Luce che “viaggia dal cielo luminoso del tetto alle profondità oscure dei bunker di carbone”, questa la definizione di Kengo Kuma.
“Abbiamo immaginato questo spazio vestito di ‘tende di collegamento’ in alluminio che con la loro minuziosa matericità catturano la luce, come fossero reti da pesca, e ce la mostrano in tutte le sue forme: luminosità, sagome, ombre”, spiega l'architetto giapponese in riferimento alla scala che scende nel seminterrato, altrimenti buia. “In questo modo, omettendo l'uso di qualsiasi altro materiale e nascondendo la presenza di elementi tecnici tramite le catene, possiamo parlare solo di luce e luce”.
Le tende sono state realizzate utilizzando 164.000 metri di catene in alluminio dell'azienda spagnola Kriskadecor. L'illuminazione, sviluppata dal maestro italiano della luce Mario Nanni, riflette le catene metalliche, enfatizzandone la sinuosità cangiante e rendendole scintillanti.