La creatività olandese va in scena al VIP Centre dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam, ridisegnato da Marcel Wanders studio per regalare agli ospiti un’esperienza immersiva nelle icone della storia e della cultura Dutch, viste attraverso lo sguardo del design

Abitare non significa essere circondati da qualcosa, né occupare una certa porzione dello spazio terrestre. Significa intrecciare una relazione talmente intensa con certe cose e certe persone da rendere la felicità e il nostro respiro inseparabili”, scrive Emanuele Coccia nel suo gettonatissimo libro Filosofia della casa (Einaudi, 2021). Una casa, da intendersi come artefatto psichico prima che fisico, è sempre foriera di racconti. E Marcel Wanders, che di queste cose se ne intende, dopo aver impresso il suo segno originale a migliaia di prodotti dall’identità inconfondibile, tra curve sensuali e avvolgenti, memoria, design e arte, ha accettato la sfida.

Incaricato di ridisegnare gli interni del VIP Centre all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, ovvero il contenuto di una scatola in cemento progettata dieci anni fa da Concrete Architects per il principale scalo dei Paesi Bassi, ha voluto immaginare questi spazi di transito e sosta temporanea, destinati al relax o al business dei viaggiatori durante le ore di attesa del volo, nella dimensione di una casa in senso lato, riconducibile alla possibilità di un’esperienza da check-in più coinvolgente, curiosa e personale. Disrupting e indimenticabile, come sempre è il suo modo di progettare in chiave comportamentale.

Il filo conduttore dell’intervento è stato proprio quello di rendere narrativo un viaggio nel tempo della creatività olandese e delle radici di cui questa si nutre, portando in evidenza l’heritage della nostra cultura, rapportabile in primis ai capolavori dei pittori olandesi del XVII secolo, che è stata e continua ad essere fonte inesauribile di stimoli per me e per generazioni di progettisti”, spiega Wanders. “Nelle varie sale della lounge abbiamo selezionato e posizionato le opere d’arte dei maestri su schermi digitali inseriti in cornici di legno intagliato, affiancandole a pezzi di design contemporaneo e manufatti unici che sono espressioni iconiche del nostro artigianato di altissima qualità, sullo sfondo di tappeti custom stampati e pareti in vetro curvato retroilluminate, conservate come tracce del progetto preesistente. Questo è stato un modo per incoraggiare l’immersione dell’ospite in una dimensione altra, non solo materiale e tattile ma anche emotiva”.

Un unicum. Ciascuna delle undici sale della lounge articolata su due livelli (un piano terra e un primo piano, per un totale di 708 metri quadrati di sviluppo complessivo) interpreta infatti un tema e un’atmosfera particolari, declinati anche negli spazi di circolazione, con colori, materiali, motivi figurativi e arredi diversi, in modo da contribuire alla costruzione di un racconto corale. C’è la Galleria dei ritratti in cui schermi e stampe digitali onorano figure chiave della storia olandese. Ma c’è anche il Delft Blue Salon, lo spazio focalizzato esclusivamente sull’antica tecnica ceramica Delft Blue, di derivazione Ming. E poi ci sono la sala fumatori con i mobili vintage, i racconti delle origini del tabacco e delle avventure dei primi esploratori olandesi, l’Oasi del Silenzio, la stanza permeata di finiture soft-touch che culla il bisogno di pace, silenzio e riposo del viaggiatore, la biblioteca per la lettura in solitaria, non lontano da una sala stampa multifunzionale e da una sala conferenze con smart device di ultima generazione. Sono l’antico e il nuovo che si incontrano liberamente in chiave olistica in un luogo atipico.

Tra trompe-l’oeil, carte da parati decorative, fotografie di Hendrik Kerstens e Irma Boom che rendono omaggio a Vermeer, Frans Hals e Jan van Eyck, sculture e accessori firmati da designer contemporanei olandesi, quali Maarten Baas, Studio Drift, Kiki van Eijk, Studio IJM, Pepe Heykoop, Floris Hovers, Peter van der Jagt, Daphna Laurens, Norman Trapman, Sjoerd Vroonland, e poi ‘accesi’ da pezzi di design illuminotecnico di Ontwerpduo, Kiki van Eijk, Studio Job, Atelier Van Lieshout, Bertjan Pot, Rick Tegelaar. Nella polifonia delle loro espressioni, ognuno è chiamato a fare la propria parte sotto la regia teatrale postmoderna del progettista, alla quale partecipano anche i 'personaggi' prodotti da Moooi, ovviamente, e di design made in Italy firmati dallo studio Marcel Wanders recentemente. In questa ‘casa’ tutti gli oggetti diventano infatti soggetti empatici, portatori di un significato più profondo e di valori simbolici.

L’intera esperienza è stata concepita per consentire alle persone di sentire il respiro e la vitalità della cultura olandese, restituendo loro una migliore comprensione del nostro amore per la bellezza e della nostra sensibilità per il design. Dopo esser arrivati qui, gli ospiti continuano il loro viaggio in modo diverso. E questo vuol essere il nostro souvenir per loro”, aggiunge Gabriele Chiave, direttore creativo dello studio Wanders. Peccato che per vedere le meraviglie phygital della loro mostra, che esprimono nel senso più ampio il concetto di collettività, e per riconsiderare la nostra realtà attraverso il filtro delle differenze, occorra un biglietto di volo. Un buon motivo per correre ad acquistarlo.

Progetto d’interni di Marcel Wanders studio Marcel Wanders – Gabriele Chiave

Foto courtesy Marcel Wanders studio