Perché le buone pratiche dell'industria sono una buona notizia per la riduzione della CO2

È stato un settembre caldo, e non è un modo di dire. La temperatura nell’ultimo mese ha superato di 1,75 °C la media stagionale e il 2023 è ufficialmente l’anno più caldo da quando si registrano i dati meteorologici. Una premessa molto concreta per parlare ancora una volta di sostenibilità, in particolare dal punto di vista dei materiali per l’interior design, in particolare delle superfici.

Il comparto edilizia e architettura è responsabile di una quota importante delle emissioni di CO2: il dato comunicato dalla UE è del 36% solo per il consumo di energia totale. Il calcolo su tutta la filiera è molto complesso, riguarda non solo la produzione e la costruzione, ma anche l’obsolescenza, la manutenzione e le centinaia di operazioni legate al settore.

La buona notizia è che le aziende lo sanno e, sempre più spesso, cercano di correre ai ripari. Ovviamente per ragioni etiche, ma anche per più prosaiche ragioni commerciali: le grandi opere architettoniche annoverano da tempo fra i propri parametri di gara i green data. Il cui calcolo è reso più semplice dal BIM, la gestione digitale del workflow architettonico, a dimostrazione che tecnologia e transizione vanno di pari passo.

Leggi il BIM: cos’è e come trasforma l’architettura

Vale la pena in ogni caso di portare a (buon) esempio le pratiche e le strategie messe in atto da brand di grande e piccola dimensione e le buone pratiche ispirate ai principi della sostenibilità. Perché se è vero che il cambiamento si misura nell’impatto, è anche vero che le azioni nascono da una presa di posizione il più possibile trasparente e etica, dal pensiero che sta dietro l’identità di un’industria.

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L’Italia è una nazione che più di altre ha un atteggiamento virtuoso nei confronti del riciclo e del riuso, in netta controtendenza all’atteggiamento di altri paesi dell’UE. Merito di una cultura con forti radici contadine, che per inventiva e, qualche volta, per genialità, si è trasformata in pratica industriale e tecnologica. Al motto di “non si butta via niente”, siamo fra i migliori riciclatori di legno, ad esempio.

Quasi 2 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate e 2 miliardi di euro di impatto economico generato con il 62,7% di riuso solo dal settore imballaggio (fonte Rilegno).

Itlas e Progetto Ecos

Itlas è un brand che produce parquet e superfici in legno. Lo fa ad alto livello con una forte vocazione al rispetto delle risorse. Un’idea che il suo fondatore Patrizio Dei Tos ripete con entusiasmo: il legno è materia viva, riutilizzabile, rigenerabile. Lo dimostra la sua scelta strategica di utilizzare, ove possibile, legni a chilometro zero, come quelli della collezione Foreste del Cansiglio. E, sempre e comunque, materia prima certificata per tutta la produzione.

L’ultima invenzione di Itlas è Ecos, un processo produttivo basato sui principi dell’economia circolare che utilizza i piccoli chips di legno di scarto, inevitabili nella lavorazione, per dare vita a una serie di prodotti basati sul recupero post produzione.

I parquet Ecos sono, dal punto di vista del mercato, concorrenziali sia dal punto di vista della performance che dal punto di vista estetico. Verniciati ad acqua e rifiniti con un trattamento igienizzante atossico. L’azienda commenta: “Con Ecos ogni ritaglio viene recuperato e diventa parte di nuove tavole ecosostenibili, rispettose dell’ambiente e dei doni che la Terra offre all’umanità.

Un utilizzo virtuoso del legno che vuole essere uno stimolo allo sviluppo della gestione sostenibile all’acquisto consapevole”.

Kerakoll: comunicare la sostenibilità è fondamentale

L’acquisto consapevole è uno dei temi più critici quando si parla di sostenibilità. Comunicare le scelte aziendali è un processo complesso, che passa soprattutto dalla spiegazione del prodotto e dal dialogo diretto con i clienti. Kerakoll ha scelto la strada di un designer ambasciatore della riflessione sulla sostenibilità, Martino Gamper.

“Strato è un progetto che ho creato pensando al restyling dello showroom Kerakoll di Milano. L’idea è stata quella di giocare con il passato e il presente, con l’architettura degli spazi e la gamma dei colori, per creare un nuovo futuro”, racconta Gamper.

Le forme semplici e geometriche nascondono una grande complessità nelle linee e nei tagli, indicando una delle possibili strade verso un’idea sostenibile di design. Lavorare sulla superficie, appunto, per comunicare quanto e come si può intervenire in un ambiente senza modificare l'esistente.

Panariagroup: ripensare la superficie a partire da un pensiero sostenibile

Un’idea, quella di limitare al massimo nuovi interventi, che persegue anche Panariagroup con i due brand Cotto D’Este e Lea Ceramiche. Nel 2004 il gruppo industriale comincia a investire in una ricerca rigorosa su prodotti a basso impatto ambientale. Una logica che si manifesta in ogni parte della progettazione, dall’uso razionale dei materiali alla logistica, dalla posa allo smaltimento.

Dal 2022 con il progetto THINk ZERO, Kerlite e Slimtech sono le prime lastre nel settore ceramico made in Italy a essere 100% Carbon Neutral. Sono lastre sottili che possono essere posate anche a secco, senza colla, su superfici preesistenti e senza bisogno di lavori di demolizione.

Al termine del ciclo di vita possono essere interamente riciclate come sottofondo di opere edili e stradali, oppure facilmente smaltite perché composte sostanzialmente di acqua e caolini. La soluzione non è nel materiale, ma nella ricerca tecnologica che ha garantito di arrivare a soluzioni produttive che eliminano totalmente l’impatto ecologico.

Artelinea: territorio, sostenibilità, artigianalità

Un’industria vetraria del settore arredo/bagno, Artelinea conferma l’importanza del radicamento nel proprio territorio e del rispetto per il materiale. Il vetro è sostenibile per definizione, se trattato correttamente.

La parte più importante dal punto di vista della sostenibilità è il processo produttivo. Una consapevolezza che si traduce in un modello di economia produttiva a impatto zero attraverso il completo riciclo delle acque di produzione e l'utilizzo delle acque raccolte nelle cisterne per la pioggia.

I 12.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati sulla copertura dello stabilimento generano l'80% dell'energia necessaria, riducendo in modo significativo l'impatto ambientale delle attività produttive.

All'interno dell'azienda, è stata implementata una struttura di confezionamento personalizzato realizzata esclusivamente con cartone riciclato al 100%. Infine anche qui si parla di materiali nuovi e green: Opalite® è nato dalla ricerca tecnologica dell’azienda, ecosostenibile e riciclabile al 100%, composto da una miscela di sabbia silicea e altri minerali.

In copertina: un'opera di Mario Cucinella, l'architetto che ha fatto della ricerca sull'edilizia sostenibile il focus del suo lavoro da sempre. Nell'immagine, l'asilo di Guastalla, Reggio Emilia, ph Moreno Maggi