Una libreria fatta di bucce d'arancia
È fattibile? Sì ma costa di più e non è sempre economicamente vantaggioso al momento.
Per una grande industria seriale è più facile scegliere di continuare con materiali tradizionali (da idrocarburi byproducts, da riuso o, dove possibile, da mais) e scommettere su altre forme di restituzione all’equilibrio del carbonio. E c’è sempre da superare un bias percettivo: biomateriali per una libreria? Ha senso?
"Il cliente può avere il timore che l'oggetto acquistato inizi, ad un certo punto, a corrompersi. Ci sono molti materiali biodegradabili. Le proprietà meccaniche e di resistenza sono però diverse a seconda della composizione e della struttura chimica.
Alcuni sono senz'altro adatti allo sviluppo di prodotti di grandi dimensioni come gli arredi, perché si decompongono solo se messi in certe condizioni. Noi stiamo iniziando a sviluppare una collezione big".
Nature knows better: la natura sa come fare
La startup britannica Notpla produce contenitori monouso per alimenti. Uno dei loro prodotti, battezzato Ooho!, è anche commestibile.
Nopla ha messo online un video con il processo di degradazione e di dissoluzione nel terreno. Che è il primo step del riutilizzo in un altro ambito: il manifesto di Nopla (e anche quello di Krill Design) dice che 'nature knows better'!
L’idea di decomposizione è difficile, in un certo senso. Per una ragione molto semplice: coinvolge l’idea della fine e della transitorietà.