Il fondatore e presidente dell’azienda friulana, Paolo Vernier, racconta l’evoluzione outdoor del marchio

Trovo che a essere cambiato, negli ultimi due anni, sia il modo di usare la casa. In questa situazione nuova ci siamo messi in ascolto dei nostri interlocutori per cercare di dare il nostro contributo a chi desiderava arredare quelli che si sono rivelati gli ambienti forse più importanti, come la zona del living. Abbiamo anche osato proponendo collezioni che hanno anticipato le tendenze: mi riferisco ai nostri arredi outdoor che erano in lavorazione prima dellarrivo della pandemia. Vivere lesterno delle abitazioni è diventato tuttaltro che banale e lattenzione sulloutdoor è molto alta ora”.

Paolo Vernier, presidente e fondatore di Midj, sgrana i concetti che segnano l’ultima evoluzione della ricerca da parte dell’azienda friulana, che fa dal 1987 della vocazione artigianale il suo marchio di fabbrica.

Come è cambiato il confine tra outdoor e indoor, in questi anni? È vero che da un lato chiediamo a un mobile da esterno la stessa qualità di un mobile per il salotto e dall'altro cerchiamo per il nostro living arredi che ci diano la sensazione di vivere all’aperto?

Il mercato chiede più articoli outdoor in questo momento, e sono numerose le aziende che stanno approcciando questo settore con le loro proposte, proprio per il desiderio del pubblico di vivere gli spazi allaria aperta in libertà. Realizzare un prodotto che possa essere utilizzato indistintamente allinterno o allesterno è molto difficile perché parliamo di materiali diversi, soprattutto nel mondo degli imbottiti. Anche noi di Midj stiamo affrontando il tema: i progetti che stiamo mettendo in cantiere in queste settimane cercano di perseguire la trasversalità d’uso tra indoor e outdoor. Prendo come esempio la collezione Qua-ndo: il design dei modelli e le loro caratteristiche costruttive la rendono adatta sia alluso interno che esterno, sarà necessario scegliere solo tessuti e finiture resistenti, ma il design non subirà variazioni. Ciò non significa che diventeremo unazienda di mobili da esterno, ma che oltre alla zona living desideriamo arredare anche la terrazza che le è prossima”.

Che cosa vuol dire, in concreto, unire dimensione industriale e vocazione artigianale manifattura come fa Midj?

Unire manifattura, design e produzione industriale è la chiave di volta per il successo di unazienda, che permette anche di arrivare sul mercato con un prezzo accessibile e la qualità adeguata. Midj fa la differenza affiancando alla manifattura macchinari 4.0 e logiche di produzione lean: questo permette di portare avanti la manualità, la cura dei dettagli e il nostro saper fare, garantendo un costo industriale al prodotto, sempre ricordando che si tratta di made in Italy.

Per voi firmano designer dalla lunga carriera come Paola Navone e creativi giovani come Studio Pastina: come scegliete le collaborazioni?

Ci dotiamo di un brief creativo che raccoglie i punti salienti del progetto da sviluppare. Su questo aspetto è interessante l’affermazione di Giulio Iacchetti che firma per noi il tavolo Spike. Secondo Giulio è necessario che i brief delle aziende siano filtrati da un designer poiché le idee dei brand sono rivoluzionarie e sempre proiettate verso il futuro. In questa ricerca di innovazione entra la figura del designer, che non esisterebbe se le aziende sapessero esattamente come realizzare l’idea. In effetti, la collaborazione è fondamentale ed è imprescindibile una comunione di stile, è necessario essere affini. Paola Navone ha uno spirito contemporaneo, la capacità di sorprendere con un uso sapiente del colore, e questo ci ha avvicinati. Giulio Iacchetti ha la capacità di accoppiare i materiali in modo unico è quando la collaborazione prende vita è importante condividere e sposare le caratteristiche che contraddistinguono l’uno e l’altro, azienda e designer”.