L’architetto David Hotson reinterpreta un prototipo armeno di 1.400 anni nella progettazione della chiesa di San Sarkis a Carrollton in Texas

Se è vero, come sosteneva Germano di Costantinopoli nella sua “Historia Ecclesiastica” che “la chiesa è il cielo sulla terra, in cui il Dio che è al di sopra dei cieli dimora e passeggia”, è facile comprendere come sia complesso progettare e costruire una chiesa pensandola a partire dalla comunità e dalle persone che la utilizzeranno, dalla città che l’accoglierà, dal quartiere che si trasformerà grazie a un edificio di culto che segnerà, modificherà e offrirà occasioni di dialogo e incontro tra le persone. L'architettura dei luoghi di culto (sia ex novo sia l’adeguamento di edifici esistenti) richiede l'osservanza di precisi criteri progettuali in relazione al contesto urbano e di criteri tecnici, illuminotecnici e dimensionali riferiti alle diverse parti che compongono l’edificio.

La chiesa armena di Santa Ripsima in Texas

A Carrollton in Texas, l’architetto David Hotson ha reinterpretato un prototipo armeno risalente a 1.400 anni fa nella progettazione della chiesa di San Sarkis. Il nuovo edificio di culto è ispirato all’antica chiesa armena di Santa Ripsima a Erevan capitale dell’Armenia. Hotson ha elaborato un progetto che guarda tanto al passato quanto al futuro, mixando antiche tradizioni architettoniche e artistiche dell’Armenia con tecnologie digitali di progettazione e fabbricazione moderne.

Un milione e mezzo di minuscole icone

La più eclatante innovazione è la facciata occidentale della chiesa, che svolge la funzione di monumento commemorativo degli 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno del 1915. La facciata rappresenta l'albero della vita, la tradizionale croce armena composta da motivi botanici e geometrici intrecciati. Man mano che il visitatore si avvicina, il disegno complessivo si dissolve in 1,5 milioni di minuscole icone ispirate ai simboli circolari che ricorrono in tutta la tradizione artistica armena.

Stampe personalizzate ad alta definizione

Per realizzare la facciata, Hotson ha collaborato a stretto contatto con Fiandre Architectural Surfaces, brand di di Iris Ceramica Group, che ha sviluppato il sistema DYS in grado di eseguire stampe personalizzate per esterni ad altissima definizione, resistenti ai raggi UV, su materiali di rivestimento ceramici per facciate ventilate di grande formato. Per l'occasione, sono state realizzate lastre con le unità di pixel richieste, stampando il complesso disegno mediante un processo brevettato. Oltre alla facciata dell’edificio commemorativo, Fiandre ha fornito l’intera gamma di finiture ceramiche per intradossi, pareti e pavimenti interni ed esterni utilizzate in tutto il complesso di San Sarkis.

Un volume grigio nel paesaggio con interni di luce e silenzio

Il volume grigio che definisce l’esterno della chiesa è un chiaro rimando al carattere scultoreo monolitico delle antiche chiese armene, costruite interamente in pietra. L’accostamento dell’architettura monocroma alla ricca vegetazione, realizzata dalla paesaggista Zepur Ohanian, richiama la relazione tra architettura monolitica e paesaggio tipica di antichi edifici di culto e complessi monastici armeni. All'interno, gli spazi inondati di luce ispirata agli interni di Santa Ripsima: gli archi concavi scolpiti verso l’esterno riflettono all'interno l'intensa luce solare texana; le volte intonacate ricurve in gesso rinforzato in fibra di vetro secondo il modello richiesto dall’architetto e ottenuto mediante un processo sviluppato da una azienda specializzata di Toronto. Le volte sono lisce, prive di impianti d’illuminazione, griglie di regolazione dell’aria condizionata e altri dettagli tecnici che possano interrompere la luminosa sequenza spaziale. A riscaldare e raffrescare la chiesa provvede un sistema di climatizzazione a dislocamento, che utilizza impianti meccanici a distanza per immettere aria condizionata a bassa velocità attraverso valvole di tiraggio a pavimento situate sotto le panche. Ne risulta un ambiente silenzioso, privo di vibrazioni meccaniche e di rumori di fondo dovuti ai comuni sistemi di condizionamento ad alta velocità, per  un ambiente silenzioso che privilegia per l’acustica riverberante della musica corale armena tradizionale.