Tra moda e design, le creazioni in ceramica di Antonio Marras parlano di contaminazione, bellezza e poesia

Trecento pezzi unici dipinti a mano in una storica azienda pugliese: lo stilista Antonio Marras sperimenta, con il suo tratto inconfondibile, un nuovo campo d'azione.

Casa Marras presenta una collezione eseguita interamente a mano, di vasi, alzatine, piatti decorativi e ciotole, e una seconda collezione più industriale’ chiamata I fratelli Pois (pronunciato alla sarda), realizzata con la tecnica della decalcomania.

Un progetto iniziato qualche anno fa su suggerimento dell'artista sarda Maria Lai e che si è concretizzato con la costruzione di un forno e la collaborazione con la Fratelli Colì, azienda storica pugliese del 1650 di Cutrofiano (Lecce), dove i mitici fratelli Giuseppe, magico tornitore, e Donato portano avanti con sapienza e passione la cultura della ceramica tramandata da generazione in generazione.

Marras ama cimentarsi in mondi sconosciuti, quello che lo affascina è la contaminazione tra le diverse arti: solo dall’incrociare, comporre, mettere insieme possono nascere nuove visioni.

“Mi affascina sporcare, imbrattare, rendere impuro, porre a contatto superfici, oggetti, fonti immacolate e lontane tra loro per cercarne gli effetti ed esserne sorpreso”, afferma. “Mi piace lavorare con le mani e plasmare materia, anche se poi è il fuoco che decide”.

I temi cari alla poetica di Marras che normalmente compongono le collezioni di abiti si ritrovano anche nel lavoro con le ceramiche: il viaggio, la memoria, i legami, il gusto per il personalissimo dettaglio artigianale.

E così l'arte della tavola torna ad avere un ruolo fondamentale, di unione, intimità e condivisione, potremmo dire sacra.