Eravamo abituati a considerare la qualità mimetica della ceramica in rapporto al modello naturale dei materiali lapidei.
Ma è il legno, ora, a rappresentare la maggiore fonte di ispirazione estetica e terreno di sperimentazione tecnologica per il gres porcellanato. Questione di tendenza decorativa, certo, ma anche e soprattutto risposta a una precisa richiesta del mercato (il successo del filone imitativo è particolarmente evidente in un momento di contrazione), che vuole rivestimenti e pavimenti all’insegna della calda naturalità del legno. Ma con prestazioni superiori. Il rapporto naturale/artificiale si gioca tutto nella capacità tecnologica delle aziende italiane del comparto ceramico che, grazie alla stampa digitale, riescono a riprodurre cromatismi e venature specifiche delle varie essenze lignee, fino a declinare la grafica in lastre una diversa dall’altra, imprimere anche effetti decapé, di tintura all’anilina o della lavorazione a taglio sega. Il ventaglio delle proposte è ampio e fa evolvere il retaggio passato della pura imitazione verso una più creativa (e onesta) reinterpretazione. In ogni caso le caratteristiche prestazionali sono la chiave del successo di questi prodotti: inalterabilità nel tempo, insensibilità a luce e agenti atmosferici, resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Con buona pace di chi, in casa, preferisce un materiale vivo.