Con Kata e Mixu la sostenibilità va oltre il semplice uso di materiali ecologici

Quando parliamo di sostenibilità nel mondo dell’arredo, pensiamo in genere a mobili realizzati con un’attenzione particolare ai materiali, come se l’impronta ecologica di un divano o di un tavolo dipendesse unicamente dal risparmio di materie prime, dal reimpiego di rifiuti o scarti o dalla smontabilità e riciclabilità dell’oggetto se vogliamo disfarcene. Tutti aspetti essenziali, ma che non fanno la differenza se nel progetto non sono sostenibili, prima ancora che le materie prime impiegate, anche l’approccio e la mentalità con cui è stato sviluppato.

Questo approccio circolare caratterizza da tempo Arper, eccellenza italiana del design che non a caso dal 2007 ricorre al Life Cycle Assessment per valutare l’impatto ecologico di alcune collezioni. Una sensibilità alla base anche delle ultime creazioni del marchio veneto, nate dalla collaborazione con studi internazionali: Kata, firmata da Altherr Désile Park, è la prima sedia lounge di Arper in legno massello e paglia, giocata sul mix di passato e tecnologia ricorrendo a un tessuto 3D dall’intreccio delicato, realizzato appositamente; Mixu è la collezione di sedie e sgabelli ideali per il contract e l’hotellerie, nata dall’incontro tra il brand e Gensler e che punta sulla personalizzazione e la versatilità, prerogativa rara per un mobile in plastica.

In entrambe i casi, la circolarità non è una semplice etichetta, ma il driver del progetto. Quindi, nel caso di Kata, non soltanto materiali naturali (massello di rovere o robinia certificati FSC) o riciclati (filato di poliestere composto da plastica post-consumo: ogni chilo è l’equivalente di 48 bottigliette in Pet), ma un approccio complessivamente ecologico: “Fin dall’inizio, la prospettiva della circolarità è stata parte integrante di questa collezione” spiegano da Altherr Désile Park, collettivo di progettisti internazionali con base a Barcelona, a proposito di Kata. “Da un lato abbiamo voluto introdurre una maggiore varietà di materiali nel catalogo di Arper, ricorrendo proprio al legno naturale per il suo gusto artigianale. Dall’altro abbiamo scelto la tecnologia di tessitura 3D che contribuisce alla sostenibilità del prodotto a diversi livelli. In fase di produzione, per via della struttura del tessuto, la trama 3D consente di produrre esattamente la quantità di materiale necessario alla seduta, al contrario di una stoffa comune che comporta più scarti. Questo assicura l’assenza di sprechi o di eccesso di materiale. Inoltre la tessitura 3D veicola la sensazione di un cuscino imbottito in schiuma, senza che la riduzione del materiale utilizzato penalizzi il comfort. Infine, la trama 3D e l’imbottitura sono realizzati con lo stesso materiale e dunque l’intera seduta si può riciclare senza bisogno di separare l’imbottitura dal tessuto”.

La separabilità delle singole parti a fine vita è una caratteristica che Kata condivide con Mixu, fabbricata in cinque materiali principali (legno, metallo, plastica, rivestimenti in pelle e tessuto) declinabili secondo numerose combinazioni: “Sebbene ci piaccia pensare che i nostri prodotti dureranno per sempre, in realtà le persone si muovono, i componenti si usurano, le esigenze cambiano” spiegano da Gensler, lo studio globale di architettura e design con quartier generale a San Francisco. “Puntavamo a creare qualcosa che potesse essere smontato e scomposto con facilità. Come conseguenza di questo approccio, il design risulta più sostenibile in quanto pensato per agevolare riciclo e recupero responsabile. Tutto questo ha inciso notevolmente sulla progettazione dei punti di giunzione, sia tra schienale e sedile sia tra gambe in legno e base in metallo. Abbiamo riflettuto anche sui materiali, utilizzando plastica riciclata post industriale, legni certificati FSC e plastica robusta e resistente, che aumenta la durata della seduta consentendo una riduzione degli sprechi”.

E poi, ovviamente, c’è lo stile, che contribuisce a fare di questi arredi una soluzione durevole nel tempo. Sia Altherr Désile Park sia Gensler hanno lavorato per iniettare nelle creazioni una bellezza artigianale: nel primo caso, ricorrendo alla tecnologia in una chiave morbida, per rimandare al passato senza indulgere nell’effetto nostalgia; nell’altro, puntando sulla personalizzazione che è una prerogativa rarissima quando tra i materiali impiegati c’è la plastica. Per questo Kata risulta un pezzo in grado di comunicare calore, a dispetto del processo hi-tech che serve per realizzarla, mentre Mixu esalta la versatilità grazie al suo sistema articolato in tre parti distinte – seduta, schienale e base – che è possibile combinare variando tonalità e texture a seconda dei contesti, più o meno formali.

Foto Salva Lopez