Da un'indagine di Tipstudio sui residui impuri che emergono sul bronzo liquido durante il processo di fusione nasce Secondo Fuoco, una collezione di oggetti scultorei dalla texture primordiale che avvolge un cuore caldo e luminoso

“Siamo sempre stati attratti dalla massa schiumosa che affiora sul metallo fuso” spiegano Imma Matera e Tommaso Lucarini, “come fosse terra emersa, la sua natura affascinante e misteriosa ci intriga”.

Fondatori di Tipstudio, i due creativi con base a Firenze incentrano il loro lavoro sulla ricerca materica sperimentale con un approccio sartoriale e sensoriale dalla forte connotazione narrativa (ed emotiva). Tra design, arte e artigianato, le loro opere sono legate alle radici e al territorio, raccontate attraverso una visione personale poetica.

Con il loro ultimo progetto di ricerca indagano la scoria di fusione, residuo impuro che emerge sulla superficie del metallo fuso, innescando una riflessione sulle molteplici anime della materia: la sua origine minerale – naturale  riottenuta grazie a processi di fusione – artificiali – guidati dall’intervento dell'uomo.

Dalla collaborazione con la Fonderia Artistica Versiliese nasce così Secondo Fuoco, una collezione scultorea, declinata in arredi, complementi e oggetti dalle forme semplici e dalle texture primordiali, che combinano, in un contrasto dai rimandi ancestrali, l'impurità delle scorie alla purezza del bronzo.

Con il progetto Secondo Fuoco Tipstudio lavora sull’inutile, sul residuo di fusioni passate, interrogandosi sul legame tra il metodo tradizionale della fusione a cera persa e la spontaneità della materia.

Le scorie, solitamente composte da silicati di alluminio e calcio, ossidi metallici derivati dai processi di fusione e altri materiali inerti, vengono catalogate, ridotte in frammenti e successivamente accostate e bloccate con la cera per essere quindi sottoposte a una nuova fusione. Da qui il nome Secondo Fuoco.

Prendono così forma oggetti inaspettati. Ogni scultura funzionale contiene al proprio interno il suo inverso, il suo esatto contrario. Accoppia infatti canoni diametralmente opposti: mentre la reazione spontanea della scoria enfatizza il suo aspetto grezzo, il bronzo, lega nobile che viene fusa tramite un processo indotto, funge da legante garantendo la solidità strutturale.

Espressione del connubio/contrasto visivo/tattile tra schiume impalpabili che si fanno rocciose e il fuoco dalla lucentezza ribollente e abbagliante, gli oggetti della collezione assumono forme pure e al contempo brutaliste.

Tavoli, lampade, vasi e specchi realizzati in edizione limitata trovano equilibrio nell’accostamento a elementi e dettagli in acciaio, cristallo e marmo ad enfatizzarne l’ibridazione materica alla base dell’intero progetto.

Permeata da un fascino arcaico, magmatico ed enigmatico, persino esoterico, una pelle grezza avvolge e protegge la preziosità del bronzo.

È nell’interazione sensoriale che l’oggetto si rivela: la rigidità formale lascia spazio alla curiosità di chi tocca, segue e legge il movimento magmatico delle superfici.

Secondo Fuoco è il risultato di oltre un anno di ricerca e sperimentazione che ha permesso di raggiungere un sottile equilibrio tra possibilità formali e metodo adottato, tra natura e artificio, tra materia e spiritotra scarti e alchimie.