Il valore del lavoro, il piacere di realizzare oggetti fuori dal comune, l’incontro (felice) con persone straordinarie dalle esperienze e culture diverse: ecco gli ‘ingredienti’ di Atanor, un progetto nato dall’incontro tra chi immagina, e cioè, progettisti, designer ma anche fotografi e creativi, e chi realizza, l’azienda veneta Merotto Milani, da quasi cinquant’anni partner di importanti studi di architettura italiani e internazionali per realizzare musei, alberghi, case, showroom, allestimenti.

Ce ne parla Adriano Sordi, che insieme alle più giovani generazioni della sua azienda, ha deciso di intraprendere questa nuova avventura imprenditoriale.

Innanzitutto, cosa significa Atanor?

Il termine lo abbiamo preso in prestito dagli alchimisti: indica l’arcaico crogiolo dove si mescolavano i preziosi ingredienti per creare la vita. Noi ci abbiamo messo dentro tante idee e il ‘saper fare’ di mani abili. Così è nata questa collezione: sedie, tavoli, bicchieri, oggetti per prima cosa utili, ma ricchi di grande eleganza e forza espressiva perché nascono da un percorso che ha dietro una storia umana e di lavoro…

…delle Persone, dunque?

Molte e straordinarie persone. In tanti anni di attività abbiamo potuto contare su una rete di relazioni che annovera nomi illustri di designer, architetti, imprenditori ed artisti, che oggi formano la ‘squadra’ di Atanor: da Tobia Scarpa (a lui si deve nome e logo della neonata azienda) a Piero Lissoni, da Carlo Forcolini a Davide Macullo; da Luciano Benetton all’argentiere Ciro Cacchione, patron di San Lorenzo.

Tutti hanno accolto con entusiasmo l’invito e la rosa è sicuramente destinata ad ampliarsi, visto che abbiamo contattato più di trenta designer con cui abitualmente lavoriamo.

Noi, poi, ci mettiamo il nostro ‘saper fare bene’, potendo contare su maestranze di grandissimo livello, capaci di superare continuamente sé stessi, di andare oltre, di ottenere sempre di più. Grazie, soprattutto, alla cura e alla originalità delle lavorazioni che rappresentano il punto di forza della nostra azienda.

Quindi, siete depositari di un patrimonio artigianale di alto livello?

Non amo molto la parola ‘artigianalità’ come non amo la parola ‘passione’. Per chi lavora da noi sono parole scontate alla base di ogni lavoro. Oggi sono di moda, certamente abusati. Questi uomini non sono solo artigiani.

Allora lei come li chiama?

Per nome, semplicemente, e in dialetto (veneto, ndr).

Riassumendo, ad Atanor hanno contribuito amici-designer, abili artigiani e poi?

I giovani. Lo staff di Atanor è composto da ragazzi under 35. Sono loro (Francesco Sordi, Sara Breda e Riccardo Crosetta, ndr) che hanno avuto l’idea di sviluppare una strategia commerciale che punta sull’esclusiva vendita online (www.terrediatanor.it).

Uno strumento agile e moderno, al passo con i tempi, che ci consente di distribuire i prodotti con cura, di controllare sino alla fine l’iter produttivo. Il sito, poi, è anche occasione per conoscere la storia di ogni singolo progetto, che viene spiegato dal suo autore attraverso un video-racconto.

Insomma, le persone sono ancora quelle che contano…

Sì, sempre. Atanor non è solo un progetto commerciale ma è soprattutto la testimonianza di un’esperienza fatta di relazioni, di incontri e di condivisione di valori comuni.

di Laura Ragazzola – foto di David Zanardi

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‘Bicchiere 59’ disegnato da Tobia Scarpa.
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In occasione dello scorso FuoriSalone, presso ‘Casabella laboratorio’, è stata presentata la collezione Atanor: nella foto, l’appendiabiti ‘Santiago’, disegnato da Tobia Scarpa.
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Sgabello ‘Malga’ di Piero Lissoni.
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Cestino ‘Girasole’ disegnato da Tobia Scarpa.
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Tavolo ‘Leonardo’ di Carlo Forcolini.
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Il giovane staff che guida la piattaforma online è composto da Francesco Sordi, Sara Breda (nella foto) e Riccardo Crosetta.