I materiali e il progetto. Nel terzo step, architetti e imprese italiane raccontano i materiali del futuro. Fra tradizione e innovazione, sostenibilità, efficienza, durabilità, bellezza. Oggi parliamo di ceramica e vetro

Antonio Citterio Patricia Viel

Nel progetto della palazzina G, che si colloca all’interno del masterplan dell’area ex Martinelli a Morbegno (SO) – anch’esso firmato ACPV – la scelta architettonica, dalle forme pulite, moderne, neo-razionaliste, si articola in facciata attraverso un gioco di pieni e vuoti, dove semplicità compositiva e rigore formale si sposano all’insegna di una calibrata geometria. L’utilizzo del sistema di facciata ventilata, oltre a fornire una valida soluzione tecnologica sul piano della protezione e del comportamento termico della costruzione, ne incrementa l’isolamento acustico, creando un’efficace barriera alla propagazione dei rumori all’interno dell’edificio, e contribuendo decisamente alla definizione della qualità architettonica della costruzione. La scansione ritmata dei rivestimenti, affidati alle lastre di diversi formati in gres effetto pietra prodotte da Marazzi, posate in successioni mai ripetitive, disegna uno schema compositivo che, oltre a supportare l’impianto geometrico delle forometrie di facciata, ne semplifica la lettura formale”.

Doriana e Massimiliano Fuksas

Ci piace riportare l’attenzione su un materiale in sperimentazione nei progetti dello Studio dal 2019 e che stiamo utilizzando nelle pavimentazioni di due progetti under construction, l’aeroporto di Gelendzhik in Russia e il Dubai Global Connect negli EAU. Scratch è una nuova materia evoluta in ceramica che nasce dalla nostra collaborazione con Ava, luxury brand de La Fabbrica, azienda parte del Gruppo Italcer. Sotto forma di lastre in gres porcellanato pressato a secco (disponibili fino al formato 320x160 cm in 6 mm di spessore, per rivestimenti interni ed esterni fino alle coperture), questa ceramica attinge al massimo della propria duttilità per assorbire l’essenza più intima dei materiali che ne ispirano la genesi. Metalli arrugginiti, barre ossidate, lavagne molto graffiate e altri elementi dall’attitudine ruvida si innervano sulle superfici delle lastre e ne plasmano le sembianze, dando vita a un segno che si fa identità contemporanea del vivere quotidiano. Il grande vantaggio dell’impiego di questo materiale è di garantire superfici visivamente continue e di assicurare un sistema produttivo, sia per l’atomizzato che per il prodotto finito, organizzato in modo da non inquinare l’ambiente con nessun tipo di scarto di materie prime. Il ciclo di produzione prevede infatti il riciclo di tutti gli scarti, che vengono riutilizzati per la realizzazione delle successive linee di prodotti, garantendo fino al 50% di materiale di recupero”.

Michele Zini / ZPZ Partners

Nel progetto della Toddlers Bilingual Primary School a Casinalbo (MO), che nasce da un approccio fortemente integrato tra architettura e pedagogia volto a supportare una didattica innovativa in spazi dal layout non tradizionale, la scelta accurata dei materiali di costruzione e rivestimento è stata fondamentale. In questa scuola non ci sono infatti classi bensì atelier fruibili dai bambini in modo fluido a seconda delle attività svolte intorno a una piazza centrale di relazione e nei confini più ampi e permeabili di un parco, dove continuare ad imparare outdoor. In questa fascia d’età, i processi cognitivi sono caratterizzati da una fondante sinestesia. I bambini ‘toccano’ la luce, ‘vedono’ la temperatura. La strategia è stata così quella di restituire loro un ambiente sensorialmente complesso e stimolante, declinato con una vasta gamma di finiture: lisce, ruvide, trasparenti, lucide, opache. Tutte da sentire e interpretare liberamente durante l’avventura dell’apprendimento. Abbiamo privilegiato accostamenti eterogenei e armonici tra materiali che sanno invecchiare bene (come il legno) o che non cambiano nel tempo (quali gres, vetro, metallo). Poi, in particolare, per le pelli ceramiche che contribuiscono all’equilibrio tra colori filmici (applicati) e intrinsechi (native) abbiamo optato per prodotti di Florim (partner del progetto): le lastre Casamood Neutra 6.0, grandi superfici con colori profondi e texture decorative dinamiche, segnano gli ingressi degli ambienti; i mosaici Rex Extra Light diventano gocce di luce nei bagni, accostati a legno e ceramica; il gres porcellanato effetto legno Planches de Rex crea infine un pattern continuo sul pavimento di altissima qualità visiva, perché dialoga nelle vibrazioni con il legno a vista della struttura e del soffitto a padiglioni”.

