A Milano, in via Borgonuovo 5, c'è un luogo destinato a diventare presto posto del cuore in città: Moiré Gallery, nata dal progetto personale di Ouafa Tahoun che inscena un dialogo armonico tra arte, design e moda

C'è un nuovo indirizzo segreto a Milano, uno di quelli 'giusti', che in pochi conoscono e che è speciale anche per questo: un luogo alla speakeasy, che non vedi dall'esterno e che raggiungi solo se sai.

Si chiama Moiré Gallery ed più che un solo spazio espositivo, come lascia intuire il nome: è un luogo in cui immergersi e ritrovarsi, ore dopo, in uno dei pezzi raccontati da Ouafa Tahoun, curatrice e ideatrice del progetto.

Moirè Gallery: arte, design, moda. Un progetto personale

Ad accogliere non è una vetrina, né un ingresso effetto negozio, ma un palazzo del Settecento protetto dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, affacciato su via Borgonuovo - al civico 5 - con una tradizionale corte semi-nascosta che guida il visitatore all'interno di un contesto tipicamente riservato alle abitazioni o ai più esclusivi show-room e uffici della città.

Uno spazio scelto per ben rappresentare i valori del progetto: eleganza e cura.

Moirè Gallery è il personale disegno di Ouafa Tahoun, che, giunta a uno svincolo interessante della propria carriera nel mondo del luxury retail, ha scelto di dare forma a quello che da sempre era il suo sogno creativo, curatoriale, espressivo: plasmare un contenitore dedicato alle sue passioni, moda, arte e design, in cui concentrare una selezione di pezzi significativi frutto di ricerca e dedizione. Ne è nato uno spazio dedicato alla bellezza.

Varcata la soglia di Moiré Gallery, ci si trova immersi in un caldo ambiente familiare (che, oltretutto, viene sancito dalla chiusura a chiave della porta d'ingresso, simbolo di riservatezza ed esclusività) in cui potersi lasciar incuriosire dal dialogo tra opere creato da Ouafa, a seconda del tema guida dell'esposizione.

Tra elementi d'autore, capi d'alta moda e pezzi unici (d'abbigliamento come opere d'arte), tutto ciò che è esposto è in vendita, ma soprattutto proviene da una meticolosa ricerca della curatrice, che personalmente seleziona e reperisce quanto proposto.

Moirè Gallery: un progetto al femminile, tra curatela e cuore

Da Ouafa Tahoun ci si può incuriosire, ma anche rilassare. Il mood dominante è infatti quello che ben si concilia con queste prime giornate di freddo: Moirè Gallery è l'indirizzo perfetto per un pomeriggio all'insegna della ricchezza d'animo.

Il cuore c'è, e si sente. La curatela è chiara, la si può osservare ma, soprattutto, ci si può far raccontare personalmente da chi ha ideato il progetto il senso di quanto si osserva.

True Blue: una storia di devozione

Dopo la prima esperienza espositiva, inaugurata a inizio 2023, con la mostra Nobody said it was easy (nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, ndr) Moirè Gallery propone ora un nuovo allestimento dal titolo: True Blue, in scena fino a fine novembre 2023.

Un claim che può limitarsi a significare la traccia di colore che caratterizza l'intera proposta, ma anche assumere un significato profondo che in qualche modo dà la mano al primo concept proposto: True Blue, in inglese, si traduce anche come 'estremamente fedele' ai proprie obiettivi, in questo caso. Proseguo naturale per una donna determinata a non lasciare spazio al dubbio, dopo la prima esperienza dal nome Nobody said it was easy.

Il tema curatoriale emerge sin dall'ingresso dell'appartamento/show-room, per l'occasione tinteggiato di blu e apparecchiato per ospitare un delizioso rituale d'accoglienza con un'acqua di rose pura che Ouafa ha recuperato da un'azienda marocchina che la produce localmente.

Il tema del blu, attorno a cui l'intera mostra ruota è un chiaro omaggio a due declinazioni della personale esperienza della curatrice: la carriera nel mondo della moda (con il blu iconico degli incantevoli Jardin Majorelle della villa di Yves Saint Laurent a Marrakech) e le sue origini marocchine (ci ha infatti raccontato di come la città di Chefchaouen, anche nota come 'città blu' sia stata dipinta anni fa di questo tono per mantenere lontani insetti altrimenti fastidiosi per il commercio locale).

"Blu è il mio colore d’elezione. È un colore fortemente simbolico che rappresenta riflessività, armonia ed equilibrio" racconta Ouafa Tahoun.

Sedute di Ico Parisi e portauova originali di Fornasetti degli anni Cinquanta, un piatto di Hermes, un servizio di Gucci disegnato da Tom Ford, una lampada da terra Alberello di Stilnovo, lanterne realizzate dagli stessi artigiani che creano quelle de La Mamounia. Ma anche libri e manoscritti, gioielli, brand e artisti contemporanei, tra cui l'interessante pittrice sarda Simona Tavassi, le artiste TitaCamelia Tutulan.

La sinfonia tra icone e pezzi contemporanei di rara bellezza si sintetizza nella ricerca che Ouafa conduce giorno dopo giorno (l'allestimento infatti può variare ed è sempre in aggiornamento).

Notevoli, e intrisi di cultura, i tappeti artigianali di Casa Amar, pezzi unici realizzati a mano da donne che lavorano nelle zone dell'entroterra della regione del Marocco e che fanno della propria professione l'arte della manifattura. Per la maggior parte fatti in lana - lavorata, riciclata, fatta in casa - sono pezzi non replicabili, disponibili con disegni classici e o più contemporanei. Intrigante il tappeto double-face, da utilizzare immondo diverso a seconda delle stagioni.

Da Moirè si trovano anche opere di artisti internazionali e icone mondiali quali Arnaud Nazare-Aga, Felipe Cardeña e Andy Warhol provenienti dalla collezione Deodato Arte.

Moiré Gallery: sovrapposizioni e connessioni

Ogni pezzo, da Moiré Gallery, sembra avere instaurato una connessione con il resto della proposta. Il nome stesso della Galleria è un trait d’union tra i tre mondi protagonisti.

'Moiré', infatti, è un termine che si ritrova in tutti e tre gli ambiti: arte, moda e design.

Nella moda, è un tipo di tessuto monocolore con una superficie a effetto ondulato e solcato come le venature e striature del marmo, che conferisce un aspetto lucido e setoso, è poi l’effetto cangiante che caratterizza broccati e sete antiche, ma anche interpretazioni contemporanee che spaziano dai divani, ai tappeti, passando per le carte da parati; fino ad arrivare al mondo dell’arte dove con 'effetto Moiré' si intende un particolare fenomeno ottico creato dalla sovrapposizione di due o più griglie, che dà vita a sfarfallii e interferenze visive.

Definita arte cinetica o optical art, le prime ricerche sulla possibilità e i modi di riprodurre il movimento attraverso effetti ottici sono rintracciabili dalla prima metà dell’Ottocento in poi.

Oltre l'allestimento

Come detto in apertura, Moiré Gallery è uno spazio di racconto, che va ben oltre essere un semplice luogo espositivo.

Ouafa organizza infatti di volta in volta mostre, vernissage, eventi e incontri con gli artisti, esposizioni, book talk e molto altro. Sono appuntamenti a cui accedere solo su invito, occasioni di confronto e connessione che valorizzano la grande assente del secolo: la relazione umana.