Dalle cucine alle facciate, il materiale impenetrabile ad alte performance amplia la gamma per l’architettura e la casa

Sono passati trent’anni dall’invenzione del Lapitec, quasi dieci dalla vendita della prima lastra realizzata in questo materiale made in Italy che ha aggiunto nel mondo del design e dell’architettura nuove funzionalità e nuovo decoro. In mezzo, la dedizione e la ricerca che hanno portato un’azienda veneta dall’intuizione del cavaliere Marcello Toncelli nel 1989 allo sviluppo di venticinque brevetti fino all’espansione in oltre settanta Paesi del mondo.

Quando parliamo di Lapitec, ci riferiamo a un materiale a “tutta massa” rigorosamente made in Italy, con tutte le caratteristiche che derivano dalla sua totale non-porosità: facilmente lavorabile e trasformabile nei più diversi prodotti per l’edilizia e l’arredamento, dai rivestimenti di pareti interne ed esterne alle pavimentazioni, dai piani cucine alle facciate ventilate, è, anche, un materiale che non assorbe, non si macchia ed è resistente a batteri e muffe. Quello di Lapitec è uno dei casi studio del mondo del progetto più interessanti degli ultimi tempi, basato su una combinazione di prerogative sempre più richieste dal mercato quali performance tecniche ed estetiche e un approccio sostenibile che è ormai uno standard di mercato.

In cucina

Ma di che cosa è fatto il Lapitec? Parliamo di una pietra sinterizzata composta da una miscela di minerali al 100 per cento naturali che, cotta a elevate temperature, dà origine a lastre a tutta massa: esterno e interno sono identici, senza smalto e stampa digitale sulla superficie. Una caratteristica che permette al Lapitec di essere lavorato in tutto il suo spessore mantenendo intatto l’aspetto e le performance, senza bisogno di resine, inchiostri e altri derivati del petrolio. Oggi, il catalogo di Lapitec per la cucina conta lastre da 3365mm di lunghezza per 1500 mm di larghezza disponibili in tre collezioni (Essenza, Arabescata e Musa), diciassette nuance e sette texture superficiali, anche su misura. Lapitec può essere facilmente inciso, tagliato, fresato per creare canali di scolo, integrare livelli complanari e tecnologie tipiche della ristorazione professionale, come scaldavivande sotto top, il piano rinfrescato per le bottiglie e gli elettrodomestici a induzione.

Per le facciate ventilate

Lapitec è un’ottima soluzione anche per l’architettura, poiché resistente, inalterabile, anti-graffiti e disponibile in formato maxi. Un uso possibile è quello per i rivestimenti di facciate ventilate a fissaggio meccanico. La resistenza elevate alle alte temperature, al gelo, ai raggi UV e al vento rende il Lapitec ideale per il rivestimento di pareti esterne. La caratteristica autopulente del materiale e la non porosità danno alle lastre proprietà tecniche che riducono al minimo i costi di manutenzione per l’edificio: una facciata in Lapitec previene l’annidarsi dello sporco ed è antibatterica. Lo spessore delle lastre comunemente utilizzate nelle facciate ventilate deve assicurare resistenza al materiale e leggerezza all’intera struttura. Per questo, le lastre Lapitec in pietra sinterizzata con spessore di 12 mm sono perfette per essere applicate con elementi di ancoraggio meccanico, garantendo gli standard strutturali al minimo peso. In estate, le facciate in nuance chiare di Lapitec, per riflessione del calore e dispersione, abbattono la temperatura interna. In inverno, la non assorbenza del materiale tiene asciutto l’isolante sottostante.

In bagno

La collezione Musa valorizza le proprietà tecniche del Lapitec rendendo le tre nuance con venature a tutta massa un’ottima soluzione per rivestimenti, piatti doccia, vasche e arredi bagno. Bianco Elettra, Bianco Vittoria, Bianco Giulia sono le tre declinazioni cromatiche della collezione dall’ordito elegante. L’assenza di pori sulla superficie massimizza le proprietà igieniche del materiale che resiste anche a sbalzi termici, raggi UV, urti e graffi, così come a temperature estreme e a prodotti acidi e chimici normalmente impiegati nelle pulizie.

In piscina

Nelle piscine, Lapitec esprime al massimo le proprie qualità. Nella gamma di finiture sono comprese quelle extra-ruvide con alto coefficiente di attrito, mentre la superficie risulta sempre del tutto priva di pori e resistente a muffe e batteri. Queste due proprietà che rendono Lapitec un materiale ideale per l’applicazione outdoor, incluso l’utilizzo in immersione. Le lastre non subiscono alterazioni alla cromia in caso di esposizione al sole e sono resistenti a qualsiasi temperatura, escursione termica e nebbia salina. Se impiegato come rivestimento di piscine, il Lapitec inoltre non è alterato dal cloro e dai prodotti usati per la manutenzione degli impianti.

Un’altra prerogativa che lo rende apprezzato dai progettisti di piscine è la disponibilità fino al maxi-formato di 3365x1500 mm, che consente di limitare la presenza di segni di giunzione e di ridurre gli interventi di manutenzione necessari. La collezione Essenza, con 11 nuance ispirate ai colori della terra è pensata ideale per la progettazione di vasche e piscine, grazie alle finiture Lithos, Dune, Vesuvio e soprattutto Meridio e Arena, che arriva ad avere un coefficiente di attrito pari a R13, nel pieno rispetto della normativa DIN 51130. Non mancano poi le finiture lisce lucide (Lux) e opache (Satin) che, impiegate per la pavimentazione delle vasche, regalano particolari effetti visivi grazie anche alla loro capacità d’interazione con la luce.