I materiali rappresentano un’intelligenza collettiva del progetto. In questo quinto episodio, architetti e imprese italiane raccontano i materiali del futuro. Le opere selezionate declinano i grandi temi del nostro tempo: spazio e salute; economia circolare e ottimizzazione delle risorse; nuovi modelli dell’abitare. Oggi parliamo di materiali compositi e sintetici

3ndy Studio architecture design

“Il Lapitec è una pietra sinterizzata a tutta massa, compatta, impermeabile e quindi inattaccabile superficialmente. La sinterizzazione porta le polveri minerali di cui è composta a un’altissima temperatura, innescando un processo di indurimento della materia che le consente di conservare nel tempo una serie di performance importanti, declinando una serie di vantaggi dal punto di vista igienico-sanitario. La superficie di Lapitec non assorbe macchie, batteri e muffe, non è scivolosa; ciò ne rende ideale l’impiego in ambienti umidi come piscine, bagni, sale operatorie e spazi medicali. La naturale propensione di 3ndy Studio a sperimentare nuove soluzioni ci ha spinti per primi in Italia a utilizzare questo materiale nel progetto d’interni in ambito residenziale, interpretandolo in chiave artistica e lavorandolo con la tecnologia del waterjet. Abbiamo coinvolto l’artista Giorgio Milani, che ha interpretato le memorie lasciate dal padre al figlio, proprietario della casa, con un concept di Lettering sulle lastre costruite in verticale a filo d’acqua della piscina. La realizzazione di questo totem alto più di tre metri e mezzo ha richiesto molto tempo, perché abbiamo avuto bisogno di eseguire incisioni con differenti spessori e larghezze come se operassimo su una pietra tradizionale. Per questo abbiamo scelto un materiale a tutta massa, quindi senza smalto o stampe digitali sulla superficie, e totalmente green, visto che le materie prime sono 100% naturali, senza resine o altri derivati del petrolio al suo interno. Ma il Lapitec si presta anche a impieghi meno complessi, per piani cucina o pavimentazioni esterne, perché a livello estetico offre un ampio range di cromatismi, finiture ed effetti tattili. Noi abbiamo lavorato su una lastra di Nero Assoluto, la prima di quel colore specifico uscita dallo stabilimento di Vedelago (TV) cinque anni fa, poco prima che il Lapitec si presentasse sul mercato, perché volevamo giocare di contrasto con l’effetto di profondità e specchiatura dato dalla superficie d’acqua della piscina con cui si relaziona. Abbiamo optato per la finitura Vesuvio, che non è né liscia né satinata, ma densa di una matericità glam effetto buccia d’arancia. È un prodotto interessante, tecnologicamente avanzato, già molto utilizzato in grandi progetti internazionali, perché se lo accosti a materiali più tecnici assume una valenza naturale e, viceversa, accostato a elementi più naturali come il legno o una pietra grezza acquisisce un aspetto più tecnologico”.

Luciana Di Virgilio e Gianni Veneziano / Veneziano + Team

“Nella nostra produzione, spaziando tra architettura, arte e design, abbiamo spesso lavorato con il mosaico tradizionale in pasta vitrea. In questo progetto abbiamo invece sperimentato il Mosaico Digitale della Pepe & Con, azienda di Gravina, in Puglia, che è facile da posare (si taglia con forbici o taglierino), trasferibile su qualsiasi tipo di supporto e con un costo contenuto se paragonato al mosaico vitreo per realizzazioni così estese. Al piano terra dell’abitazione privata, in prossimità dell’ingresso, un grande mosaico raffigurante un volto e alcuni oggetti avvolge la parete del living per poi espandersi nella zona cucina e sulla parete attigua. Il punto di partenza per lo sviluppo sono stati degli acquerelli, poi rielaborati e stampati su tessere in resina, che in fase di montaggio hanno composto un gigantesco puzzle. Come in un quadro senza cornice, le immagini si sono così impresse e dilatate sulle superfici, senza limiti. Una sorta di rivoluzione pop, con la libertà di trasposizione di qualsiasi forma dettata dal pensiero. Il mosaico digitale ci ha dato la possibilità di interpretare una antica tecnica in chiave contemporanea, immaginando un ciclo di affreschi del XXI secolo. In un dialogo tra memoria storica, quella che noi ormai chiamiamo ‘archeologia dei sentimenti’, e contemporaneo, che è parte intrinseca del nostro linguaggio e dei nostri background”.

