Di Maddalena Padovani

Per Marina Abramovich, l’esercizio di separare e contare il riso per un minimo di sei ore rappresenta una sorta di ‘riscaldamento’ psico-fisico utile per acquisire concentrazione e per predisporre corpo e mente alla performance art. Si tratta di una delle tecniche più semplici e basilari del ‘Metodo Abramovic’ che l’artista ha sperimentato su se stessa in anni di dedizione e ferreo autocontrollo; oggi costituisce l’ossatura di una didattica che raccoglie studenti e appassionati da tutto il mondo e ha come riferimento il Marina Abramovic Institute (MAI), una sorta di istituto immateriale che ospita eventi e performances all’interno di diversi spazi in giro per il mondo.

Da anni Abramovich impegna gran parte del suo tempo alla divulgazione e promozione di questo metodo a cui spera di dedicare una vera e propria scuola nello stato di New York, trasformando allo scopo un vecchio edificio di oltre 3000 metri quadrati da lei acquistato nella città di Hudson. Un progetto ambizioso, che non solo rende necessaria un’ingente raccolta di risorse economiche ma mette anche in pista un diverso genere di energie creative, come quelle del design e dell’architettura.

Non poteva quindi esserci cornice migliore dell’Università Statale di Milano e della mostra-evento Feeding new ideas for the cityorganizzata da Interniper presentare il suo workshop “Counting the Rice” in occasione della settimana del design dello scorso aprile. Complici, due protagonisti del progetto contemporaneo che hanno messo a disposizione il loro genio creativo e il loro know-how in un’installazione che nel nome dell’arte sviluppa un percorso di ricerca segnica, materica e produttiva riconducibile a tutti gli effetti al processo del design.

Da una parte Daniel Libeskind, architetto di fama mondiale e approccio concettuale, amico di lunga data di Marina Abramovich; dall’altra Moroso, azienda leader del design italiano che da anni vanta un forte legame con il mondo dell’arte contemporanea. “L’incontro con questa straordinaria artista, che avevo sempre seguito e ammirato”, spiega Patrizia Moroso, art director dell’azienda, “era avvenuto anni fa grazie al comune amico Carlo Bach, direttore artistico di Illy. Non mi sarei mai aspettata che una persona, capace di mettere nel suo lavoro tanta forza e tanto coraggio, fosse in realtà capace di una fantastica leggerezza e di un grande trasporto affettivo. Da allora siamo rimaste sempre in contatto, con il proposito di trovare il modo di fare qualcosa assieme”.

L’occasione si presenta per l’appunto all’inizio di quest’anno, quando Marina Abramovich chiede a Daniel Libeskinddi disegnare un banco appositamente pensato per l’esercizio di contare il riso e a Moroso di realizzarlo. “La particolarità della funzione” prosegue Patrizia “richiedeva un oggetto speciale, una forma non scontata. Libeskind ha saputo perfettamente interpretare la sfida, ideando una sorta di banco sacro che nel suo segno elementare riassume l’aspetto ascetico e nello stesso tempo didattico della performance. Non solo. Il progetto presentava un principio sistemico molto interessante, che faceva della seduta-banco un elemento in grado di crescere in modo organico e di adattarsi a diverse situazioni”.

Realizzato in un’unica versione in legno per l’appuntamento alla Statale di Milano, il Counting the Rice tablesi è successivamente sviluppato in nuove configurazioni materiche e morfologiche che hanno ampliato il significato del progetto. Per il Centre d’Art Contemporaine di Ginevra è diventato una vera e propria installazione site specific, capace di accogliere un maggior numero di partecipanti e di relazionarsi a uno spazio articolato e connotato sul piano architettonico.

Poi l’idea di farne una serie limitata, non più realizzata in legno industriale – quello normalmente utilizzato per gli imballaggi delle opere d’arte – bensì in cemento. “Da oggetto funzionale” prosegue Patrizia Moroso “abbiamo deciso di farne un simbolo scultoreo, un’opera dedicata ai collezionisti d’arte. L’obiettivo è raccogliere fondi per implementare le attività del MAI. Per la realizzazione di questa serie di trenta esemplari abbiamo scelto il calcestruzzo performante, materiale d’elezione di Libeskind.

Con la collaborazione dell’azienda friulana Kenius-Gesteco, che sperimenta e sviluppa i materiali di ricerca di Italcementi nel mondo del design, abbiamo messo a punto un prodotto innovativo, che si colloca a metà strada tra arte e design. Ben 200 ore sono state necessarie per costruire il cassero della limited edition e altre 112 sono state spese per dare vita al primo esemplare del peso di 450 chili, che è stato presentato lo scorso settembre a Basilea dalla Fondazione Beyeler ed è stato battuto all’asta per 100mila franchi svizzeri”.

La collaborazione tra Moroso e Marina Abramovich proseguirà in occasione di Art Basel a Miami dal 4 al 7 dicembre. Durante la manifestazione verranno presentati sia il prototipo che il secondo esemplare della serie limitata Counting the Rice table. Non solo. Verrà tenuto a battesimo il secondo progetto di Moroso per il MAI, firmato questa volta da Patricia Urquiola che per gli studenti della celebre artista ha pensato a una seduta dove riposarsi dopo gli impegnativi esercizi di performance art.

Particolari materiali, finiture e colori faranno di questo arredo un oggetto decisamente speciale dedicato a Marina Abramovich, ma non è detto che un giorno possa approdare al mondo della produzione industriale ed entrare nel catalogo del marchio di Udine in una versione che risponde ai principi democratici del design ma conserva la portata visionaria dell’arte.

 

Maddalena Padovani

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Un esemplare della serie limitata Counting the Rice table disegnata da Daniel Libeskind e realizzata da Moroso in cemento performante con la collaborazione di Kenius-Gesteco. Il progetto, sviluppato a favore del MAI, la fondazione di Marina Abramovic, verrà presentato ad Art Basel di Miami dal 4 al 7 dicembre.
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Marina Abramovic (a sinistra) assieme a Patrizia Moroso e Daniel Libeskind all’Università Statale di Milano dove, in occasione della mostra Feeding new ideas fot the city organizzata da Interni lo scorso aprile, l’artista ha presentato al pubblico l’esercizio ‘Counting the Rice’.
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Dopo il debutto milanese, il sistema di sedute sviluppato da Moroso con Daniel Libeskind per accogliere la performance Counting the Rice è stato presentato a maggio al Centre d’Art Contemporaine di Ginevra, in un’installazione site specific in grado di ospitare molti partecipanti.
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Una fase del processo di realizzazione del Counting the Rice table nella nuova versione in edizione limitata in cemento, destinata ai collezionisti d’arte. Il primo esemplare è stato battuto all’asta a settembre dalla Fondation Beyeler di Basilea.
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Due studenti del MAI seduti sul Counting the Rice table in cemento, intenti nell’esercizio di contare il riso.