progetto di John Pawson con Ben Collins
progetto esecutivo, direzione lavori e project management
mzc+, Mario Marchetti, Fabio Zampiero, Giuseppe Cangialosi con Vittorio Massimo
paesaggio Jonathan Bell BBUK
foto di Marco Zanta
testo di Matteo Vercelloni

Circondata da un nuovo giardino composto da ampi parterre erbosi e da gruppi di nuove querce che si stemperano nel bosco a nord dell’area d’intervento, la “Casa delle Bottere” (il nome deriva dalla strada dove un tempo si trovavano gli artigiani che costruivano le botti di rovere per la conservazione del vino), si offre come un elegante e riconoscibile corpo architettonico di forma regolare che emerge dal verde dei prati per il trattamento bianco di ogni sua superficie, compreso il tetto rivestito di pietra bianca disposta a conci complanari di diversa dimensione.

È proprio la particolare tettonica del progetto, sottolineata dal salto materico tra copertura e ‘zoccolo di appoggio’ a caratterizzare l’andamento compositivo del complesso. Il fronte ovest ricorda nella sua figura di riferimento l’andamento armonico delle tante costruzioni agricole della zona con il tetto a doppia falda spiovente e vertice centrale; ma lo sviluppo della copertura verso il fronte opposto, a est, conduce la proiezione del vertice a raccordarsi alle estremità della facciata, così da trasformarsi in ‘tetto piano’, in un movimento discendente di perfetta sintesi geometrica. A questo inusuale quanto ricercato e riuscito profilo, che si allinea in modo complementare all’orizzonte disegnato dalle Prealpi venete, si rapporta l’architettura del corpo sottostante contenuta a est tra la vasca della piscina a bordo prato affiancata da una corte ipogea e l’accesso in pendenza ai box sul fronte opposto. L’ingresso alla casa dal prato è ubicato lungo il fronte sud, dove la falda di copertura in aggetto disegna un porticato continuo rientrante su cui si affaccia il ritmo delle aperture concluso da un muro cieco corrispondente al fronte lineare in cui il tetto si rastrema e si appiattisce lungo la linea di gronda.  I due fronti di testata sono segnati da una sola apertura centrale allineate l’una all’altra per formare nell’interno un cannocchiale visivo che attraversa l’intera costruzione incrociandosi in mezzeria con un patio passante che accoglie la scala di collegamento tra i due livelli e scandisce al piano della quota campagna zona notte e zona giorno. Quest’ultima è rivolta verso la corte ipogea con un grande soggiorno trasversale da cui diparte il percorso distributivo che unisce le due aperture simmetriche di testata. Una prospettiva scandita dallo spessore dei volumi interni rimarcati anche da un sottile arretramento delle porte delle camere che enfatizzano il valore e la presenza delle murature di contorno alla spina di riferimento dell’impianto complessivo. In soggiorno un camino orizzontale scolpisce in modo lineare la parete interna, cui corrisponde, su quella simmetrica affiancata, una nicchia della stessa lunghezza in cui è collocata una panca di legno che, come tutti gli altri arredi su disegno, è pensata come elemento architettonico parte della limpida grammatica dell’intervento. Una sintassi abitativa di assoluta pulizia formale, cui concorre anche l’attenzione rivolta all’impiantistica che oltre a minimizzare l’impatto della costruzione rispetto all’ambiente che l’accoglie (un impianto a sonde geotermiche, privo di combustione, alimenta il riscaldamento), cela nell’assoluto dell’involucro volumetrico pannelli radianti a soffitto per il rinfrescamento estivo e riscaldamento a pavimento.

