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Il primo di questi capitoli, allestito nelle Corderie, è dedicato al contemporaneo e sarà raccontato attraverso pittura, scultura e arte tessile grazie a lavori di artisti come Yinka Shonibare, Pacita Abad e Liz Collins.
Il secondo, negli spazi del Padiglione centrale ai Giardini, punterà invece tutta la sua attenzione sul passato mettendo in scena lavori realizzati nel ‘900 in Sudamerica, Africa, Asia e Medio Oriente.
Proprio nel Padiglione centrale, la cui facciata sarà dominata da un gigantesco murales realizzato dal collettivo brasiliano Mahku, la mostra principale si ramificherà in altre tre sottosezioni: la prima è dedicata ai Ritratti e vedrà sculture e quadri ad alto tasso emozionale firmati da 112 artisti (fra cui Lee Quelle, Cìcero Diaz e Selwyn Wilson); la seconda, chiamata Astrazioni, raccoglierà le visioni di 37 esponenti come Eduardo Terrazas e Samir Halaby; mentre la terza, definita Diaspora artistica italiana del ‘900, porterà in scena tutti quegli artisti italiani - da Lidy Prati a Gianni Bertini - che hanno scelto di stabilire fuori dal loro Paese le loro basi creative.
A fare da leit motiv a quest’ultima area tematica, l’allestimento a cavalletto a vetro ispirato a quello elaborato dall’architettao italobrasiliana Lina Bo Bardi, a cui tre anni fa venne assegnato il Leone d’oro alla memoria.