Se nel folclore sardo i Boès e i Merdulès simboleggiano il confronto tra l’istinto primordiale e la ragione, nello specchio Boès sembra rivivere quel dialogo tra forma e sostanza che negli anni ha caratterizzato ogni singola creazione di Ebanisteria Meccanica.
“Con Diego Moretti mi sono confrontato sulla possibilità di evocare i simboli tipici della Sardegna” spiega Giulio Iacchetti.“Il carnevale di Ottana, nel Nuorese, è diventato paradigmatico di valori che in Sardegna si vivono da sempre, ovvero il rapporto ancestrale tra uomo, animale e natura: uomini travestiti da buoi si assoggettano ad altri vestiti con pelli di pecora (i merdules). Il rito dell’addomesticamento rivive ogni anno, diventando esso stesso un simbolo della Sardegna. Le maschere del carnevale, con le lunghe corna, vengono poi riposte appese al muro; spesso mi è capitato di vederle nelle case sarde che ho frequentato. Dalla loro osservazione è scaturita l’idea di realizzare uno specchio: alle sue estremità superiori è possibile appendere abiti e cappelli, dietro lo specchio è celato un piccolo vano svuotatasche, all’anello in acciaio che attraversa le nari del bue è possibile agganciare il guinzaglio del cane o un ombrello. L’idea sottesa è che specchiandoci ognuno di noi si ‘maschera’ da boes: per un solo istante diventiamo noi stessi animali, in un gioco di rimandi che, sul filo dell’ironia, ci accompagna in un viaggio intenso e genuino nei valori umani e artigiani della Sardegna”.