Al Grand Universe Hotel Lucca, sete e velluti preziosi, ottoni e legni, intonaci decorati e colori accesi evocano un viaggio a ritroso nella storia di una città e di un luogo. Fra tradizione e innovazione

Se ogni luogo nel mondo ha una storia da raccontare, il passato non si può certo dimenticare nel cuore di Lucca, la meravigliosa città toscana dalle antichissime mura pedonabili. A maggior ragione nel maestoso edificio di fronte al Teatro del Giglio e adiacente a piazza Napoleone, già palazzo privato della famiglia Paoli nel XVI secolo e già Hotel Universo dal 1857, che è passato alla storia come luogo di ritrovo culturale di alcuni dei più grandi nomi in particolare della musica e del teatro, perché le sue stanze sono state frequentate da personaggi del calibro di John Ruskin, Giacomo Puccini, Giuseppe Ungaretti, prima dei recenti anni di polverosa chiusura. Tra gli aneddoti più celebri che si tramandano, c’è anche quello di un incontro tra il re Vittorio Emanuele II in visita a Lucca e il titolare dell’albergo che si presentò al sovrano come “il proprietario dell’Universo”, ottenendo come risposta: “Fortunato lei. Io mi accontento di essere un umile re d’Italia!”. Realtà o gusto toscano per la battuta?

“Comunque sia, a imperitura memoria di ciò che fu Universo resta una foto del 1961 del jazzista Chet Baker seduto sul davanzale della stanza 15, dove  soggiornava quando era ospite, affacciato sulla piazza del Giglio, che cullava i passanti con i suoni della sua leggendaria tromba”, ricorda Giovanni Polazzi, il progettista dello Studio Archea che si è occupato del restauro e del restyling dell’hotel, interamente rinnovato nel design, dopo che il gruppo Marcucci in società con il partner americano Lance Shaner ‘Marriott’ se l’è aggiudicato nel 2016, regalandogli una seconda vita. Ora si chiama Grand Universe Hotel Lucca, è un quattro stelle della Autograph Collection del gruppo Marriott International, ma le persone che lo frequentano possono riscoprire il grande fascino della sua storia ricondotto all’esclusività di un luogo dotato magicamente di tutti i comfort domestici e tecnologici contemporanei.

“A onor del vero, sono stati quattro anni di orgogliosa fatica”, confida l’architetto Polazzi che ha seguito il cantiere giorno dopo giorno dal 2016 al 2020, “perché l’interpretazione del genius loci e dei caratteri identitari della città di Lucca andava declinata in spazi dove, durante il restauro, abbiamo trovato più problemi che belle sorprese: tante superfetazioni, tanti muri irregolari che andavano consolidati, tanti pezzi incoerenti tra di loro che hanno reso necessario un disegno completamente su misura fino al più piccolo dettaglio”. Detto questo, una minuziosa ricerca iconografica di texture, colori e decori delle preziose sete che un tempo, a partire dall’alto medioevo, rappresentavano per Lucca una delle attività più prestigiose, tra damaschi e broccati, graffiti a motivi floreali e animali, rielaborate e calibrate nell’accostamento a materiali pregiati della tradizione toscana - legno e ottone in primis - ha consentito ai progettisti di rendere percepibile l’accortezza e il senso di riguardo con cui si entra in punta di piedi in un altro mondo, affidato alla capacità realizzativa e alla sapienza di imprese e maestranze locali.

Abbiamo impresso un disegno floreale sulle superfici materiche dell’intonaco di alcune pareti con trame di varie nuance, immaginando delicati arazzi murali che simulano le tessitura delle storiche sete lucchesi."

Dal piano terra, dove si trovano la hall d’ingresso, la reception, il restaurant/bistrot, la lounge e la generosa winery, alle 56 stanze di taglio differente dei piani superiori (complessivamente sei fuori terra), fino al sottotetto che accoglie palestra e bar e all’altana panoramica, dove lo sguardo spazia dalle vicine piazze del Giglio e Napoleone ai tetti di case e campanili lontani. Nel layout delle zone comuni al piano terra, è stata recuperata la spazialità originaria, segnata da slanciate coperture a volta, con l’intento di richiamare i piccoli vicoli e i grandi slarghi della città medievale, in una bilanciata varietà di chiaroscuri, luci e prospettive, enfatizzata dalla scelta di un unico seminato di graniglia alla veneziana per le pavimentazioni.

 

Invece un parquet a spina posato alla francese, in omaggio a Napoleone ed Elisa in trasferta da Parigi alla Toscana, pervade e scalda ora tutto il paesaggio degli ambienti privati. Librerie dai profili sottili e leggeri in ottone brunito, tavolini in marmo e lampade a sospensione in vetro e ottone, sedute impreziosite con rivestimenti in velluto nei toni caratteristici del Rinascimento fiorentino, tappeti su disegno diventano già al piano terra il preludio dell’atmosfera raffinata delle camere, dove armadi su misura e arredi multifunzionali in legno con dettagli in ottone incontrano altre cromie vivide nelle finiture e nei rivestimenti dei mobili e nelle tappezzerie: tessuti in seta e velluto rosso uva, verde pino e giallo sole toscano. Tutti segni di altissima sartorialità.

L’interpretazione del genius loci e dei caratteri identitari della città di Lucca andava declinata in spazi dove, durante il restauro, abbiamo trovato più problemi che belle sorprese: tante superfetazioni, tanti muri irregolari che andavano consolidati, tanti pezzi incoerenti tra di loro che hanno reso necessario un disegno completamente su misura fino al più piccolo dettaglio"

“Abbiamo anche impresso un disegno floreale sulle superfici materiche dell’intonaco di alcune pareti con trame di varie nuance, immaginando delicati arazzi murali che simulano le tessitura delle storiche sete lucchesi”, spiega Polazzi, che conclude: “Questi sono stati gli interventi caratterizzanti del progetto, anche se una bella sfida sul piano architettonico ha rappresentato la realizzazione della scala di emergenza esterna su Corte Paoli, concepita come un’installazione scultorea in metallo verniciato che si avvolge intorno a un unico grande pilastro centrale, occultando canne fumarie di servizio e conferendo una nuova identità allo spazio circostante”.

Progetto di Archea Associati - partner strutture Studio Techné - partner impianti Studio Beneforti e Marchi - partner costruzione CMSA - general contract furniture BM Italia - Foto di Pietro Savorelli