Un anno, il 2015, dedicato alla luce, alle innovazioni tecnologiche, all’approfondimento scientifico e culturale. Le intenzioni ottime dell’Unesco, che lo ha dichiarato Anno Internazionale della Luce, hanno preso forza dall’idea di porre al centro dell’attenzione mondiale le problematiche cosmologiche e fisiche che fotoni e neutroni pongono oggi alla schiera di ricercatori che in tutto il mondo cercano di venire a capo del mistero della materia e dell’origine del cosmo.

La luce è sorgente di vita, fotosintesi=piante=nutrimento, la luce è calore, grazie alla trasformazione della massa in energia, la luce è comunicazione, tempo, comprensione dell’altro e tante cose ancora. A tutt’oggi le inziative culturali legate all’IYL 2015 (il segretariato internazionale dell’IYL è situato presso l’ICTP, Abdus Salam International Centre of Theoretical Physics, a Trieste), affidate in Italia all’Istituto Nazionale di Astrofisica, non fanno sperare, per lo meno per quanto riguarda il nostro Paese, in eventi clamorosi, come forse questo tema meriterebbe.

Piuttosto piccole iniziative sporadiche, lasciate alle capacità di elaborazione dei singoli INAF regionali, che fanno intuire la mancanza di una regia globale. Tra queste merita una segnalazione, Gli orologi di Einstein, uno spettacolo organizzato dall’INAF di Roma presso l’osservatorio da Giangiacomo Gandolfi e Stefano Giovanardi, partendo dal volume di Alan Lightman, I sogni di Einstein.

Grande assente, in questa kermesse virtuale, il design, che pare ignorare quest’importante appuntamento, devotamente piegato alle ragioni della produzione e del consumo, dell’industria, e lontano dai grandi ideali che ne hanno sancito il successo e la popolarità nel XX secolo.

Unica eccezione, l’allestimento del box Favilla, sponsorizzato da Ford, e realizzato dall’architetto Attilio Stocchi nella piazzetta san Fedele a Milano durante il Salone del Mobile 2015.

L’idea era di rappresentare e raccontare i vari fenomeni luminosi all’interno di un percorso guidato, una scatola magica, associando luce e suono in un’unica esperienza sensoriale. Un progetto certamente interessante, ma forse un po’ troppo poco per un Paese che si vanta di essere il secondo produttore mondiale di apparecchi di luce. Non ci resta che augurare un futuro e una conclusione più luminosa a questa importante iniziativa.

testo di Patrizia Catalano
foto di Joseph Niemela

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Light Art: l’Headquarter dell’UNESCO a Parigi illuminato dall’artista finlandese Kari Kola per Valoparta, in occasione dell’ IYL2015. Un omaggio alla luce del Nord e all’aurora.