Ci sono diversi modi di stare seduti sullo stesso divano: “perché le sedute del soggiorno devono poter accogliere e consentire differenti situazioni e stili di vita”. Con parole diverse Mario Bellini, Massimiliano e Doriana Fuksas, brillanti stelle nel firmamento di Meritalia 2015, lo raccontano così.
“Prevenire è meglio che curare” dice Bellini, che, quest’anno, oltre ad aver concluso l’Opera (il tavolo ora diventato una famiglia, implementato nelle versioni quadrato, rettangolare, basso da soggiorno e nella messa a punto di materiali e colori anche double-face, mutevoli a seconda del punto di osservazione), ha ripensato Freud, il divano che intriga lo psicanalista, migliorato con vassoi ad innesto e pouf che ne fanno una vera seduta servita.
“Non c’è più bisogno di un tavolino dove appoggiare gli occhiali o un libro” continua. “Dalla dormeuse, l’elaborazione successiva è stata la ricerca del massimo comfort. Di base, Freud resta un modulo componibile che, su ciascuno dei tre lati, può avere innestato un bracciolo-schienale, un dispositivo che richiama nelle articolazioni la gestualità di una mano chiusa che si apre progressivamente.
Ciò consente tutte le sfumature di postura che corrispondono a variabili di comportamento, come si sono consolidate ad oggi nelle nostre case. Quando lo schienale è abbassato si può fare conversazione, mantenere busto eretto e braccia appoggiate: si pensi alla situazione formale di due persone che parlano sedute vicine. Lo schienale parzialmente alzato è invece l’ideale per la dimensione individuale di un single che vuole leggere. Poi c’è il relax a piedi alzati, con la totale apertura dello schienale, e l’uso informale della famiglia e dei bambini che vi saltano sopra”.
Un’estrema flessibilità, insomma: un modo di stare seduti che cerca una risposta a circostanze multiple, offrendo infinite possibilità di accostamenti, anche contrastanti, a livello materico-cromatico.
“Ma, non è detto che se hai un divano con i braccioli, meno trasformista e in sintesi più formale, su cui solitamente si sta eretti, tu non possa stenderti, magari con il plaid preferito che all’occorrenza non si trova mai; e, viceversa, se ne hai uno di forma allungata sul quale distenderti, tu non possa stare semplicemente seduto” commenta Doriana Fuksas, che firma con il marito Massimiliano, Minah (all’iraniana).
La new entry è una famiglia composta da sofa, poltrona, pouff e dormeuse dalle linee stondate e volutamente d’antan, signorili, borghesi, sottolineate da profili sartoriali a contrasto. “Abbiamo pensato a pezzi di cui non stancarsi mai, lontani da mode minimali, avvolgenti, rassicuranti e discreti, figure sobrie da enfatizzare con giochi e giustapposizioni di materiali e colori, con un’ampia libertà di scelta, tra velluti, sete, cotoni grezzi e riflessi cangianti”.
D’altronde una risposta si cerca anche in termini di aspettative estetiche, di soddisfacimento e di rappresentazione della propria casa come stile di vita. “Perché la casa è come un abito che una persona indossa per esprimere se stessa”– riconoscono all’unisono Bellini e Fuksas. A ciascuno, dunque, il proprio divano.
di Antonella Boisi
foto di Simone Barberis