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progetto di John Pawson con Ben Collins progetto esecutivo, direzione lavori e project management mzc+, Mario Marchetti, Fabio Zampiero, Giuseppe Cangialosi con Vittorio Massimo paesaggio Jonathan Bell BBUK foto di Marco Zanta testo di Matteo Vercelloni - Circondata da un nuovo giardino composto da ampi parterre erbosi e da gruppi di nuove querce che si stemperano nel bosco a nord dell’area d’intervento, la “Casa delle Bottere” (il nome deriva dalla strada dove un tempo si trovavano gli artigiani che costruivano le botti di rovere per la conservazione del vino), si offre come un elegante e riconoscibile corpo architettonico di forma regolare che emerge dal verde dei prati per il trattamento bianco di ogni sua superficie, compreso il tetto rivestito di pietra bianca disposta a conci complanari di diversa dimensione. È proprio la particolare tettonica del progetto, sottolineata dal salto materico tra copertura e ‘zoccolo di appoggio’ a caratterizzare l’andamento compositivo del complesso. Il fronte ovest ricorda nella sua figura di riferimento l’andamento armonico delle tante costruzioni agricole della zona con il tetto a doppia falda spiovente e vertice centrale; ma lo sviluppo della copertura verso il fronte opposto, a est, conduce la proiezione del vertice a raccordarsi alle estremità della facciata, così da trasformarsi in ‘tetto piano’, in un movimento discendente di perfetta sintesi geometrica. A questo inusuale quanto ricercato e riuscito profilo, che si allinea in modo complementare all’orizzonte disegnato dalle Prealpi venete, si rapporta l’architettura del corpo sottostante contenuta a est tra la vasca della piscina a bordo prato affiancata da una corte ipogea e l’accesso in pendenza ai box sul fronte opposto. L’ingresso alla casa dal prato è ubicato lungo il fronte sud, dove la falda di copertura in aggetto disegna un porticato continuo rientrante su cui si affaccia il ritmo delle aperture concluso da un muro cieco corrispondente al fronte lineare in cui il tetto si rastrema e si appiattisce lungo la linea di gronda.  I due fronti di testata sono segnati da una sola apertura centrale allineate l’una all’altra per formare nell’interno un cannocchiale visivo che attraversa l’intera costruzione incrociandosi in mezzeria con un patio passante che accoglie la scala di collegamento tra i due livelli e scandisce al piano della quota campagna zona notte e zona giorno. Quest’ultima è rivolta verso la corte ipogea con un grande soggiorno trasversale da cui diparte il percorso distributivo che unisce le due aperture simmetriche di testata. Una prospettiva scandita dallo spessore dei volumi interni rimarcati anche da un sottile arretramento delle porte delle camere che enfatizzano il valore e la presenza delle murature di contorno alla spina di riferimento dell’impianto complessivo. In soggiorno un camino orizzontale scolpisce in modo lineare la parete interna, cui corrisponde, su quella simmetrica affiancata, una nicchia della stessa lunghezza in cui è collocata una panca di legno che, come tutti gli altri arredi su disegno, è pensata come elemento architettonico parte della limpida grammatica dell’intervento. Una sintassi abitativa di assoluta pulizia formale, cui concorre anche l’attenzione rivolta all’impiantistica che oltre a minimizzare l’impatto della costruzione rispetto all’ambiente che l’accoglie (un impianto a sonde geotermiche, privo di combustione, alimenta il riscaldamento), cela nell’assoluto dell’involucro volumetrico pannelli radianti a soffitto per il rinfrescamento estivo e riscaldamento a pavimento.
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progetto di John Pawson con Ben Collins progetto esecutivo, direzione lavori e project management mzc+, Mario Marchetti, Fabio Zampiero, Giuseppe Cangialosi con Vittorio Massimo paesaggio Jonathan Bell BBUK foto di Marco Zanta testo di Matteo Vercelloni - Circondata da un nuovo giardino composto da ampi parterre erbosi e da gruppi di nuove querce che si stemperano nel bosco a nord dell’area d’intervento, la “Casa delle Bottere” (il nome deriva dalla strada dove un tempo si trovavano gli artigiani che costruivano le botti di rovere per la conservazione del vino), si offre come un elegante e riconoscibile corpo architettonico di forma regolare che emerge dal verde dei prati per il trattamento bianco di ogni sua superficie, compreso il tetto rivestito di pietra bianca disposta a conci complanari di diversa dimensione. È proprio la particolare tettonica del progetto, sottolineata dal salto materico tra copertura e ‘zoccolo di appoggio’ a caratterizzare l’andamento compositivo del complesso. Il fronte ovest ricorda nella sua figura di riferimento l’andamento armonico delle tante costruzioni agricole della zona con il tetto a doppia falda spiovente e vertice centrale; ma lo sviluppo della copertura verso il fronte opposto, a est, conduce la proiezione del vertice a raccordarsi alle estremità della facciata, così da trasformarsi in ‘tetto piano’, in un movimento discendente di perfetta sintesi geometrica. A questo inusuale quanto ricercato e riuscito profilo, che si allinea in modo complementare all’orizzonte disegnato dalle Prealpi venete, si rapporta l’architettura del corpo sottostante contenuta a est tra la vasca della piscina a bordo prato affiancata da una corte ipogea e l’accesso in pendenza ai box sul fronte opposto. L’ingresso alla casa dal prato è ubicato lungo il fronte sud, dove la falda di copertura in aggetto disegna un porticato continuo rientrante su cui si affaccia il ritmo delle aperture concluso da un muro cieco corrispondente al fronte lineare in cui il tetto si rastrema e si appiattisce lungo la linea di gronda.  I due fronti di testata sono segnati da una sola apertura centrale allineate l’una all’altra per formare nell’interno un cannocchiale visivo che attraversa l’intera costruzione incrociandosi in mezzeria con un patio passante che accoglie la scala di collegamento tra i due livelli e scandisce al piano della quota campagna zona notte e zona giorno. Quest’ultima è rivolta verso la corte ipogea con un grande soggiorno trasversale da cui diparte il percorso distributivo che unisce le due aperture simmetriche di testata. Una prospettiva scandita dallo spessore dei volumi interni rimarcati anche da un sottile arretramento delle porte delle camere che enfatizzano il valore e la presenza delle murature di contorno alla spina di riferimento dell’impianto complessivo. In soggiorno un camino orizzontale scolpisce in modo lineare la parete interna, cui corrisponde, su quella simmetrica affiancata, una nicchia della stessa lunghezza in cui è collocata una panca di legno che, come tutti gli altri arredi su disegno, è pensata come elemento architettonico parte della limpida grammatica dell’intervento. Una sintassi abitativa di assoluta pulizia formale, cui concorre anche l’attenzione rivolta all’impiantistica che oltre a minimizzare l’impatto della costruzione rispetto all’ambiente che l’accoglie (un impianto a sonde geotermiche, privo di combustione, alimenta il riscaldamento), cela nell’assoluto dell’involucro volumetrico pannelli radianti a soffitto per il rinfrescamento estivo e riscaldamento a pavimento. [gallery ids="25827,25829,25831,25833,25835,25837,25839,25841,25843,25845,25847,25849"]
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