Realizzata in soli 30 esemplari, la bicicletta Nemo Gravel Alessandro Mendini di Cinelli nasce da un progetto pensato negli anni ’80 da Alessandro Mendini e Antonio Colombo, mai venuto alla luce fino ad oggi

Un progetto corale e colorato: grafico e vivace dallinconfondibilmente firma di Alessandro Mendini e dinamico come può esserlo solo una bicicletta.

Nemo Gravel Alessandro Mendini, è la bicicletta d’artista di Cinelli in edizione limitata e numerata, venduta esclusivamente online. Realizzata in soli 30 esemplari, nasce da un progetto pensato durante gli anni di frequentazione tra il maestro Alessandro Mendini e Antonio Colombo, vicepresidente e direttore artistico dell’azienda del settore del ciclismo, nonché gallerista, mai venuto alla luce fino ad oggi.

Le figlie di Mendini e il lavoro di recupero dall’archivio

Grazie all’intervento delle figlie di Mendini, Fulvia ed Elisa, che hanno ereditato l’archivio del padre e recuperato i suoi disegni, nasce oggi un modello di bicicletta che fa del segno grafico un potente ed evocativo linguaggio visivo.

Serialità artigianale e stilemi artistici

La bicicletta mantiene le caratteristiche di piccola serialità artigianale del modello Nemo Gravel di Cinelli unendole agli stilemi artistici tipici del designer, nello specifico Stilema Tre, in cui segni semplici e complessi si intrecciano tra loro, sviluppando alfabeti visivi, tratti, colori e immagini.

Alessandro Mendini: i segni come elementi pre-linguistici dai significati sospesi

“Una ricerca sulla grafia della visione scritta, quasi letteraria, dove gli alfabeti confluiscono nella costruzione di veri e propri linguaggi visivi” scrive Alessandro Mendini in Stilemi nel 2007. “In quanto linguaggi, ognuno di questi sistemi espressivi è un gioco chiuso in sé e corrisponde a regole precise. I racconti e le lettere di questi ‘alfabeti espressivi’ non vanno però intesi come un costrutto simbolico dove i significati sono prefigurati. Al contrario, i segni che concorrono a creare la grafia della visione vanno intesi quasi come elementi pre-linguistici, ancora non vincolati all’obbligo di uno specifico senso: essi sono significati sospesi, in attesa che il loro destino indichi loro una funzione”.

Il contatto tra Mendini e Cinelli negli anni ’80

Le prime collaborazioni tra Cinelli e Mendini, avvicinato attraverso il collettivo Alchimia di cui Mendini era esponente, risalgono agli anni ’80, quando Antonio Colombo, divenuto proprietario dell’azienda, ne stava disegnando il nuovo corso, in una direzione orientata verso l’unione tra sport, arte, design e lifestyle per arrivare a un pubblico più ampio dei soli professionisti e appassionati di bicicletta.

Il (puro) apporto espressivo di Mendini

Mendini ha collaborato con Cinelli alla decorazione di un telaio, a una bicicletta resa scultura attraverso il prolungamento dei tubi e al ritocco della fotografia di un atleta in corsa: tutti contributi astratti e svincolati dalle problematiche tecniche e agonistiche del ciclismo, in cui gli elementi delle bici rappresentavano un puro supporto espressivo.

Le collaborazioni d’artista, da Alchima al Cinelli Art Program

È dagli anni 80 quindi che la visione di Antonio Colombo, improntata all’unione tra innovazione tecnica, cultura e gioco, ha creato un terreno fertile per progetti in collaborazione con Alchimia, quali la Supercorsa di Alessandro Guerriero, il Rampichino di Alessandro Mendini, i nastri manubrio e l’abbigliamento ciclistico di Carla Ceccariglia, e con altri artisti e designer da cui sono nati, tra gli altri, il logo Cinelli disegnato da Italo Lupi, la bicicletta Laser di Keith Haring e punti vendita monomarca Gran Ciclismo progettati da Franco Raggi fino alle attuali attività nell’ambito del Cinelli Art Program.