Mario Cucinella

“La bellezza, in architettura, deve saper parlare. Ma c’è bellezza anche dove non si vede, sotto la superficie, nei nuovi materiali ormai parte attiva della creazione. Se guardiamo alla situazione attuale dobbiamo ammettere che gli edifici non sono progettati secondo i principi di adattamento e ottimizzazione delle risorse esistenti, ma rispondono ad altre istanze: la finanza, la rapidità, il costo, le performance completamente dipendenti dalle macchine e non dall’ambiente. Questo è il prezzo più alto che paghiamo in termini ambientali. Ciò mi porta a riflettere sull’uso dei materiali che possono svolgere una funzione indipendentemente dall’energia esterna: i cosiddetti materiali attivi. Il rivestimento dell’edificio San Raffaele di Milano, la ‘pelle’ bianca dell’Iceberg, non è una trovata formalista ma un sistema di lame in ceramica antismog di ultima generazione. Si tratta di un materiale prodotto da Laminam in grado di ridurre l’inquinamento atmosferico, dalle funzioni antibatteriche. La qualità dello spazio, lo spazio esterno, lo spazio interno dell’ospedale, i colori, la modalità con cui sono progettate le stanze, le aree comuni hanno l’obiettivo di dare dignità alle persone, di rassicurare, ed è così che allora possiamo parlare di architettura: è una forma di cura”.

Massimo Roj / Progetto CMR

“Quando si parla di riqualificazione di un edificio, non c’è solo l’intento di perseguire un semplice miglioramento estetico, ma è necessario anche operare a un livello più profondo, ragionando su come la riqualificazione si possa trasformare in un’opportunità di arricchimento per il tessuto urbano circostante. L’obiettivo del nostro progetto per De Castillia 23 è stato non soltanto quello di creare una nuova identità per un manufatto architettonico rimasto per anni incompiuto nel cuore di Milano, ma di farne anche uno strumento attivo di sostenibilità. Per questo motivo abbiamo optato per un rivestimento in facciata di gres porcellanato trattato con il sistema Active Surfaces di Fiandre Architectural Surfaces: un materiale non solo elegante e versatile, ma anche e soprattutto altamente performante e sostenibile. Abbiamo scelto superfici eco-attive della collezione Core Shade, nelle texture Cloudy Core Active e Sharp Core Active: fotocatalitiche, autopulenti, antibatteriche, antinquinanti e antiodore. Ogni lastra viene infatti trattata con biossido di titanio e argento che ne potenzia e migliora le performance battericide, 24h su 24, anche al buio. Secondo il Dipartimento di Chimica dell’Università di Milano, i 16.088 metri quadrati di speciali lastre Active Surfaces installati in questo progetto riescono a compensare 59 chili all’anno di ossidi di azoto, equivalenti a oltre 200.000 metri quadrati di aree verdi, portando grandi benefici sia per chi abita l’edificio ‘mangia-smog’, che per chi vive il quartiere e, con esso, l’intera città”.

Marco Amosso, partner-director L22 Urban & Building

“Ci piace lavorare sull’architettura del quotidiano, non dello straordinario fine a se stesso. Il focus è sempre sul valore che può essere creato con il progetto al di là di mode e tendenze. A qualunque scala. È il caso di Torre Sassetti S32 nel quartiere Isola a Milano, un edificio per il quale Lombardini22 è stata chiamata a realizzare un intervento di deep retrofitting. Il concept era quello di enfatizzare la trasparenza del building, con un forte senso di continuità interno/esterno, nella riqualificazione di un ambito particolare del tessuto urbano nella parte nord di Garibaldi-Repubblica, la piazzetta Sassetti, di cui l’immobile è il focus. L’obiettivo è stato quello di creare un corretto rapporto tra la massa del manufatto e la permeabilità del suo piano terra, concepito come una grande hall semi-pubblica, e degli ultimi due nuovi piani, pensati come spazi comuni della torre, tra aree di coworking/eventi e la terrazza aperta verso la città. L’uso del vetro, ad alte prestazioni, è stato opportunamente selezionato con AGC, oltre che per requisiti energetici corretti, anche per rappresentare al meglio il concetto architettonico. La facciata della porzione uffici, caratterizzata da un reticolo in profili bronzati dalla finitura metallescente che ne esalta la composizione rigorosa, utilizza una vetrata che gioca sul suo grado di riflessione esterna e sulla particolare cromia per evidenziarne la continuità materica anche nelle parti cieche retro-verniciate. Invece, la grande vetrata del piano terra alto quasi sette metri e l’involucro della sala polifunzionale in copertura enfatizzano la trasparenza e il ricercato senso di permeabilità dell’edificio”.