La ricerca di Buro Belén, Front e Claudy Jongstra. Tre diversi approcci al progetto tessile ma con un obiettivo comune: sviluppare l'aspetto sensoriale della materia per creare ambienti più olistici e in contatto con la natura

Non solo decorazione, il tessile può essere il mezzo per stimolare sensazioni sinestesiche a partire dall'interior design, per una relazione più olistica con l'ambiente. Oppure può essere lo strumento per sperimentare al limite tecniche di produzione industriali e artigianali. Può anche diventare il manifesto per una progettazione più sostenibile e locale. Queste istanze sono rappresentate da tre studi che mostrano una personale ricerca attraverso il tessile: interdisciplinare e sperimentale per Buro Belén, espressiva per Front, autenticamente circolare e senza sprechi per Claudy Jongstra.

Visione olistica

Lo studio Buro Belén, fondato ad Amsterdam da Lenneke Langenhuijsen e Brecht Duijf, si distingue per la ricerca di una visione olistica tra spazio, materiali e colori, attuata soprattutto attraverso il tessile, inteso come superficie di relazione con l'arredo, l'ambiente o addirittura il mondo. Celebri la loro collezione Sun+ con tessuti anti-UV e creazioni sperimentali quali i filati scrocchianti e leggeri in sisal, i murales in trama di corteccia di gelso di carta o i biodegradabili in mais. Tra i progetti più recenti, le pareti tessili dell'edificio tardo settecentesco della Società Felix Meritis ad Amsterdam, che uniscono l'idea del trompe-l'oeil ai tappeti a pelo lungo, e le due installazioni per il Padiglione Olandese a Expo Dubai 2020: una copertura in tessuto filtrante protettivo e una tenda in tessuto ricavato dal granturco.

Materiali naturali e tecniche industriali

“Riteniamo urgente e importante”, spiega Lenneke Langenhuijsen, “approfondire e addolcire il rapporto tra le persone e l'ambiente, a partire da materiali noti e nuovi. Perché la materialità ha la capacità di aprire temi più ampi, passando attraverso l'esperienza sensoriale che l'ambiente induce. Filati, intrecci, trame e superfici supportano, riparano o allietano il nostro senso del luogo. Abbiamo una visione tridimensionale sulla materialità che affronta temi come l'origine, il processo, il colore, la consistenza e la sostanza. Il materiale è sempre il nostro punto di partenza. Cerchiamo di esaltarne le caratteristiche e di utilizzarne le qualità per creare alternative che risiedono nei materiali stessi. E proviamo a collegare i materiali naturali alle tecniche industriali più avanzate. In un certo senso abbiamo un pensiero paradigmatico che però ricerca narrazioni più profonde, legate a tradizioni ataviche e alla nozione che tutto è interconnesso con la natura. Lavorando con materiali e colori sostenibili, invogliamo le persone a fare scelte etiche che abbraccino scenari più sani e olistici”. Più specificatamente sull'interior design: “Con i tessuti siamo in grado di portare comfort, felicità, buone condizioni acustiche, calore e morbidezza negli interni. I tessuti sono in grado di stimolare i sensi e perfino di avvicinare l'artificiale e il naturale, l'interno e l'esterno”.

Tridimensionalità e tattilità

Design by Nature, sviluppata dalle designer svedesi Front con il brand More-So di Moroso, è una collezione di arredi che appaiono come frammenti di paesaggio o rocce ricoperte di muschio. Sono effetti ottenuti con la scansione 3D, la fresatura e soprattutto la tridimensionalità e la tattilità dei tessili sviluppati ad hoc. “Volevamo ricreare superfici diverse dal tessile tradizionale”, precisano Sofia Lagerkvist e Anna Lindgren.

Memoria e creatività

Studi dimostrano che trascorrere del tempo nella natura ha effetti positivi sul nostro benessere generale, sulla memoria e sulla creatività. E ci siamo chieste come utilizzare queste conoscenze nel nostro lavoro di designer. Così, abbiamo agito sulle caratteristiche dei tessuti per richiamare le trame e la tattilità delle superfici naturali, con l'idea di portare frammenti di natura selvaggia negli ambienti domestici. Ci interessava trasferire anche l'aspetto esperienziale del contatto con la natura: quando si scoprono elementi interessanti guardando più a lungo o più da vicino”.

Al FuoriSalone Milano 2022

In questi arredi il tessuto non è un semplice rivestimento, è parte stessa della forma. La relazione tra la morfologia dell'oggetto e i cromatismi e la materialità del tessuto è qualcosa di inimitabile e inscindibile, perché nasce dalla scansione 3D del riferimento naturale. I tessuti sono dapprima realizzati a stampa digitale e poi lavorati a mano con ricami e dettagli unici che conferiscono quell'imprevedibilità e irripetibilità tipiche del mondo vivente. La ricerca per Design by Nature è tuttora in corso e vedrà un ampliamento della collezione per More-So, una mostra per il FuoriSalone di Milano 2022 e una linea di tessuti per Febrik/Kvadrat.

Colori e tinture

Tra arte e design, l'olandese Claudy Jongstra è conosciuta per le opere eseguite con una tradizionale tecnica di fabbricazione del feltro di lana. Nel 2001 fonda il suo studio nel Nord rurale dei Paesi Bassi, dove alleva un gregge di pecore autoctone, Drenthe Heath, la razza più antica del Nord Europa, e coltiva un giardino botanico da cui ricava i colori per le tinture, creando una filiera completamente locale e senza sprechi.

Lavorare in modo sostenibile

“Nel tempo”, precisa Jongstra, “ho fatto ricerche su antiche ricette di tintura in collaborazione con enti scientifici e ho cercato di trasmettere le mie 'conoscenze segrete' alle nuove generazioni, al fine di preservare il nostro patrimonio e scambiare il sapere per ulteriori implementazioni. Perché lavorare in modo sostenibile, riciclare e non lasciare rifiuti, ma anche lavorare in modo inclusivo con gli altri ha un impatto sia sul design sia sulle proprietà benefiche degli ambienti”.

Comfort e benessere

Queste opere tessili vanno ben oltre il piacere estetico: “Realizzate con filati naturali e tinte con pigmenti vegetali, trasferiscono caratteristiche di salubrità agli interni. Se i materiali da costruzione hanno un’influenza diretta sulla nostra salute, incorporare materiali naturali, come la lana, negli spazi pubblici riduce i livelli di tossicità e migliora la qualità della vita. Inoltre, la lana indigena Drenthe Heath è ipoallergenica e ha proprietà purificanti e filtranti dell'aria. Essendo una fibra igroscopica, la lana regola l'umidità dell'aria e, infine, funge da elemento fonoassorbente migliorando le condizioni acustiche dell'ambiente”.