetto Vo Trong Nghia, promuove l’uso di materiali naturali ed economici, per creare un’architettura green calata nella contemporaneità (foto di Saverio Lombardi Vallauri).