Edra è l’azienda che ha destrutturato il divano classico, quando Francesco Binfarè ha eliminato l’incrocio tra l’orizzontalità della seduta e la verticalità dello schienale: quanto ancora si può innovare in un campo come quello degli imbottiti dove non mancano per forza di cose le mediazioni?
“La destrutturazione del divano è il risultato di un lungo percorso di ricerca. Quando gli autori entrano in azienda, spesso non hanno in mano neanche un disegno. Ma hanno in testa un’idea. Dal loro racconto alla presentazione del prodotto a volte passano anni. E sempre intervengono più voci. In questo processo, il progetto prende vita, grazie al dialogo, al confronto e alla sperimentazione, che si traducono in un indefinito numero di prototipi per tendere alla perfezione. Nel nostro Dna c’è sicuramente l’esplorazione di nuove strade, questo sì. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Alcuni anni fa la giornalista Alice Rawsthorn sul New York Times ha chiesto se ‘abbiamo davvero bisogno di un’altra sedia’. Io penso di sì, almeno ogni volta che quella seduta sia effettivamente ‘innovativa, bella, sostenibile, espressiva, utile’, e soprattutto faccia stare bene chi si siede, in modo così profondo da voler essere tramandata di generazione in generazione, senza mai ‘passare di moda’”.