Gli allestimenti di Dario Curatolo miscelano in modo dialettico la dimensione volumetrica degli spazi espositivi alla grafica e alle modalità multimediali, ai film e agli ologrammi, per riuscire a raccontare identità aziendali, valori delle istituzioni, progetti e idee, attraverso percorsi capaci di offrire un’esperienza conoscitiva a ogni visitatore.

Non è un caso che di tanti allestimenti sia curatore, art director, progettista del concept espositivo così come dell’identità visiva, come sarà per il Padiglione Italia alla Hong Kong Design Week in programma a dicembre 2017.

Per Curatolo, “costruire un ambiente attorno all’idea è un’opportunità unica di raccontare una storia attraverso uno spazio che prende la forma dell’idea stessa. Dalle pareti, alle scritte, agli interventi grafici, ogni tassello va a ricomporsi in un puzzle articolato che permette di trasformare un’idea o un prodotto in un’esperienza”.

Attraverso un confronto tra dimensione materiale (i volumi costruiti) e immateriale (dagli ologrammi alle proiezioni immersive), le installazioni pensate da Curatolo assumono l’aspetto di ‘contenitori narrativi’ in cui proporre al pubblico percorsi interattivi e messaggi attentamente calibrati.

Negli spazi fieristici, nella successione di stand chiamati a comporre i corridoi distributivi ortogonali, non è semplice riuscire a emergere dal punto di vista della sola soluzione architettonica. I vincoli di altezza e i confini dimensionali predefiniti tendono a uniformare tra loro i diversi allestimenti.

Per Federlegno Arredi, nella partecipazione al Salone del mobile di Milano del 2015, Curatolo ha progettato lo spazio “IN ITALY” che ha visto la partecipazione di 64 aziende italiane e di un selezionato gruppo di designer, progettisti e architetti, che si sono confrontati sul tema dei prodotti, del design e della progettazione.

In un grande spazio d’angolo aperto su due lati e segnato da una forte copertura, pensato come una sorta di piazza protetta che invitava alla visita, le aziende coinvolte erano presentate attraverso un filmato interattivo, con il quale i visitatori erano coinvolti nell’esplorazione virtuale del saper fare italiano e del percorso produttivo nascosto dietro ogni oggetto.

Il filmato in questo caso era pensato come una sorta di racconto a più livelli, in cui cliccando su oggetti o personaggi che apparivano sugli schermi touch screen si entrava ‘a cascata’ in spazi di approfondimento dedicati a racconti specifici, testimonianze dirette di imprenditori, progettisti e artigiani.

A questo si aggiungeva il palcoscenico degli ologrammi (di designer italiani) che parlavano ai visitatori come figure reali in continuo cambiamento. Il progetto dell’allestimento si spinge oltre il fattore volumetrico dello spazio per estendere l’azione creativa alle tecniche del racconto e alla sua messa in scena, per arrivare alla definizione di una vera e propria app capace di raccogliere una documentazione esauriente.

A volte il progetto diventa una ‘cornice’ per mostrare oggetti e disegni, come quello elaborato in occasione della Tianjin International Design Week del 2015. In questo caso il Padiglione Italiano era scandito da un sistema di contenitori di colore rosso scuro (memoria della tradizionale lacca cinese), che univano interno ed esterno per accogliere una selezione di oggetti e di disegni di architettura a opera di progettisti romani.

Per il Meeting 2015 di Comunione e Liberazione a Rimini si è scelto di uscire dal padiglione fieristico e di costruire su uno specchio d’acqua un volume astratto, bianco e percorribile. Una piccola architettura chiamata simbolicamente a collegare le sponde, a unire le persone in un confronto, dove veniva raccontata la storia del fondatore del movimento, Don Giussani, e dove i partecipanti erano anche invitati a lasciare sulla parete interna il proprio ritratto scattato in sito con una Polaroid, per creare un coloratissimo ritratto collettivo finale.

Ancora un volume astratto, ma parte di un’installazione articolata realizzata per il FuoriSalone 2014 all’interno degli spazi di Palazzo Cusani a Milano, era il volume scuro sostenuto da una pedana con superficie azzurra, che raccontava in modo complesso ed esauriente l’identità della Oikos, azienda produttrice di vernici per l’architettura.

La potenzialità dei materiali e dei colori era espressa nel trattamento dei setti e dei volumi dell’allestimento e nel racconto ai piani superiori, dedicati agli ambienti domestici, dove gi arredi erano rappresentati come sagome ritagliate per sottrazione nelle pareti, trattate con diverse finiture di stanza in stanza.

La direzione artistica per il Padiglione Italia “Le quattro stagioni”, curato da Luca Zevi per la XIII Biennale di Architettura di Venezia del 2012, prevedeva, tra le altre sezioni, uno spazio dove, attraverso una proiezione a multiscreen, lo spettatore si immergeva nel paesaggio italiano.

Anche in questo caso, il tema del ‘racconto’ era il soggetto primario dell’idea di Dario Curatolo, l’espressione di una dimensione narrativa del progetto che, superando il concetto di stand espositivo, intende fare di ogni allestimento un’esperienza sensoriale.

Foto courtesy Dario Curatolo – Testo di Matteo Vercelloni

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Rendering assonometrico del sistema espositivo per il Padiglione Italia alla Tianjin International Design Week del 2015.
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Vista della piazza coperta dell’allestimento “IN ITALY”per Federlegno Arredo al Salone del Mobile di Milano 2015.
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Il marchio ideato da Curatolo, in qualità di curatore e progettista per l’allestimento, del Padiglione Italia per la Hong Kong Design Week in programma a dicembre 2017.
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L’allestimento per il “Meeting 2015” di Comunione e Liberazione a Rimini.
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L’allestimento per il “Meeting 2015” di Comunione e Liberazione a Rimini.
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Allestimento per Oikos a Palazzo Cusani, FuoriSalone di Milano 2014.
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Lo spazio dedicato alla proiezione multiscreen sul tema del paesaggio italiano nel Padiglione Italia della XIII Biennale di Architettura di Venezia.
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Disegno dello spazio dedicato alla proiezione multiscreen sul tema del paesaggio italiano nel Padiglione Italia della XIII Biennale di Architettura di Venezia.
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