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La prima ha trasformato in opera d’arte una sua particolare condizione personale: l’artista, infatti, dopo essere stata avvelenata dal mercurio, ha sviluppato un sistema nervoso sintonizzato su microsegnali all'interno del corpo. Microsegnali che lei trasforma in opere d’arte in grado di esplorare atmosfere, tossicità e materialità in vari contesti spaziali e sociali.
Vidha Saumya, co-fondatrice di NO NIIN Magazine e membro fondatore del Museum of Impossible Forms, si avventura invece tra i concetti di esilio e utopia, sfidando le norme estetiche e socio-politiche con umorismo tagliente, texture tattili e complesse opere artigianali ma anche poesie, sculture e veri e propri interventi culinari.
Jenni-Juulia Wallinheimo-Heimonen, infine, non è solo un'artista multidisciplinare ma è anche un’attivista per i diritti delle persone disabili. Le sue opere affrontano temi come la violenza strutturale, la discriminazione camuffata da gentilezza e le questioni legate alle donne con disabilità. In Laguna Jenni-Juulia porterà la sua visione relativa alla discriminazione attraverso sculture e performance.
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