Come sarà il parco Seimilano?
Ciò che andiamo a realizzare è un parco giovane ma subito abitato e centrale all’interno del quartiere e della città di Milano.
È per questo che deve avere da subito una leggibilità: le specie che pianteremo sono riconoscibili, appartengono alla grammatica del luogo, così come le cornici e i filari di alberi.
Seppur giovani, riusciamo a fare un salto di immaginazione e vedere quel bosco cresciuto.
Questa visione era condivisa anche da Claudio De Albertis, uomo che stimavo molto e dalla grande sensibilità. Volevamo fare un parco che avesse una chiara impronta ecologica: ci saranno zone densamente piantumate e oltre 1 ettaro lasciato a gestione forestale, a questo si sommano le zone destinate a ospitare praterie lasciate selvatiche, fondamentali per garantire biodiversità e asilo a uccelli e insetti.
Questo è forse il paradosso di questo parco: in apparenza può sembrare semplice, con piante comuni, ma è il suo funzionamento complesso e la sua aderenza al territorio ad essere ricchi di significato.
Più che un parco è un manifesto su come progettare in aderenza al territorio. A volte capita che nell’architettura del paesaggio il momento in cui si inaugura il parco sia la fine della progettazione, qui sarà l’inizio della storia: avremo un parco che crescerà insieme ai suoi abitanti.