Il noto designer giapponese da oltre mezzo secolo si fa promotore di uno stile di vita che inizia con le abitudini di tutti i giorni, per riflettersi in un vincente metodo di produzione e di gestione delle risorse da parte delle aziende

Quella di Toshiyuki Kita è una testimonianza di come il progetto possa abbracciare in modo eccellente differenti ambiti e situazioni, quando l’approccio creativo è intriso di passione.

Durante la sua carriera, infatti, il designer giapponese si è dedicato sia alla progettazione di pezzi d’arredo in scala industriale, sia alle arti e ai mestieri tradizionali. In questo ultimo caso, con una particolare attenzione rivolta ai mobili giapponesi realizzati esclusivamente con materiali naturali.

Due facce della stessa medaglia, che nel tempo Toshiyuki Kita ha saputo far dialogare in modo eccelso, integrando le arti tradizionali nella vita moderna e reinterpretandole plasmandole in forme semplici da poter sfruttare nella vita di tutti i giorni.

Un impegno di lunga data che rappresenta la sua filosofia di design

L'incontro di Kita con un artigiano del washi all'età di 26 anni ha segnato una svolta fondamentale nella sua carriera. Complice, l’attrazione che Kita ha provato nei confronti della preziosissima e costante attenzione che i manifattori appartenenti a questa categoria riservano per il lavoro manuale: una dimensione produttiva che comunica al consumatore finale non solo con materiali e forma, ma, soprattutto con l’anima e il cuore di chi realizza ogni pezzo, da secoli a questa parte.

Da allora, il designer ha posto l'accento sulla bellezza unica e sulla durata dei materiali naturali quali legno, erba e la terra, creando prodotti che incorporano valori e pregi di ognuna di queste materie prime.

Utilizzati in un'epoca in cui la tecnologia non era ancora all’avanguardia, i materiali scelti dal designer come fonte di ispirazione e materia di lavoro sono stati perfezionati dagli artigiani attraverso secoli di prove e miglioramenti, diventando così parte integrante della vita quotidiana.

L’arte di evitare gli sprechi: molto più che un trend contemporaneo

Kita sottolinea in particolare lo spirito del "mottainai", ovvero l'arte di evitare gli sprechi. Essendo il Giappone un'isola, i materiali inizialmente non erano di facile accesso, ma la gente ha imparato a utilizzare con cura e senza sprechi ciò che aveva a disposizione.

Anche quando i prodotti si usuravano o si rompevano, venivano riparati, riutilizzati e, alla fine, restituiti alla natura. Una filosofia di vita che si riflette nelle tradizioni artigianali giapponesi, come il Bizen-yaki della prefettura di Okayama, il legno curvato di Odate della prefettura di Akita, la carta giapponese di Echizen e Mino, e la lacca Wajima della prefettura di Ishikawa, che sono state tramandate per oltre 1.000 anni.

Ieri come oggi, Kita ritiene che si tratti di un approccio vincente, che dovrebbe diventare lo standard per la produzione nella sua accezione più ampia.

Non si tratta solo di creare prodotti, ma del metodo con cui le aziende rispondono al ciclo di vita degli arredi (e non solo) durante le fasi post-produzione. È questo approccio che, secondo il designer, aprirebbe una nuova frontiera di business. Semplicemente studiando i materiali, eliminando gli sprechi, creando prodotti duraturi e infine restituendoli alla natura.

Nello stesso modo, i consumatori dovranno abbracciare l'idea di utilizzare i prodotti con cura e per lungo tempo.

L'impegno di Kita dimostra che anche nel futuro della produzione è possibile basarsi su questi principi per realizzare prodotti. Il design del futuro dovrà concentrarsi sulla sostenibilità, sfruttare al massimo il potenziale dei materiali, eliminare gli sprechi e assicurarsi che i prodotti, una volta esaurito il loro ciclo di vita, possano tornare alla natura.

E al centro di questo ciclo ci sono i consumatori, che con il loro atteggiamento rispettoso e consapevole saranno la chiave.