Ispirato a una delle maschere più note del carnevale sardo, il nuovo specchio multifunzionale Boès è il primo progetto di Giulio Iacchetti per Ebanisteria Meccanica, storica realtà artigianale che con la nuova art direction inizia un percorso di valorizzazione – e reinterpretazione – delle tradizioni, dell'immaginario culturale e della creatività della Sardegna

L'antico laboratorio di falegnameria sassarese Ebanisteria Meccanica valorizza da sempre il legno e il prezioso lavoro dell’artigianato, ricco di conoscenze tecniche, materiche e culturali proprie del territorio sardo, che oggi rischia di scomparire. Ora, il titolare Diego Moretti, nipote del fondatore, si affida alla creatività di Giulio Iacchetti per ideare nuovi prodotti dalla forte impronta sarda: contemporanei nella funzionalità ma con un tratto distintivo ben riconoscibile.

La nuova era di Ebanisteria Meccanica parte proprio dalla Sardegna e dalle sue origini, su spinta e nello spirito della neonata collaborazione con Giulio Iacchetti, che seguirà il brand sassarese anche come art director. Il primo di una serie di progetti è lo specchio svuotatasche Boès, ispirato a una delle maschere più note del carnevale sardo, ideato per recuperare quei valori tradizionali che, pur essendo presenti in ogni creazione precedente, risultavano quasi nascosti, o comunque non perfettamente evidenti.

Il laboratorio di falegnameria venne aperto nel 1931 a Sassari da Diego Moretti, allievo dello storico mobilificio sassarese dei Fratelli Clemente e nonno dell’attuale titolare; la tradizione famigliare è stata portata avanti prima dal figlio Antonio Moretti, ora da Diego.

“Ciò che mi ha colpito di Ebanisteria Meccanica, prima di ogni altra cosa, è il suo nome, che trovo di una modernità davvero straordinaria” racconta Giulio Iacchetti. “Nel progetto del brand vedo sicuramente le potenzialità per creare un ponte tra passato e presente, recuperando le piccole storie della Sardegna e il suo grande patrimonio artigianale, la cui essenza è racchiusa nei piccoli borghi. La Sardegna esprime una grande quantità di simboli, di archetipi e di materiali unici, e rappresenta senz’altro un meraviglioso territorio progettuale da esplorare insieme a Ebanisteria Meccanica. Con questi prodotti proponiamo un ritorno a una dimensione locale: l’intento è quello di recuperare l’intero immaginario culturale sardo, che può dialogare facilmente con tutta l’Italia e con il mondo intero. A rendere davvero unica la nostra proposta sarà proprio la volontà di scavare negli argomenti più iconici della tradizione sarda, in tutti quegli elementi dal gran potere immaginifico che scaldano ogni cuore”.

Se nel folclore sardo i Boès e i Merdulès simboleggiano il confronto tra l’istinto primordiale e la ragione, nello specchio Boès sembra rivivere quel dialogo tra forma e sostanza che negli anni ha caratterizzato ogni singola creazione di Ebanisteria Meccanica.

“Con Diego Moretti mi sono confrontato sulla possibilità di evocare i simboli tipici della Sardegna” spiega Giulio Iacchetti.“Il carnevale di Ottana, nel Nuorese, è diventato paradigmatico di valori che in Sardegna si vivono da sempre, ovvero il rapporto ancestrale tra uomo, animale e natura: uomini travestiti da buoi si assoggettano ad altri vestiti con pelli di pecora (i merdules). Il rito dell’addomesticamento rivive ogni anno, diventando esso stesso un simbolo della Sardegna. Le maschere del carnevale, con le lunghe corna, vengono poi riposte appese al muro; spesso mi è capitato di vederle nelle case sarde che ho frequentato. Dalla loro osservazione è scaturita l’idea di realizzare uno specchio: alle sue estremità superiori è possibile appendere abiti e cappelli, dietro lo specchio è celato un piccolo vano svuotatasche, all’anello in acciaio che attraversa le nari del bue è possibile agganciare il guinzaglio del cane o un ombrello. L’idea sottesa è che specchiandoci ognuno di noi si ‘maschera’ da boes: per un solo istante diventiamo noi stessi animali, in un gioco di rimandi che, sul filo dell’ironia, ci accompagna in un viaggio intenso e genuino nei valori umani e artigiani della Sardegna”.

 

Tra le altre novità disegnate da Iacchetti figura anche un cavalluccio in legno pensato per i bambini, che nelle intenzioni di Ebanisteria Meccanica intende rappresentare una vera e propria celebrazione di uno degli animali più strettamente legati alla storia della Sardegna.

“Giulio Iacchetti mi ha dato una vera e propria scossa” spiega Diego Moretti. “La sua intuizione è stata davvero illuminante, perché mi ha permesso di riscoprire alcuni tratti della mia terra e di utilizzarli sapientemente in questi nuovi prodotti. Unendo il know-how di famiglia e l’immaginazione di Giulio sono certo che sapremo dar vita ad altri manufatti pregiati e di grande valore estetico e concettuale”.

 

In ogni creazione di Ebanisteria Meccanica sembra così apparire un tocco di magia, a cui si affianca un alone di mistero, come se la tradizione quasi centenaria dei suoi artigiani continuasse a rivivere anche nei prodotti contemporanei, vibranti di nuove emozioni.