I pezzi realizzati con ceramica di scarto da Giulia Cosenza celebrano una nuova forma di convivialità, essenziale ma stratificata. Come quella vissuta durante la residenza d’artista presso Numeroventi a Firenze 

In epoca romana i Lari rappresentavano gli spiriti degli antenati dal latino lar(es), “focolare”, dalletrusco lar, padreche vegliavano e proteggevano la casa e la famiglia. Oggetto di culto, le statue dei Lari domestici venivano portate in tavola per venerarle e avere così la loro benedizione. 

Da queste suggestioni pregne di rimandi storici e mitologici, la ceramista Giulia Cosenza ha ideato dei ‘totem-anfitrioni per rituali domestici’.

Nata in occasione di una residenza dartista presso Numeroventi a Firenze, Lari Contemporanei è una serie di oggetti per la tavola realizzati con ceramiche di scarto/riuso di diversi colori, miscelate a restituire un sofisticato effetto scultoreo marmorizzato. 

Ogni elemento, composto da due parti assemblabili, celebra una nuova forma di convivialità, ascetica ed essenziale, intima e famigliare, stratificata ed estemporanea, plasmata dalla sola intuizione, quella delle mani.

Chi è Giulia Cosenza

Designer e ceramista italiana originaria di Milano, Giulia Cosenza attualmente vive e lavora a Rotterdam. I suoi lavori spaziano da ceramiche realizzate al tornio a elementi hand-built, da piccoli oggetti di uso quotidiano fino a pezzi scultorei che mescolano espressione artistica e funzionalità.

La residenza d’artista a Firenze

Fondato da Martino di Napoli Rampolla, Numeroventi è un luogo intriso di fascino, dalla complessità sincretica: una dimora rinascimentale, situata all’interno del cinquecentesco Palazzo Galli Tassi di Firenze, che unisce spazi votati all’arte contemporanea, galleria e residenze, e soluzioni dedicate all’hospitality, aperte a chiunque voglia soggiornarvi.

 

Tra concentrazione e scambio

Ogni artista in residenza, esperienza immersiva che da un lato offre l’isolamento necessario per sviluppare idee in autonomia e dall’altro crea una sensazione di familiarità, di vita, lavoro e scambio tra artisti che spesso non si conoscono, ha la possibilità, oltre che di creare, di donare alcune delle sue opere a quello che è di fatto un luogo vivo, in continua evoluzione.

 

Un’esperienza conviviale stratificata

Nel contesto stratificato di Numeroventi, ricco di storia e sinergie che sprigionano un’energia senza tempo, tra alti soffitti affrescati che dialogano con installazioni contemporanee e pezzi di design, Giulia Cosenza ha ampliato l’immaginario della sua ricerca artistica, mettendo in discussione il suo modo creare e aprendosi, alla diversità, di pensiero e visioni progettuali, alle connessioni, intenzionali o casuali, agli incontri, con altri artisti, discipline e pratiche e con le opere temporanee e permanenti che abitano gli ambienti, rallentando il ritmo per dare spazio all’intuizione.

 

Plasmare la materia con la sola intuizione, quella delle mani

La sensazione di ispirazione-immersione in una nuova realtà fu, da subito, quasi fisica” spiega Giulia Cosenza. “Arrivata il 14 agosto a Firenze, con una temperatura di 46 gradi, ho iniziato a lavorare in atelier un blocco di argilla di Montelupo che, data la calura, si asciugava nelle mie mani a una velocità pazzesca. Dovetti quindi accantonare qualunque programma e agire di sola intuizione, plasmando il materiale senza un piano predefinito, ma soltanto rispondendo alle sue trasformazioni e alle condizioni ambientali.

Ascoltare la materia per restituirne l’essenza

Come in una sessione di pittura en plein air si risponde alla luce e agli stimoli dell’ambiente circostante”, prosegue Giulia, così i vasi handbuilt creati durante quella prima sessione a Numeroventi furono una espressione estemporanea e istintiva, un tentativo di cogliere l’essenza più che conferire una forma predefinita. La residenza mi ha dato quindi l’opportunità di investigare quest’idea del togliere, lavorare con il minimo indispensabile e creare contando il più possibile sui mie strumenti, le mani. Questa consapevolezza si estende, come di riflesso, al contesto e al materiale stesso che suggerisce forme e processi se lo si sa ascoltare.

 

Artefatti in ceramica come catalizzatori dei riti domestici

Ogni pezzo della collezione Lari Contemporanei è composto da 2 parti. Come elementi separati sono oggetti di uso quotidiano (vasi, tazzine, brocche, piatti...), mentre assemblati assumono una presenza scultorea

Oggetti ibridi mutevoli

Il concept della serie componibile da un lato enfatizza il ruolo, ancora attuale, degli artefatti in ceramica come catalizzatori dei riti della casa, totem della quotidianità, oggetti celebrativi del domestico. Allo stesso tempo il progetto vuole mettere in discussione la distinzione netta tra estetica e funzionalità, oggetti da usare e oggetti da esporre, creando un ibrido in continuo mutamento.

La lavorazione senza sprechi omaggia il marmo

Realizzati al tornio e cotti a temperatura terraglia dura (1050° gradi), i manufatti sono stati realizzati con ceramiche di scarto o riuso di diversi colori (rosso, nero, bianco), mescolate a restituire uno ipnotico e striato effetto marmorizzato, un omaggio sostenibile e un’astrazione ‘povera’ alla ricca tradizione del marmo italiano.