Della lezione di Droog Design Jurgen Bey prosegue, con la partner Rianne Makkink, la ricerca nell’ibridazione delle discipline e della morfologia degli oggetti.
Niente è mai scontato. Un continuo effetto sorpresa, a tratti surreale, porta l’utente a interrogarsi sull’origine delle forme e sui rituali che instaura con le cose. Il designer diventa una sorta di alchimista, capace di mischiare riferimenti culturali e contestuali, dando vita a prodotti che travalicano la mera funzione pur essendo oggettivamente funzionali. La serie per l’azienda olandese Prooff nasce proprio da studi sul movimento del corpo e sull’interazione dell’utente in spazi pubblici e lavorativi. I prodotti dello studio Makkink & Bey mostrano continue citazioni. Elementi della tradizione sono decontestualizzati e accoppiati in mix postmoderni che li rendono atemporali. Come la serie Kokon in cui il rivestimento in fibra sintetica ed elastica da un lato trasforma due pezzi disgiunti, dall’altro ne svela i contorni familiari. Spesso queste alchimie sono ottenute attraverso la negoziazione tra opposti. Come in uno dei pezzi più celebri di Jurgen Bey, la panca a tronco d’albero, nella quale l’inserimento di sedie di differenti epoche simboleggia l’interazione tra natura e cultura. Dalla scala urbana ai pezzi unici da galleria, lo studio Makkink & Bey paragona il design alla corsa nell’atletica: molte e differenti discipline trovano oggi una sempre più forte specializzazione, ma proprio grazie alla loro comparazione è possibile scorgere nuovi campi di ibridazione e trovare nuovi sbocchi per la pratica progettuale.