Migliore+Servetto

“Da tempo portiamo avanti una particolare ricerca sull’utilizzo di materiali innovativi in relazione alla sperimentazione sulla percezione ambientale. In questo senso ci piace ricordare i progetti realizzati con il materiale i-Mesh, un tessuto tecnico costituito da due soli componenti, fibra e resina, separabili e riciclabili, che è un efficace dispositivo per sviluppare un nuovo linguaggio in costruzioni site-specific. Ispirati al concetto di attraversabilità, questi tessuti, consegnati in pannelli pronti per essere installati, si prestano infatti a configurare trame e scenari sempre mutevoli. Noi abbiamo disegnato gli arazzi Shades, che sono plasmati dalla luce e dal rapporto che essa instaura con lo spazio intorno attraverso il sistema grafico delle texture. Si tratta di forme aperte, estremamente permeabili e dinamiche, fatte per interagire con il vuoto, dove la percezione muta a seconda delle variazioni luminose e di fondale. Due lavori del 2015 che ben esemplificano questa logica sono il concept store di Mondadori a Milano dove, all’interno di ring metallici bianchi, la luce si espande lungo il tessuto tecnico di una trama fortemente materica, in cui campeggia il rimando al logo della casa editrice, con grandi piani luminosi a soffitto di identificazione delle diverse aree. E poi, la copertura della terrazza dell’Accademia Citterio, in affaccio al Padiglione Italia durante Expo Milano 2015, un’altra interessante occasione di sperimentazione del materiale”.

Marco Piva / Studio Marco Piva

“Una delle caratteristiche del nostro studio è di lavorare sull’utilizzo in chiave architetturale di materiali generalmente impiegati a scopo decorativo. Tra questi vi è la Vetrite, un innovativo prodotto di Sicis: lastre di vetro abbinate a materiali polimerici che permettono di rivestire ampie superfici. Si tratta infatti di un vetro composito ad alta tecnologia che viene ottenuto mediante la combinazione di polimeri in fase liquida, lamine metalliche e fibre tessili. La versatilità della tecnologia Vetrite può dar vita a un prodotto innovativo partendo da vetri speciali pretrattati come quelli autopulenti, antibatterici eccetera. I vetri speciali a pulizia facilitata sono caratterizzati da uno strato sottile e trasparente che conferisce proprietà fotocatalitiche e idrofile molto efficaci nel mantenere pulita la superficie. Lo strato fotocatalitico utilizza l’azione combinata dei raggi UV della luce solare e dell’acqua, per rimuovere lo sporco che si accumula sul vetro. Oltre ad avere un aspetto accattivante e offrire la possibilità di pattern personalizzati, le lastre di Vetrite sono tagliate, angolate e si posano facilmente, come un rivestimento normale. Possono essere infine retroilluminate, donando un effetto scenografico ed emozionale all’ambiente”.

Filippo Taidelli

“La necessità di ricreare un’atmosfera calda e accogliente all’interno di una struttura sanitaria prefabbricata in carpenteria metallica come l’Emergency Center di Bergamo ha reso ancora più stimolante la sfida di ‘addomesticare’ lo spazio ospedaliero per farne un ambiente terapeutico vivo, in grado di ‘abbracciare’ i pazienti facendoli sentire a casa, in un luogo votato al benessere, alla salute e non alla cura, alla malattia. Con questo obiettivo, si è utilizzato per la pavimentazione un telo vinilico effetto legno – un materiale declinato con un prodotto di Graboplast che assicura una superficie pregiata e soft ma, allo stesso tempo, durevole e facilmente lavabile. GraboSafe Silver Knight è una pavimentazione antibatterica e antiscivolo, resistente all’abrasione e ai graffi, con uno speciale strato di usura di 0,7 mm che fornisce applicazioni extra permanenti. Queste speciali caratteristiche tecniche la rendono particolarmente adatta agli ambienti sanitari; l’ampia gamma di finiture disponibili ha poi permesso di scegliere una texture che conferisse agli spazi l’aspetto domestico ricercato”.