Quanto conta l’azienda nel buon design?
Deepdesign: “L’atteggiamento culturale dell’impresa è fondamentale. La famiglia Bertazzoni, che ha fondato SMEG, è educata al bello, vive la dimensione artistica ed estetica della realtà quotidianamente.
È una fortuna. Perché ci concede di indugiare su dettagli, sempre sensati, che magari fanno lievitare i costi di produzione. Ma sono sempre scelte bene accolte, perché è più importante fare una cosa bella e sensata dal punto di vista umano che risparmiare.
Ci sentiamo quindi molto responsabili delle nostre scelte formali, non smettiamo di lavorare finché non siamo convinti di essere arrivati al miglior risultato possibile. Un design award è una conferma”.
Perché lo streamline piace sempre così tanto?
Deepdesign: “Lo streamline anni ‘50 ci riporta a un’epoca in cui si sognava molto, con grande fiducia. La memoria, contestualizzata in un frame intelligente, è rassicurante, addolcisce l’esperienza d’uso di macchine pensate per l’uomo.
Si ritorna al concetto di empatia, di attenzione ai sensi e al corpo, di forme gentili che tranquillizzano.
D’altro canto noi ci diamo un obiettivo ambizioso per la durata degli strumenti che disegniamo. Ci aspettiamo che piacciano fra vent’anni come adesso e il radicamento nella memoria ha dimostrato di essere una soluzione efficace, che supera le mode.
Siamo anche molto diffidenti sull’uso del colore, proponiamo sempre oggetti bianchi. Qui ovviamente interviene la scelta strategica del brand, che si orienta anche secondo il mercato del momento”.