Tra palazzi storici e fornaci, il meglio dalla settima edizione dell’evento che celebra l’arte del vetro

La Venice Glass Week 2023 (fino al 17 settembre) si conferma l'appuntamento ideale per esplorare il mondo del vetro artistico e artigianale, con un fitto programma di mostre e talk per un pubblico allargato e specialistico.

Dalle retrospettive su maestri di Murano come Lino Tagliapietra alle eccellenze del vetro Boemo, dalle opere concettuali di Laura de Santillana alle sperimentazioni di nuove generazioni di artisti internazionali, la manifestazione abbraccia le molteplici tematiche che afferiscono all'arte del vetro soffiato.

Non ultime le tecniche produttive e il saper-fare da preservare e condurre nell'oggi, il tema della sostenibilità e l'heritage delle storiche aziende di Murano. In una Venezia che, tra XVII Biennale Internazionale di Architettura e 80ª Mostra internazionale d'arte cinematografica, esprime appieno la sua propulsione verso le discipline artistiche.

Le aziende di Murano alla Venice Glass Week

Murano è uno scrigno che custodisce un’arte secolare tutta italiana e la Venice Glass Week ne ha raccontato le perle. Angelo Barovier inizia la produzione del tipico cristallo veneziano nel 1455 e tutt'oggi i maestri vetrai dell'isola custodiscono nelle fornaci i segreti di quelle tecniche di lavorazione. È importante tuttavia saper strutturare questa tradizione perché sia eccellenza nel mondo.

iDOGI alla Venice Glass Week

È il caso de iDOGI, azienda veneziana fondata nel 1968 e specializzata nella creazione di grandi chandelier e installazioni luminose in vetro artistico veneziano, che realizzano su misura per le ville più prestigiose del pianeta, come per la nota famiglia Hinduja, una delle più importanti del Regno Unito, con cui l’azienda ha un consolidato un rapporto di collaborazione. Il 29 settembre iDOGI inaugura il grande chandelier Meridies, un'opera da 96 luci e oltre tremila elementi in cristallo soffiato e lavorato a mano, all'interno dell'Old War Office a Londra, il palazzo da cui Churchill ha pronunciato il discorso di fine Guerra.

Nella fornace appena restaurata sulla punta di Murano, l'azienda ha presentato Urania: una scultura di luce autoportante ispirata alla geometria e all'astronomia. 175cm di diametro per 250cm di altezza, è una sorta di chandelier al contrario composto da globi di vetro che sembrano ruotare intorno all’asse principale, creando orbite con traiettorie oblique.

Urania è la seconda opera della serie Le Muse: una collezione dedicata alle arti, alle scienze e ai mestieri della città lagunare. La nuova fornace più che un luogo di produzione – i vari elementi degli chandelier sono commissionati ai maestri vetrai di Murano specializzati nelle tecniche più specifiche – vuole essere un hub creativo per la prototipia e la sperimentazione nelle lavorazioni e nelle forme del vetro.

Adiacente all'area dei forni, un'aula creativa con un'ampio raccolta di pezzi storici dell'azienda e opere dell'archivio della vetreria artistica Pauly & C. che il presidente Domenico Caminiti ha acquisito per intero.

Barovier&Toso alla Venice Glass Week

Barovier & Toso affonda le proprie radici sul finire del 1200. Nella storica sede di Murano, lo studio Calvi Brambilla allestisce gli interni di 900 mq su tre livelli, attraverso il colore e il gioco di riflessi delle opere in vetro in esposizione, tra cui l'imponente lampadario Taif da 76 luci e 1522 elementi in cristallo.

Mentre in città, l'azienda apre la nuova boutique firmata da Luca Nichetto, che esplora il motivo Flora&Flutter: dal soffitto al pavimento del negozio scendono file di canne esagonali in cristallo veneziano, realizzate con l’antica tecnica del “ghiaccio”, a formare una parete di luce sfrangiata; mentre nella vetrina, come piante frondose, fiorisce una moltitudine di steli e fiori in cristallo.

Venini alla Venice Glass Week

Venini ospita nello showroom nella storica sede di Murano le nuove collezioni dell'art director della casa veneziana, l'architetto Marco Piva, che quest'anno rilancia le lampade, anche di piccole dimensioni, rileggendo tecniche e prodotti storici dell'azienda come il celebre Fazzoletto (1948), oggi trasposto in un abat-jour.

E continua l'esplorazione cromatica delle icone del catalogo Venini, quest'anno declinate in giallo ginko biloba.

Le mostre di The Venice Glass Week 2023

Nella trasmissione del valori legati al vetro veneziano è importante comunicarne non solo la magistrale capacità di lavorazione artigianale delle maestranze locali, ma soprattutto la capacità poetica del materiale nell'espressione artistica.

È nelle pieghe della tecnica, nei limiti della materia da superare che Laura de Santillana crea le sue sculture minimali (Laura de Santillana. Oltre la materia, alle Gallerie dell'Accademia fino al 26 Novembre).

Cilindri di vetro soffiato, liquefatti dentro stampi con la tecnica dello “slumping”, trovano nelle logiche della produzione seriale i concetti di forza primaria e generatrice, l'imprevedibilità della luce e la bellezza nell'irregolarità della materia.

The Venice Glass Week Hub e Hub Under35

All'Ateneo Veneto le due mostre The Venice Glass Week HUB e HUB Under35 che selezionano, rispettivamente, le opere di 20 artisti internazionali e 24 giovani creativi realizzate in collaborazione con fornaci locali.

In comune la volontà di superare il virtuosismo tecnico e di portare il vetro verso prospettive più attuali, come l'upcycling degli scarti, la combinazione con le tecnologie digitali e l'intelligenza artificiale o inedite commistioni tra vetro e altri materiali.

