Cersaie 2011 porta in primo piano il Giappone, rappresentato e indagato attraverso la presenza di due architetti di grandissimo livello internazionale.
L’omaggio alla cultura giapponese troverà il suo momento più rappresentativo nella lectio magistralis (venerdì 23 settembre alle ore 11.00) di Kazuyo Sejima, empatico genio dell’architettura contemporanea. Una star diversa, che deve il proprio successo al carisma personale e alla felicità delle sue architetture, opere magistrali che rivelano possibilità spaziali ancora tutte da esplorare. Come direttore dell’ultima biennale veneziana di architettura, nel 2010, Sejima ha privilegiato la ricerca sperimentale e l’attenzione alla misura d’uomo lasciando da parte l’architettura urlata dell’alta tecnologia a ogni prezzo. Nello stesso 2010, un anno per lei davvero magico, Sejima ha conquistato il premio Pritzker, il massimo riconoscimento mondiale per l’architettura, e ha inuagurato il Rolex Learning Center di Losanna, un edifi cio rivoluzionario che trasforma un centro di servizi per gli studenti in un paesaggio continuo punteggiato di giardini, colline e ampie vetrate circolari. Il secondo architetto ospite d’onore di Cersaie è Kengo Kuma, autore di molte realizzazioni memorabili con una ricerca costante su materiali come la ceramica, il bambù e la pietra, e che presenterà i propri progetti mercoledì 21 settembre alle 14.00. In Italia, Kuma ha realizzato, per Casalgrande Padana, la Ceramic Cloud, una installazione concepita in collaborazione con Alfonso Acocella e Luigi Alini. Il progetto fu presentato in anteprima all’evento organizzato da Interni per il FuoriSalone milanese del 2010, ed è poi stato realizzato davanti alla sede dell’azienda, all’interno di una rotatoria stradale. Il CCC è una parete, alta 7 metri e lunga 40, con un telaio di metallo a cui sono agganciate speciali lastre di grès porcellanato bianco. Un’idea che traduce un materiale solido e consistente come la ceramica in una struttura che, impalpabile come una nuvola, si diluisce nell’atmosfera. Oggi, la collaborazione prosegue con Old House, una tipica casa colonica che Kuma ha recuperato e trasformato in centro per incontri, mostre ed eventi e sede dell’archivio storico dell’azienda reggiana. L’edifi cio e il giardino che lo circonda dialogano in armonia con il landmark della Ceramic Cloud poco distante. Al pari degli architetti, anche i designer giapponesi si distinguono per una tensione molto forte verso la smaterializazzione, verso la leggerezza, e verso un mondo in cui gli oggetti non sono che i rifl essi di un’idea. Per raggiungere questo confi ne, occorre un grande lavoro di ricerca sul materiale, sulle sue caratteristiche, tecniche e formali, per scoprirne le potenzialità e le possibili applicazioni. E quando si tratta di portare in primo piano la qualità e la cura del dettaglio e la capacità di coniugare tradizione e innovazione, le aziende italiane sono i partner ideali. Per Brix, Naoto Fukasawa realizza Linen, un pannello in grès porcellanato che riproduce le venature che il tofu imprime sul tessuto di cotone che lo avvolge. Kaori Shiina, per Cisa, riveste le piastrelle di trame delicate, e astratte come pixel, mentre Junzo Yamashita, per Disegno Ceramica, presenta un portalavabo di acciaio intrecciato come vimini e ripiegato attorno a una colonna di bambù. Per Flaminia, Nendo ha disegnato Roll, un lavabo formato da un unico foglio di ceramica che, leggero come carta, si avvolge su se stesso a racchiudere, e a impreziosire, l’invaso dell’acqua. Ma le immagini che forse rappresentano con maggiore evidenza un approccio realmente innovativo alla ceramica le dobbiamo a Tokujin Yoshioka. La sua collezione Phenomenon, prodotta da Mutina, imita e interpreta immagini e texture naturali – il favo delle api, i cristalli di neve, le venature del ghiaccio, la pioggia – e, attraverso l’inserimento di particelle di materiali estranei, altera la serialità della lavorazione industriale e realizza immagini di forte suggestione emotiva. Alessandro Rocca