Testo di Andrea Pirruccio
Foto di Simone Barberis

Progettista polacco naturalizzato americano, tra i maggiori esponenti internazionali dell’architettura decostruttivista, autore di realizzazioni quali la copertura del cortile dello Jüdisches Museum di Berlino e impegnato (dal 2004), tra le altre cose, nella riprogettazione di Ground Zero, Daniel Libeskind ha appena sviluppato per Varenna la cucina Sharp, realizzata interamente in Corian. Si tratta di un prodotto dalle dimensioni generose e che, pur realizzato impiegando un materiale altamente tecnologico, è capace di rivelare uno spirito conviviale senza tempo, privilegiando una decisa relazione tra le aree funzionali e la zona pranzo: una proposta nata da una ricerca stilistica che comprende forme e materiali, con le prime ridotte all’essenziale per valorizzare al massimo la specificità, innanzitutto tattile, del Corian. Abbiamo intervistato l’architetto Libeskind per approfondire l’argomento.

Lei ha progettato per Poliform Varenna una collezione che comprende, oltre alla cucina, anche una libreria e un armadio. Come è iniziata questa collaborazione e a partire da quale dei tre prodotti si è sviluppata?

La libreria è stata il punto di partenza, ma tutti e tre gli elementi sono stati concepiti, sin dall’inizio, come parti di una singola collezione. Volevo creare degli oggetti che fossero pratici ma, allo stesso tempo, totalmente nuovi e sorprendenti. La collaborazione con l’azienda è iniziata quando mio figlio Lev ha stretto amicizia con la famiglia Spinelli: una famiglia che, proprio come la mia, lavora a livello internazionale e ama innovare.

Sharp è la sua prima cucina: da che considerazioni è partito per iniziare a progettarla?

Prima di ogni cosa, ho preso in considerazione lo spazio occupato dalla cucina in una casa e il ruolo che in essa gioca. Per me, la cucina è il cuore della casa: non lo dico perché sia uno chef, ma mia moglie Nina lo è, e cucina per me ogni giorno. In realtà è stata lei la vera ispirazione per Sharp.

Quali sono gli elementi distintivi di questo progetto e quali i suoi plus?

Volevo un modello che fosse ovviamente funzionale, ma anche elegante e minimale. Ci sono sorprendenti dettagli di design: uno di questi è lo snack bar, che è piuttosto scenografico e scultoreo.

Attraverso quante e quali fasi di sviluppo è arrivato al risultato finale?

Avere una sede milanese del mio studio (composto da una grande squadra di designer), ci ha permesso di lavorare a stretto contatto e direi in maniera quasi simbiotica con un marchio come Poliform Varenna. Non abbiamo lavorato come uno studio di progettazione esterno, ma siamo stati costantemente presenti in azienda, controllando i prototipi e fornendo i nostri input per creare una cucina che fosse molto bella e in grado di essere ben accolta sul mercato.

La cucina è stata studiata prevalentemente per un ambiente contract?

No, in realtà l’abbiamo sviluppata pensando a un prodotto retail. Ovviamente, Sharp potrebbe essere la soluzione ideale anche all’interno di progetti di ampia scala, e noi ne abbiamo parecchi sparsi per il mondo.

In che modo pensa che il suo linguaggio architettonico, fatto di linee spezzate e volumi non ortogonali, possa essere funzionale a un prodotto come una cucina?

Per creare un oggetto come una cucina, che richiede prima di ogni cosa un’estrema funzionalità, abbiamo preferito scegliere un approccio molto misurato: abbiamo studiato tutti i dettagli, come gli angoli delle maniglie, e poi abbiamo optato per un ‘gesto’ architetturale forte rappresentato dallo snack bar, così da differenziare Sharp dalle altre cucine in produzione e conferirle uno stile unico.

Quest’anno, nel corso di Eurocucina, si sono viste cucine realizzate con materiali d’avanguardia, come il Fenix, ottenuto con l’utilizzo di nanotecnologie. Cosa l’ha spinta a scegliere il Corian per Sharp?

Il DuPont Corian impiegato per Sharp è un materiale assolutamente innovativo: leggero, autopulente, di grande durata ed ecologico. Io, personalmente, amo la sua matericità: è più soffice della pietra e più resistente del legno.

Pensa che ‘l’oggetto cucina’ sia ancora territorio di sperimentazione? Si può ancora inventare qualcosa – sia dal punto di vista estetico, sia per quanto riguarda la scelta dei materiali – in questo campo?

Secondo il mio parere – considerato il ruolo centrale occupato dalla cucina nella società odierna e l’importanza del nutrirsi bene e in maniera salutare – negli anni a venire ci sarà ancora molto da sperimentare in questo campo.

La recente mostra Dove vivono gli architetti, ci ha permesso di conoscere le case di alcuni protagonisti dell’architettura mondiale. Per approfondire il tema e legarlo all’argomento del nostro articolo, sarebbe interessante sapere che modello di cucina ha scelto Daniel Libeskind per la propria casa.

Sono felice di rivelarvi che installerò molto presto la cucina che ho disegnato per Varenna nella mia casa di New York!

Infine, una curiosità: come cambia l’approccio al suo lavoro dalla progettazione di un’opera come la Freedom Tower a quella di una cucina?

Ogni progetto è diverso dagli altri, e porta con sé nuove sfide. Non importa su che scala sia realizzato: che si tratti di un quartiere o di una matita, la complessità è esattamente la stessa.

 

Andrea Pirruccio

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Schizzo progettuale di Daniel Libeskind per la cucina Sharp, sviluppata per Varenna.
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Una veduta dall’alto di Sharp, realizzata interamente in Corian. Dietro il piano a induzione, si può notare il vano che ospita la cappa a scomparsa.
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Un’altra vista di Sharp, disponibile in diverse finiture (laccato goffrato e lucido e rovere laccato opaco a poro aperto) ed essenze (noce, rovere e olmo). Anche i contenitori alle spalle del monoblocco (in cui sono allocati gli elettrodomestici) sono realizzati interamente in Corian.
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Un’altra vista di Sharp, disponibile in diverse finiture (laccato goffrato e lucido e rovere laccato opaco a poro aperto) ed essenze (noce, rovere e olmo). Anche i contenitori alle spalle del monoblocco (in cui sono allocati gli elettrodomestici) sono realizzati interamente in Corian.
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L’interno di uno dei cassettoni, in cui si notano i vani contenitori realizzati in essenza wengè.