Analogamente, la vicina galleria SPARC* (A Destiny in Glass. 13 Artists at Vetreria Anfora, fino al 13 Ottobre) mette in mostra 13 opere di designer e artisti, tra cui Emmanuel Babled, Maria Laura Rosin, Tristano di Robilant e Yoichi Ohira, che hanno collaborato con la storica vetreria Anfora.

Grazie all'intuizione del proprietario Renzo Ferro e alla sensibilità dei maestri vetrai Livio Serena e Andrea Zilio, la vetreria passa dalla produzione seriale di bicchieri alla realizzazione di pezzi unici, mettendo in luce il vetro quale medium artistico.

WonderGlass

Curata da Jean Blanchaert a Palazzo Donà delle Rose, WonderGlass presenta una mostra-laboratorio, The Brick House, sul tema del mattone in vetro come strumento investigativo.

Ne nascono le Barene di Studio Nucleo, sculture in mattoni di vetro riciclato e rifuso, che si ispirano alla forma degli omonimi terreni lagunari; le strutture in mattoni incatenati di Laura Bethan Wood che traggono ispirazione dal karahafu, il timpano curvo giapponese; il padiglione Qaammat in mattoni trasparenti, installato da Konstantin Ikonomidis a Sarfannguit, in Groenlandia.

Lino Tagliapietra, NasonMoretti e sui maestri del vetro boemo

Al Museo del vetro una mostra che celebra la storia di NasonMoretti (NasonMoretti, una famiglia del vetro muranese, a cura di Cristina Beltrami, fino al 6 Gennaio 2024), cristalleria fondata nel 1923 da Ugo Nason, con l’ingresso successivo di Francesco Moretti.

Calici e bicchieri colgono influenze e contaminazioni dal mondo dell’arte e del design, trasferite in opere d'uso divenute punto di riferimento per l'arte internazionale della tavola, tanto che la serie Lidia (Compasso d’Oro 1955) è conservata al MoMa di New York.

Negli anni NasonMoretti ha portato all'estremo le tecniche di lavorazione soprattutto nella creazione dei colori: come le trenta tonalità di verde, tra cui il Verde Soraya, dal nome della principessa persiana dagli occhi magnetici.

I grandi maestri alla Fondazione Cini

I grandi maestri del vetro boemo sono in mostra alla Fondazione Cini (Vetro Boemo. I grandi maestri, curata da Caterina Tognon e Sylva Petrová, fino al 26 Novembre). Una tradizione che risale al XII secolo e che nel primo ventennio del Novecento vede gli artisti creare nonostante le limitazioni del regime e le turbolente trasformazioni della società cecoslovacca.

Libertà spesso negate che, per contro, hanno visto la creazione di esemplari unici, più vicini alla scultura che agli oggetti d’uso. Le opere in mostra di Václav Cigler, Vladimír Kopecký, Stanislav Libenský e Jaroslava Brychtová, René Roubíček e Miluše Roubíčková sono pardigmatiche nell'utilizzo del vetro come espressione artistica e interpretazione delle correnti culturali del Novecento.

Nato a Venezia nel 1934, Lino Tagliapietra lavora con il vetro da quando divenne apprendista a undici anni. Dalla fine degli anni Settanta inizia un viaggio continuativo in America sviluppando, con gli studenti della Pilchuck School, la tradizione della soffiatura del vetro veneziano.

Allestiti all'interno di Ca' Rezzonico, le 21 opere e i maestosi pannelli in vetro fuso offrono uno spaccato della vasta produzione del maestro in aperto dialogo con i capolavori settecenteschi che le circondano (Lino Tagliapietra, l'origine del viaggio, fino al 25 settembre).

Upcycling e ready made. La sostenibilità nel vetro

Il concetto raccoglie in sé molteplici implicazioni. È imprescindibile necessità di risparmio energetico, portato alla cronaca anche dalle fornaci muranesi, incapaci di sostenere gli altissimi consumi energetici dei forni.

È anche ripensare alla materia e alle sue tecniche produttive in chiave di riciclo e di minor produzione di Co2.

In questo senso la mostra al Museo del Vetro di Murano, Upcycling Glass (a cura ci Matteo Silverio, fino al 6 Gennaio 2024). Nell'allestimento che replica un loft domestico, una quarantina di opere – bicchieri, vasi e stoviglie, un grande lampadario Rezzonico, arredi ed elementi decorativi – sono realizzate dai maestri vetrai dell’isola con vetro industriale riciclato, trasparente e incolore.

Un materiale molto diverso dal tradizionale vetro di Murano, lavorato con tecniche tradizionali come la soffiatura, la vetrofusione, la lavorazione a lume, la molatura e la battitura, ma con una produzione nettamente inferiore di Co2 nel ciclo produttivo.

La mostra L’Arte del Vetro Grezzo (a Palazzo Grimani, fino al 17 Settembre), realizzata in collaborazione con la Fondazione Albero D'Oro, la Fondazione Etrillard di Ginevra e l'azienda svizzera ALCO, vede diciotto studenti del Master in Design for Luxury & Craftsmanship dell'ECAL/University of Art and Design di Losanna cimentarsi con gli scarti della lavorazione del vetro, quali blocchi di vetro grezzo, detriti accumulati o elementi in vetro soffiato conservati da decenni sugli scaffali di legno di alcune vetrerie storiche di Murano.

Insieme ai maestri vetrai hanno realizzato dei “ready made” che evocano alcune suggestioni tipiche veneziane: l'acqua, i colori, i riflessi e l'erosione dei materiali.

Cover photo: iDOGI - Making of