Anima Liquida, disegnato da Giorgio Rava, è il lavabo in pietra naturale che risale a una ritualità antica e innesca un pensiero sostenibile

Un lavabo come una vera scultura: in pietra naturale, con la tecnologia - il rubinetto - che scompare diventando un comando cilindrico anch’esso in pietra. Anima Liquida è la creazione di Giorgio Rava per antoniolupi che restituisce l'acqua al suo percorso naturale e fonde in un solo manufatto l’opera dell’uomo e una riflessione profonda che coinvolge ritualità e pensiero sostenibile. Ne abbiamo parlato con il designer.

Più che di una scelta arbitraria, si tratta della conseguenza di un pensiero profondo e di un credo che porta con sé una visione del mondo ben precisa. L’acqua è vita, un valore assoluto, primordiale, ma nonostante questo l’uomo contemporaneo, sempre più astratto dalla realtà e distaccato dalla natura, ritiene sia un qualcosa di scontato illudendosi di poterla controllare. Anima Liquida nasce anche come reazione a questa tendenza e vuole essere un manifesto, una riflessione sull’acqua e sull’uomo che riporta alle origini della vita e ci ricorda di cosa siamo fatti. Con questo progetto ho voluto trasmettere il valore vitale di questo elemento riportando il rito quotidiano del bagno alla sua valenza ancestrale. Come una fonte naturale, Anima Liquida è pietra e acqua, nulla di più. La tecnologia c’è ma non è ostentata e romanticizzata, bensì celata nella materia, la funzione è preservata ma diviene astratta, scultorea. La semplicità della forma nasconde in sé l’infinita complessità dell’universo”.

Parlare di acqua vuol dire anche parlare dello spreco di una risorsa fondamentale. La sostenibilità è un obiettivo che ha tenuto presente nel progettare Anima Liquida?

“Penso che un tema fondamentale come quello della sostenibilità debba essere compreso non tanto nel singolo progetto e affrontato di volta in volta, quanto piuttosto in una visione del mondo profonda e coerente che permea l’intero operato di un progettista. Per quanto mi riguarda, se parliamo di sprechi e sostenibilità, penso che non sia importante soltanto affrontare l’argomento da un punto di vista tecnologico, come richiede il mercato e il mondo del design attuale, ma occorre affrontare l’argomento anche dal lato filosofico e culturale. L’idea di liberare l’acqua per riscoprirne il valore primordiale coincide infatti con la volontà di trasmettere il valore assoluto e vitale di questo elemento che rappresenta per l’uomo un dono prezioso che va preservato e custodito. Aprire il rubinetto e vedere l’acqua nascere magicamente dalla pietra, trasforma l’automatismo del gesto quotidiano e ripetitivo in un istante di infinita poesia grazie al quale acquisire una rinnovata coscienza e consapevolezza del nostro agire e del nostro impatto sul mondo. Il rituale quotidiano del bagno diviene atto di reverenza e gratitudine, un gesto assoluto, ma che porta con sé una misura e un rispetto millenari, che ci fa finalmente sentire parte del tutto e che per questo non deve essere sprecato”.

Il Ceppo di Gré scelto per Anima Liquida è una pietra molto connotata, con un forte impiego architetturale: è stata una scelta precisa anche questa?

“Come in ogni mio progetto, materia e opera sono legate in maniera quasi viscerale tanto che diviene impossibile stabilire una vera gerarchia. Anche in questo caso l’utilizzo del Ceppo di Gré, piuttosto che di un’altra pietra, è stata una scelta istintiva intimamente connessa all’atto creativo del progetto stesso. Lontana dalla pratica contemporanea attraverso cui il Ceppo di Gré, e più in generale la pietra naturale, viene utilizzata come pelle superficiale di rivestimento, Anima Liquida riscopre l’energia e la forza arcaica dell’elemento minerale che risiede nella sua totalità, nella sua massa, nella profondità della sua anima. Il fascino del Ceppo di Gré, usato a massello, risiede nel suo essere materia greve, primordiale, nella quale riverbera l’eco delle montagne dalle quali viene estratta e delle acque del lago d’Iseo nelle quali sprofonda. La materia lapidea, anche senza l’intervento dell’uomo, esprime un pensiero inequivocabile e in questa pietra così aspra e mutevole, ma allo stesso tempo elegante e sofisticata, riscopriamo la forza della roccia viva, della montagna silente e della sua ‘anima liquida’ ”.